Sembrava una settimana tranquilla. La Stampa estera si è occupata di diversi argomenti, dalle più o meno opportune ‘dimissioni’ di Bini Smaghi dalla Bce, come ‘promesso’ da Berlusconi a Sarkozy, ai messaggi tranquillizzanti di Marchionne, allo scempio e incuria che stanno portando alla distruzione di Pompei. Il Washington Post, il Time, Les Echos, Reuters, il Wall Street Journal hanno fatto le loro scelte editoriali. Poi, tutto è precipitato. L’Unione europea si è stancata dell’inaffidabilità del nostro Governo e ha pesantemente ammonito il Presidente del Consiglio. E su questo argomento i media, ancora una volta, non si sono risparmiati per niente.
E’ chiaro. Il problema, visto da fuori, non è l’Italia. L’Italia non è la Grecia, è la settima economia mondiale, la terza in Europa. Possiede tesori inestimabili, i suoi laureati sono tra i più richiesti all’estero. Gli italiani non meritano ironie e sarcasmi, la colpa non è loro. Leggendo i quotidiani e le agenzie di stampa di tutto il mondo, dai prestigiosi Finacial Times, le Monde, Les Echos, WSJ ai più modesti Courrier du Vietnam, Bostwana Gazette e l’Otago Daily Times (Nuova Zelanda), si percepisce che è la presenza di Berlusconi ad essere diventata ingombrante. Il populismo, l’opportunismo e la pochezza culturale della sua ‘corte’ fanno male al nostro Paese. L’Unione europea non discredita l’Italia, c’è una grande mancanza di fiducia nei confronti del Cavaliere e nella sua capacità di governare. Se Berlusconi rimettesse il suo mandato oggi, la diffidenza nei confronti dell’Italia sparirebbe all’istante. E Sarkozy non avrebbe più capri espiatori per coprire i problemi di casa sua.
L’altro giorno il nostro Primo ministro ha presentato una lettera d’intenti all’UE, ma già ci sono molti dubbi tra gli osservatori e preoccupazione da parte del nostro Presidente della Repubblica. Non è stato ancora presentato il Decreto Sviluppo, dal 5 agosto, data del ricevimento della prima lettera dell’UE al nostro Governo, non è stato presentato alcun pacchetto di proposte convincente. Il Governo ha superato l’esame davanti ai leader europei. L’Europa festeggia, le banche festeggiano, i mercati festeggiano. Ma cosa? Le nostre nuove cambiali? Il mondo sa che Berlusconi non è più padrone a casa sua, Tremonti non ha neanche firmato la lettera d’intenti, è ovvio che ci si chieda se gli impegni possano essere mantenuti a queste condizioni. Il nostro premier avrà capito che il Paese va messo davanti a tutto prima che collassi definitivamente?
G. Zampano, Italy PM Berlusconi: Italy Will implement New Reform Package, WSJ, 27 ottobre 2011. “Il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi, ha promesso che Roma porterà a termine il nuovo pacchetto di riforme, delineate nella lettera di intenti presentata ai leader europei durante il delicato summit di mercoledì. “Se non rispettiamo questi impegni, non saremo più credibili”, ha dichiarato Berlusconi ai giornalisti alla fine della trattativa terminata a notte inoltrata (…)”.
Reuters per Le Monde, La zone euro salue et surveillera les réformes italiennes, 27 ottobre 2011. “Gli impegni presi mercoledì 26 ottobre dall’Italia, per rimettere in sesto le sue finanze, sono stati giudicati ‘soddisfacenti’ dai suoi partner della zona euro, a condizione che siano realizzati al più presto. Questo successo è stato però offuscato dalla polemica con la Germania (…) Il Capo del Governo italiano si è attirato le ire della cancelliera Angela Merkel assicurando di aver ottenuto le sue scuse per il comportamento tenuto durante la conferenza stampa di domenica scorsa, cosa che è stata seccamente smentita dal portavoce della signora Merkel (…)”.
