Il nuovo governo Monti é ora al completo e può cominciare seriamente a operare. Una novità benvenuta è la riduzione del numero complessivo dei suoi membri, quasi dimezzato rispetto ai Governi Prodi e Berlusconi. E’ ovvio che ciò è stato possibile perché il Presidente del Consiglio non ha dovuto usare il manuale Cencelli per accontentare partiti, correnti e sottocorrenti. Il risultato sarà una prima riduzione, modesta certamente rispetto all’entità del problema, ma nondimeno significativa, dei costi della politica. E’ da augurarsi che la stessa sobrietà sia applicata su impulso della Presidenza ai Gabinetti dei Ministri e alle Segreterie Particolari, tagliando drasticamente personale, autoblu, scorte etc. ciò dovrebbe essere naturale e possibile, giacché i membri dell’esecutivo non hanno grandi ego da soddisfare, né conti politici da pagare o clientele elettorali da curare. Sarà così ovviato un malvezzo della politica italiana (comune a tutti i partiti) e realizzato un risparmio non indifferente. Gli Italiani certamente lo apprezzeranno.
La maggior parte dei nuovi Viceministri e Sottosegretari è sconosciuta al grande pubblico, come è naturale per persone che hanno finora per lo più operato fuori dei riflettori dell’attualità, per cui èè difficile dire molto di loro. E’ certo che sono tutti dei veri tecnici, eminentemente competenti nelle rispettive materie ed è da aspettarsi che lavoreranno con serietà e modestia, consci delle difficoltà del momento e della transitorietà del loro ruolo, e coadiuvando con efficacia i rispettivi titolari. Alcuni nomi, tra tutti, colpiscono particolarmente: quello di Vittorio Grilli, Direttore del Tesoro di grande competenza e prestigio, anche europeo. Come si ricorderà, era stato tra i candidati più autorevoli per la Banca d’Italia (e solo un assurdo veto di una parte politica lo ha bloccato) e più di recente è stato incaricato di negoziare a nome dell’Eurozona con le banche creditrici della Grecia. Pochi più di lui conoscono tanto a fondo i conti dello Stato: è da sperare che sarà prezioso per aiutare il Presidente del Consiglio a individuare i settori in cui è possibile e giusto tagliare la spesa pubblica, poiché a nostro avviso questa deve essere la vera priorità del Governo Monti, una volta realizzato il pur necessario aumento delle entrate.
Benvenute anche le nomine al Ministero degli Esteri. Staffan de Mistura ha esperienza, competenza e prestigio, si muove a suo agio alle NU e conosce a menadito cose e persone, non solo dell’Irak e dell’Afghanistan ma dell’intero Medio Oriente, i cui problemi rischiano di occupare pesantemente l’agenda internazionale dei prossimi mesi. Marta Dassù, alla quale vorrei rivolgere da queste colonne un amichevole e memore augurio di buon lavoro, è tra i nostri esperti di questioni internazionali più conosciuti e navigati. Ha lavorato in passato con Giorgio Napolitano nell’Istituto di Studi Esteri dei DS, lavora da tempo all’Aspen ma unisce – cosa non troppo frequente tra gli studiosi di formazione accademica – le conoscenze teoriche a una notevole esperienza pratica, derivatagli dal lavoro svolto “sul terreno” come Consigliere dell’allora Presidente del Consiglio D’Alema. Insomma, due Sottosegretari su cui potrà contare con sicurezza il nuovo e brillante titolare della Farnesina, il quale per suo conto – come ho scritto in altro articolo – ha esperienza e capacità da vendere e non stonerà di fronte a colleghi stranieri che sono per lo più politici di lungo corso e dotati di forza propria.
Da ultimo, mi pare una scelta molto accertata quella dell’on. d’Andrea (un nome caro alla memoria dei liberali) per i Rapporti con il Parlamento, non solo perché è giusto che il lavoro sia affidato a chi il Parlamento lo conosce dal di dentro e può parlare da pari a pari col difficile mondo di Montecitorio e Palazzo Madama, ma perché è persona equilibrata e di non comuni abilità relazionali. Il fatto che contro la sua nomina abbia protestato il senatore Gasparri, già difensore acritico in tutti talk show televisivi delle più indifendibili sregolatezze berlusconiane, è in fondo quasi una patente di qualità per il neo-Sottosegretario.
In conclusione, se si dovesse qualificare con qualche aggettivo il Governo Monti ora completato, si dovrebbe dire che è il Governo degli onesti e dei competenti.
Infine, è da attendersi che, per la sua stessa composizione e i criteri che vi hanno presieduto, il nuovo esecutivo si muova in armonia e si esprima con una sola voce. Se qualcuno volesse fare il solista e parlasse fuori del coro, Il Presidente del Consiglio dovrebbe prenderne atto e liberarsene senza esitazione. Anche così si contribuirà a quella credibilità che abbiamo in gran parte perduta e che ci tocca di riacquistare con non poca perseveranza e fatica.
Il Presidente del Consiglio è partito con un inusitato credito di fiducia e si è mosso finora, a Roma e in Europa, con sicurezza, rapidità e autorevolezza. Dobbiamo esserne grati, ma il vero e arduo lavoro comincia ora e su questo lo giudicheranno gli Italiani e, in definitiva, la Storia con la ‘S’ maiuscola. A Monti e all’intero suo Governo, auguri davvero di cuore.
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