In coda alla Rassegna della scorsa settimana dedicata ai commenti della stampa estera alle celebrazioni per l’Unità d’Italia abbiamo trovato una “sorpresa” non proprio gradita, anche la Spagna non si è risparmiata nel criticare quello che ‘El Pais’ ha chiamato “un compleanno malinconico”; ma già qualche giorno prima aveva criticato il nostro bel paese per “il doppio gioco di Berlusconi” nei rapporti con la NATO, gli USA e Gheddafi e, attraverso le pagine di ‘Le Figaro’, da una stoccata alla politica dell’Italia nei confronti dei profughi che arrivano a Lampedusa, argomento ripreso anche da ‘The Wall Street Journal’, che critica in generale l’atteggiamento dell’Europa. Numerose testate poi sottolineano il comportamento non proprio limpido del nostro Governo nel guidare le operazioni di guerra in Libia ( o, per chi preferisce, nelle operazioni militari condotte in nome dei diritti umanitari ) e il disaccordo innegabile che esiste tra gli alleati. Paradossalmente, sembra interessare di più la decisione di moratoria di un anno sul programma del nucleare in Italia, notizia che viene riportata anche da quotidiani come ‘The Daily Telegraph Australia’ o il ‘Star Tribune’ pubblicato in Minnesota. Disunione, disaccordo, discredito sono le parole che più rimangono impresse, leggendo i quotidiani esteri in questi giorni.
Editoriale, “AniversarioMelancolico”, ‘El Pais’, 19 Marzo 2011
“L’Italia arriva ai 150 anni dalla sua unificazione convinta di aver ben poco da festeggiare…Ha dovuto prenderne atto lo stesso Berlusconi, che ha lasciato passare l’anniversario senza grandi esibizioni di orgoglio nazionale delle quali ha fatto sfoggio in altre occasioni. C’è inoltre una ragione immediata che spiegherebbe il profilo basso adottato dal Cavaliere: il suo principale alleato di Governo, La Lega Nord, ha adottato come principali punti programmatici la strumentalizzazione delle differenze regionali e la critica al peso politico di Roma rispetto al resto d’Italia…Questo degrado politico e istituzionale non è solo un problema interno italiano; è, oltretutto, una pesante zavorra per il malconcio progetto dell’Europa Unita…”
M. Mora, “El doble juego de Berlusconi i Gheddafi”, ‘El Pais’, 05 Marzo 2011
“…La sensazione, dal momento in cui Berlusconi ha dichiarato che non intendeva “disturbare” Gheddafi, è che l’Italia stia portando avanti un doppio gioco di difficile soluzione…Con lo scoppio della rivolta a Benghasi, il luogo dove fu firmato il trattato nell’agosto 2008, la posizione di Roma ha oscillato tra la paura di compromettere i suoi affari e l’obbligo di non allontanarsi dalla linea segnata dagli USA…”
A. Djaid, “La Coalition s’attaque aux Chars de Kadhafi, l’Opposition crée son gouvernement”, ‘Le Temps d’Algerie’ , 23 Marzo 2011
“…All’interno dell’ UE ci sono delle serie divergenze sul ruolo della NATO. Silvio Berlusconi vuole che “il comando delle operazioni passi in mano alla NATO”…Lo strappo che tocca il blocco transatlantico arriva nello stesso momento in cui la Russia ha chiesto un cessate il fuoco immediato…”
Editoriale, “Discord Among Allies”, ‘The New York Times’, 23 Marzo 2011