R. Heuzé, Berlusconi n’est plus maitre chez lui, Le Figaro, 26 ottobre 2011. “Questa volta la situazione è grave. Rischiamo veramente la crisi: scuro in volto , Umberto Bossi ha dipinto martedì mattina, un quadro pieno di tensioni che danno un ulteriore scossone alla maggioranza (…) Dal suo rientro da Bruxelles, dove domenica ha subìto un vero e proprio rimbrotto, a causa della mancanza di riforme strutturali presentate dal suo Governo, il Presidente del Consiglio è in grande difficoltà (…) Martedì, in un comunicato dal tono piuttosto perentorio, Giorgio Napolitano l’ha fermamente invitato a presentare al Consiglio europeo «delle scelte che rendessero più credibile il nostro impegno a ridurre il debito pubblico (pari al 120% del Pil) e a rilanciare l’economia» (…)”.
G. Delacroix, Deblocage economique in extremis en Italie, Les Echos, 26 ottobre 2011. “Silvio Berlusconi non poteva permettersi di arrivare con le mani vuote, questa sera (mercoledì, ndr), al decisivo summit di Bruxelles. La questione ha tenuto banco per l’intera giornata, ieri a Roma, mentre le trattative sulle pensioni, riforma reclamata dalla Commissione europea e particolarmente attesa dalla coppia franco-tedesca, andavano ad oltranza (…) Il ‘Cavaliere’ ha strappato e ottenuto un accordo con il suo alleato della Lega Nord ieri sera. In questa scia tumultuosa doveva anche preparare una lettera di intenti da indirizzare ai Paesi dell’UE, prima di tornare oggi a Bruxelles (…)”.
P. Pullella, Italy keeps Europe on tenterhooks over reform, Reuters, 26 ottobre 2011. “Il Primo ministro italiano Silvio Berlusconi, mercoledì andrà alla riunione dell’Unione Europea con un’offerta di riforme economiche messe insieme dalla sua litigiosa maggioranza all’ultimo minuto (…)”.
Editoriale, Italy and the Euro zone, Otago Daily Times, 26 ottobre 2011. “L’Italia è sotto i riflettori perché la sua economia – un’economia con forti difetti strutturali e un potenziale di crescita economica moribondo – barcolla sotto il peso del debito pubblico (…)”.
Europe1, Oudéa: L’Italie n’est pas la Grèce, 26 ottobre 2011. “Frédéric Oudéa, Presidente della Federazione bancaria francese e CEO della Societé Générale, ha voluto essere rassicurante nei confronti dell’Italia: «L’Italia non è la Grecia», ha affermato, sottolineando che l’Italia ha un «patrimonio, un’economia diversificata e una situazione di bilancio» migliori di quelle della Grecia. «Gli italiani hanno i mezzi per rimborsare il loro debito», ha affermato. A proposito del summit di mercoledì, Oudéa si è detto «fiducioso». Pensa che ha Bruxelles si otterrà una risposta globale e coerente”.
Europe1, Minc: Un discrédit hallucinant de Berlusconi, 25 ottobre 2011. “Alain Minc, economista vicino a Sarkozy, si è dimostrato severo nei confronti di Silvio Berlusconi, il Capo del Governo italiano. «Non si mette in dubbio l’Italia, la mancanza di fiducia è nei confronti di Berlusconi», ha affermato Minc durante la trasmissione Preuves par 3. Secondo lui «se la provvidenza decidesse di occuparsi un po’ dell’Italia (…) e decidesse che domani Berlusconi rientrasse nei ranghi e fosse rimpiazzato da Mario Monti, già Commissario europeo, i dubbi nei confronti dell’Italia sparirebbero all’istante»”.
R. Thomson, Europe bids to ease Italy debt worries, Botswana Gazette, 25 ottobre 2011. “L’Europa vuole che l’Italia fornisca delle misure che dimostrino che non c’è alcun rischio per l’Italia di trasformarsi in una Grecia (…) Berlusconi ha detto che non c’è da preoccuparsi per il debito italiano, aggiungendo che non c’era bisogno di nessuna predica da parte di partner europei (…)”.
