Pravoe Delo (Giusta Causa in italiano, forse ancor meglio traducibile con l’inglese Right Cause) è un partito politico russo nato il 16 novembre del 2008 dalla fusione di tre preesistenti organizzazioni: Graždanskaja sila (Forza dei cittadini), Demokratičeskaja Partija Rossii (Partito Democratico di Russia) e Sojuz Pravyh Sil (Unione delle Forze di Destra). La matrice ideologica di centro-destra accomuna questi movimenti riformatori, caratterizzati da istanze liberali da un punto di vista socio-economico e particolarmente attente ai bisogni della classe media russa (un segmento di popolazione che, seppure adeguatamente rappresentato nelle principali metropoli della Federazione, può dirsi ancora in embrione).

Il programma con cui Pravoe Delo andrà alle elezioni parlamentari di dicembre è stato adottato al congresso tenutosi poco più di un mese fa. I punti salienti sono: forte sostegno alla candidatura della Russia per l’ingresso nella UE, abolizione del servizio militare obbligatorio, ritorno all’elezione diretta di sindaci e governatori degli ‘oblast’, abolizione dell’immunità parlamentare, aumento graduale dell’età pensionabile, aliquota fiscale unica (con esenzione decennale per i prodotti agricoli), liberalizzazione della detenzione di armi da fuoco. Uno dei leader del partito, Vladislav Inozemcev, ha chiarito come il futuro della Russia dipenderà dalle “modalità con cui verrà superato il dogmatismo, l’ignoranza, l’oscurantismo” che, a suo dire, caratterizzano l’attuale frangente storico.

Il partito, carente a livello di leadership, era stato affidato a partire dal maggio 2011 per un mandato quadriennale a Mihail Prohorov, secondo uomo più ricco di Russia e proprietario dei New York Nets, che aveva promesso di investire nella campagna elettorale cento milioni di dollari.

La discesa in campo di un oligarca ha sollevato numerosi interrogativi fra gli analisti occidentali – specie alla luce delle didascaliche disavventure in cui incappò Mihail Hodorkovskij. Il magnate è stato mosso da sprezzo del pericolo, interesse per le sorti della nazione o ben ponderato calcolo politico? La risposta è indirettamente giunta proprio dall’imprimatur concesso dal Primo Ministro Putin al tycoon. La tendenza a incanalare il voto di protesta di frange sociali ben definite (in questo caso, medio-alta borghesia) verso un movimento controllabile e sostanzialmente affiliato è una prassi ben consolidata in Russia – come eloquentemente testimoniato dal simultaneo bando di movimenti, organizzazioni e partiti quali il Parnas. Necessità di ‘controllo’ rimarcata dalla mancata ricandidatura dell’esponente liberal del duo governativo, Dimitrij Medvedev.

Ciò nonostante, gli eventi hanno assunto una piega inaspettata. A metà settembre 2011, Prohorov è stato estromesso durante il congresso in vista delle elezioni parlamentari di dicembre. La fronda alla sua reggenza era partita sotto la guida di due ‘papaveri’ del partito, Andrej Bogdanov e Andrej Dunaev, che lo avevano accusato di aver eccessivamente personalizzato Giusta Causa e, soprattutto, di aver arruolato nel partito Evgenij Rojzman, ultra-nazionalista poeta ideatore della fondazione ‘Città senza droghe’. Sotto il profilo squisitamente elettorale, la decisione sembra quantomeno discutibile, visto lo scarso appeal degli altri maggiorenti del partito. Proprio Dunaev è stato designato capolista alle elezioni per il rinnovo della Duma (dove Pravoe Delo non è rappresentato).

Le motivazioni soggiacenti tale scelta sembrano tuttavia essere altre. Il giorno dopo la sua destituzione, il multimiliardario ha dichiarato al New York Times di essere entrato in conflitto con gruppi di potere interni al Cremlino e in particolare con Vladislav Surkov, braccio destro di Putin ed influente ‘eminenza grigia’ del regime. Molti analisti ed oppositori politici sostengono che sia proprio Surkov a stabilire quale partito meriti la possibilità di scendere nell’arena elettorale, rendendo di fatto la Federazione Russa una ‘democrazia controllata’. Prohorov ha infatti affermato che Giusta Causa è un “partito fantoccio nelle mani del Cremlino, gestito da un burattinaio che risponde al nome di Vladislav Surkov”.

Tuttavia, ai fini della nostra analisi, il dato che sembra più rilevante non è tanto la supposta etero-direzione del partito, su cui i politologi sembrano voler elucubrare incessantemente; il sistema politico russo è ontologicamente diverso dai sistemi occidentali, e le differenze si esplicano anche nelle modalità di accesso alla vita pubblica. Ciò che veramente dimostra quanto le issues politico-elettorali nella Federazione obbediscano a diverse priorità rispetto all’’Occidente’ è la consistenza numerica del partito liberal-riformatore russo. I sondaggi di settembre (quando il leader era ancora Prohorov) davano Pravoe Delo non oltre il 2%, e al 4,9% gli elettori tendenzialmente disposti a votare il partito alle elezioni parlamentari di dicembre.  Sotto la soglia di sbarramento per l’ingresso nella Duma.

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