Parigi – Povera gauche, con le sue 35 ore e la pensione a 60 anni. Poveri elettori inondati di false speranze e utopiche illusioni. Incorregibile Holland e tutto il suo seguito, ancora convinti che, in un periodo di crisi come quello in cui versa tutta l’Europa, l’abbassamento dell’età pensionabile da 62 a 60, che abolirebbe la riforma più importante del governo Sarkozy, e il mantenimento delle 35 ore, conquista jospiniana, siano ancora le primarie necessità. Ce ne ha parlato su Libération di giovedì Grégoire Biseau nel suo La sinistra e le 35 ore: perché tanto masochismo?
“La sinistra, e più precisamente il Partito Socialista, si trovano ad essere in uno stato a dir poco preoccupante. C’è quasi da domandarsi se qualcuno dell’entourage di François Hollande sia realmente incaricato di ascoltare e analizzare i discorsi di Nicolas Sarkozy, perché esiste una vera e propria urgenza.
Cosa si sente infatti da ormai sei mesi a questa parte ad ogni discorso presidenziale? Che la crisi della competitività dell’economia francese e la crescita del debito pubblico siano dovute alle 35 ore di Jospin. Tradotto, la riduzione del tempo di lavoro sarebbe la madre di tutti i nosti mali. E la risposta della sinistra? Chiaro, affermare con fermezza che le 35 ore rappresentano una conquista sociale, e che, in qunanto tale, non è da mettere in discussione”.
“Inoltre, il capo dello Stato Nicolas Sarkozy e il suo UMP, criticano il fatto che le 35 ore non sarebbero solo alla base dell’assenza di competitività, ma sarebbero anche le grandi responsabili della stagnazione dei salari e, dunque, dell’abbassamento del potere d’acquisto. Tuttavia tra il 2000 e il 2005, i salari del settore privato sono aumentati faticosamente del 0,5% l’anno, mentre la crescita del PIL è stata del 1,6%, principalmente a causa degli accordi di moderazione salariale e della ricrescita della disoccupazione”.
Il colpevole silenzio della sinistra francese e del suo candidato alle presidenziali François Hollande, in merito alle delicate questioni che pone al giorno d’oggi la situazione socio-politica francese ed europea, eccetto le quotidiane frasi di circostanza rilasciate ai media, non fa ben sperare gli elettori di sinistra. Anche perchè, come se non bastasse la rivalità tra i leader di due partiti opposti come il PS e l’UMP, all’interno del Partito Socialista da troppo tempo tira una brutta aria, per le continue divergenze tra il deputato di Corrèze e gli altri super-ego, con Martine Aubry in prima fila. Che alle 35 ore e all’ipotesi di un ritorno ai 60 anni come età pensionabile non vuole affatto rinunciare, a costo di remare contro Hollande, in privato e sui giornali. Peccato che manchino appena 4 mesi al primo turno, e Bayrou, candidato del MoDem, e Sarkozy, principale rivale stanno rapidamente risalendo la china dei consensi, dopo le profonde difficoltà autunnali.
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