“…Sarkozy ha visto nella Libia la possibilità di recuperare il prestigio che la Francia ha perso in Nordafrica…L’Amministrazione di Obama, risultava divisa e riluttante nel ricominciare un operazione militare in un terzo paese musulmano, visto che è ancora molto coinvolta in Irak e Afghanistan. Così è stata la Francia a prendere l’iniziative e riconoscere il Governo provvisorio dei ribelli, e, insieme alla Gran Bretagna, a portare a termine la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle NU, che autorizzava un azione militare per proteggere i civili libici…Questo ha aiutato molto la Francia a ritrovare lustro nel Mondo…Ma ora il comando deve passare in mano alla NATO, è l’unica ricetta per impedire paralisi, disaccordo e possibili defezioni tra gli Alleati. L’Italia, per esempio, è il Paese NATO più vicino al fronte libico e il Paese europeo con il maggior interesse economico nella riuscita dell’operazione. E’ ormai chiaro che preferisce una missione capeggiata dalla NATO, che una missione condotta dalla Francia. Così vuole anche la Norvegia, che, al momento, si è tirata fuori dalle operazioni…”
S. Sayare, ” Now Feeling Free, but Still Without Work, Tunisians Look Toward Europe”, ‘The Wall Street Journal’ , 23 Marzo 2011
“…E’ Martedi mattina, migranti tunisini hanno ancora dormito per terra…A poche miglia da lì, a Zarsis, Tunisia, un numero sempre più grande di giovani uomini si trascinano da un caffè all’altro , giocano a carte, fumano aspettando la notte quando i pescherecci traghettano centinaia di lavoratori disperati attraverso il Mediterraneo. “Se potessi nuoterei fino a Lampedusa”, dice un giovane di 23 anni, riferendosi all’isola italiana dove migliaia di tunisini sono arrivati negli ultimi mesi. Un piccolo sacchetto contenente tutti i suoi averi stretto tra le mani. “Non voglio stare più un solo minuto qui”. Aspetta da due settimane il suo turno, ha lasciato il suo paesino in cerca della libertà. Questa libertà gli costa 1450$.
…Zarzis ha visto partire migliaia di migranti negli ultimi trent’anni, non è una novità, molti hanno fatto “fortuna” in Francia, e sono tornati con i 20000 euro per comprarsi una casa e un pezzetto di terra. 25000 famiglie originarie di questo paesino della costa vivono ancora lì e mandano ogni mese i soldi a casa… Ma l’esodo recente è senza precedenti, la guardia costiera italiana ha sequestrato il 70% dei pescherecci e ci vorrà un anno intero per ricostruirli, devastando la povera economia della cittadina….Ironia della sorte, oggi a Zarzis manca la manodopera, ma loro non vogliono tornare, cercano la felicità, cercano l’Europa…”
J.M. Leclerc, “Contre l’immigration illegale”, ‘Le Figaro”, 24 Marzo 2011
“…In piena crisi araba, Claude Guèant serra i ranghi con i suoi colleghi del Sud dell’Europa… Dagli eventi in Tunisia, Egitto e Libia, più di 10000 clandestini sono sbarcati a Lampedusa… La crisi libica preoccupa in modo Parigi per l’incertezza del suo esito… La Spagna diventa allora il partner più affidabile per contenere questa ondata migratoria… Alfredo Perez Rubalcaba è stato presentato come “l’uomo del momento”. E Gueant aggiunge “La Spagna rimane un alleato privilegiato. Ha dimostrato nella sua lotta quotidiana contro il terrorismo e il traffico di droga”. Madrid ha anche saputo superare una grave crisi migratoria nel 2006, stipulando accordi con il Marocco, il Senegal e la Mauritania per incanalare il flusso. La sua esperienza è preziosa. Con l’Italia la relazione è più delicata. Già alle prese con arrivi massicci di migranti, gli italiani vorrebbero che gli stati dell’UE dividessero il fardello. Ma Parigi non condivide questo punto di vista. Gueant considera che “disseminare clandestini non risolverà la situazione, anzi creerebbe un pessimo precedente. La Francia e la Spagna, sembrano assolutamente seguire la stessa linea di condotta.”
L. Moloney, “Italy Approves Nuclear Pause”, ‘The Wall Street journal’, 23 Marzo 2011
“Il Consiglio dei Ministri ha approvato mercoledì, come previsto, un anno di moratoria per il ritorno al nucleare nel paese e il Governo potrebbe decidere di chiudere con il programma nucleare se non fosse soddisfatto dei risultati sui test effettuati dall’Unione Europea.”