G. Dinmore, Italy’s coalition government in fight for life, Financial Times, 25 ottobre 2011. “Il Primo ministro italiano si è battuto martedì sera per evitare il collasso della sua coalizione di centro-destra nei confronti delle richieste dell’UE che vuole vedere presentate dal nostro Paese, entro mercoledì sera alla riunione dei leader dell’eurozona, convocata con largo anticipo, riforme economiche concrete (…) Giorgio Napolitano, Capo di Stato italiano, ha esortato il Primo ministro ad adottare le «misure di grande importanza» che aveva promesso (…)”.
O. Auguste, J. Mevel, L’Euro à quitte ou double à Bruxelles, Le Figaro, 25 ottobre 2011. “Il Primo ministro François Fillon ha sottolineato che un fallimento della riunione di mercoledì potrebbe far «pericolosamente sbandare il continente europeo verso terre sconosciute». La moneta unica è, insieme al mercato unico, il cemento dell’UE. Il dramma si svolge sotto gli occhi dei responsabili politici: a Roma, a Londra come a Berlino, la crisi dell’euro rende più fragile le coalizioni di governo. La maggioranza di Silvio Berlusconi, sembrava sull’orlo della crisi martedì sera. David Cameron sta affrontando una semi ribellione tra i ranghi dei conservatori, non sull’euro, ma sull’appartenenza stessa all’UE (…)”.
AFP e Vietnam Agency per Le Courrier du Vietnam, Sommet de l’UE pour tenter d’enrayer la crise de la dette, 24 ottobre 2011. “Il 23 ottobre i leader europei prenderanno parte ad uno dei più difficili summit della storia dell’UE per tentare di salvare l’euro dalla crisi del debito sovrano, in questa occasione intendono chiedere delle garanzie a Silvio Berlusconi sulla riduzione del deficit dell’Italia (…)”.
A. Chimenti, Fiat To Keep As Many Jobs In Italy As Possible, WSJ, 24 ottobre 2011. “Sergio Marchionne CEO di Fiat Spa, lunedì ha dichiarato che la fabbrica di automobili vuole mantenere, in Italia, più posti di lavoro possibile (…) La dichiarazione è stata fatta a Torino mentre partecipava ad un evento e voleva alleviare le preoccupazioni nei confronti degli impegni presi dalla Fiat con il Paese (…)”.
G. Parussini, Spat erupts between France, Italy over Bini Smaghi ECB seat, WSJ, 23 ottobre 2011. “Domenica, al summit dei leader dell’eurozona, è nato un battibecco tra Francia e Italia perché il Primo ministro Silvio Berlusconi non sembra riuscire a convincere Lorenzo Bini Smaghi a lasciare la sua poltrona in seno al Comitato esecutivo della BCE (…) La controversia nata nei confronti di Bini Smaghi arriva in un momento delicato per la BCE, sotto pressione per il ruolo che deve e dovrà svolgere nel risolvere la crisi del debito sovrano europeo (…)”.
G. Jones, Banque d’Italie- Un choix qui n’est pas du gout de Sarkozy, Reuters, 21 ottobre 2011. “L’inattesa nomina di Ignazio Visco a capo della Banca d’Italia è stata accolta con molto favore in Italia, ma è quasi certo che le cosa verrà presa in modo totalmente diverso dal Presidente Nicolas Sarkozy. La nomina di Visco implica che l’Italia avrà due membri in seno al direttorio della BCE quando Mario Draghi prenderà il posto di Jean-Claude Trichet. La Francia non avrà più nessuno (…) Quando in aprile Sarkozy aveva avallato la candidatura di Draghi, aveva ricevuto la promessa da Berlusconi che Bini Smaghi avrebbe ceduto il suo posto ad un francese (…)”.
Ap per The Washington Post, Part of ancient wall collapses at Pompeii due to heavy rains, 22 ottobre 2011. “I funzionari del sito archeologico di Pompei hanno dichiarato che è crollato un altro muro a causa delle pesanti piogge. La portavoce Daniela Leone ha detto che lo strato esterno di un muro alto approssimativamente due metri, era crollato sul lato nord del sito archeologico. La signora Leone ha precisato che il muro non aveva valore artistico, specificando che era crollato solo l’intonaco. Ci sono stati due crolli l’anno scorso, a Pompei, a testimonianza dello stato precario dei tesori culturali custoditi dall’Italia (…)”.
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