Parigi – Sono due le sale cinematografiche che hanno deciso di riproporlo in esclusiva a parigini e a ‘pariginizzati’ dopo ben 48 anni dalla sua prima uscita: il Reflet Médicis, situato nel cuore del Quartier Latin, tempio dei cinefili, e il Mac Mahon, mono-sala ispirato esteticamente ai cinema americani degli anni ruggenti che, da ormai tre settimane, proietta senza sosta pietre miliari dell’età d’oro del nostro cinema, da Una giornata particolare di Scola a Ieri, oggi e domani di De Sica, da Sedotta e abbandonata a Signore e signori di Pietro Germi.
Due sale piccole e allo stesso tempo grandi per la qualità delle pellicole mostrate, in egual modo all’altrettanto piccola-grande gemma su celluloide di Dino Risi, risalente al 1963, restaurata in copia digitale assieme ad una lunga serie di altri capolavori del maître della commedia all’italiana, come l’intenso dramma ‘gassmaniano’ di Profumo di donna del 1974, o come il godibilissimo Vedo nudo del 1969, con un Manfredi da antologia affiancato dalla bellezza incontenibile di Sylvia Koscina. Ma è appunto Il Giovedì il protagonista indiscusso delle affiches parigine in questi giorni, lucidato e spolverato per quella che viene chiamata in modo ragionevole ‘valorizzazione dei patrimoni’. Italiani naturalmente.
E’ l’Italia del boom, tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ’60, l’Italia della brava gente, che ha ricostruito un Paese umiliato e ridotto alle macerie durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia dei palazzinari insensibili e materialisti, che costruiscono edifici su edifici nelle grandi periferie romane e milanesi, l’Italia degli arrampicatori sociali, cinici, senza scrupoli, pronti a scendere a qualunque compromesso per ‘arrangiarsi’, ma anche l’Italia dei falliti dal grande cuore, fintamente sbruffoni. Come Walter Chiari nel ruolo di un padre, divelto, spiantato, ma sensibile e commovente, con alle spalle una marea di rimpianti e un matrimonio andato in malora, che si arrabatta per riacquistare la fiducia del proprio figlioletto di 8 anni, inizialmente freddo e indocile, ma alla fine di un indimenticabile Giovedì, affezionato come non mai agli innumerevoli limiti e alle umane debolezze del proprio genitore.
Un meraviglioso tableau sul ritrovato rapporto tra un padre ed un figlio, tenero e cortese, come lo sguardo, dolce e sensibile, delicato e amorevole del grande, eterno e inimitabile Dino Risi.
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