Nello scrivere per queste colonne la nota Politica e surrealismo, pensavo, con una certa ingenuità, che con le dichiarazioni di alcuni esponenti del centrodestra, e in particolare della Lega, contro il Governo Monti si fosse davvero raggiunto il limite del ridicolo. Mi sbagliavo e devo riconoscerlo con la dovuta contrizione, dando atto all’ex-Ministro Calderoli, passato alla storia per aver regalato alla Patria “riconoscente” una legge elettorale che tutto il mondo ci invidia (oltre che per precedenti esibizioni antislamiche in maglietta verde) di essere riuscito a superare sé stesso. Aveva chiesto un Tribunale del Popolo per giudicare e condannare un Governo che ha impoverito l’Italia (no, non parlava di quello di cui egli stesso faceva parte, ma della notoria congiura dei Professori servi del capitale). Ora, con meritorio moralismo, ha chiesto che il Presidente del Consiglio si dimetta, se fosse accertato che la sera del 31 dicembre, a Palazzo Chigi, si è svolto un sardanapalesco banchetto a spese del contribuente.
La Presidenza del Consiglio ha già chiarito la turpe faccenda, con puntigliosa dovizia di particolari, specificando i nomi degli stretti familiari del Premier, bambini inclusi, che hanno partecipato alla cena, la durata e il menù della stessa e chiarendo, se ce ne fosse stato bisogno, che gli ingredienti (tra cui gli immancabili tortellini) erano stati comprati in determinati negozi della Capitale dalla stessa signora Monti, ovviamente a sue spese, e che la stessa signora aveva cucinato e servito personalmente, per evitare al personale di Palazzo Chigi ore supplementari. Insomma, l’ex-Ministro leghista, che sognava di provocare la caduta del Governo per ”abuso del tortellino”, ha fatto una figuraccia (non è la prima e temo che non sarà l’ultima) e perso una magnifica occasione per stare zitto. Forse era troppo per lui rendersi conto che Mario Monti, che ho avuto il privilegio di conoscere negli anni di Bruxelles, sarà magari per la Lega un bieco lacchè dei poteri forti, ma nel privato è persona di estrema, persino esagerata, delicatezza, geneticamente incapace di profittare di un solo centesimo del denaro pubblico. Stiamo parlando di un signore che ha rinunciato con grande eleganza al suo stipendio di Primo Ministro (d’accordo, non ha salvato così il bilancio dello Stato, ma certi gesti contano, eccome!); che viaggia tra Roma e Milano in treno per risparmiare allo Stato il costo dell’aereo presidenziale che pure gli spetta (e che il suo predecessore usava largamente per vagare tra le sue tante residenze); un signore che come Commissario europeo ha obbligato l’onnipotente Microsoft a pagare una multa di oltre 450 milioni di euro (ed è facile immaginare quanto avrebbe potuto ricavare chiudendo un occhio).
Ma forse certe delicatezze da intellettuale perbene sfuggono ai capocomici di quella truppa sempre più sgangherata che è la Lega; forse sono rimasti all’epoca in cui dovevano, probabilmente a malincuore, solidarizzarsi con le allegre cene di Arcore e altre residenze imperiali, cene assai meno familiari, a meno che per famiglia non s’intenda la parentela allargata del Presidente egiziano; con la Polizia di Stato mobilitata a fare da protezione e da filtro, mentre serissimi Prefetti della Repubblica erano chiamati a occuparsi delle sorti giudiziarie di costumate fanciulle appartenenti presuntamente a quella parentela. E ora sfogano la rabbia di tanta bile repressa dirigendola contro il bersaglio più improbabile. Forse non si sono resi conto che il clima morale in Italia è cambiato, speriamo per sempre. Forse non hanno capito che la gente dai politici si aspetta proposte, critiche, argomentate e se occorre anche dure, quando fossero meritate, all’operato del Governo, e non trovatelle di bassa lega.
Ma non ci illudiamo: l’autore del Porcellum troverà sicuramente altre gag dello stesso livello. Speriamo soltanto che la nostra maggiore stampa (non sto parlando di Padania, ovviamente, e neppure dei fogli della famiglia Berlusconi), nel riferirle come doveroso, vi dedichi il poco spazio che meritano e ci metta quel pizzico di distacco, di ironia, che spetta alle trovate di capocomici un po’ in disarmo, perché la politica è una faccenda seria, specie in momenti di gravi difficoltà, e dare spazio a queste trovate significa involgarirla e svilirla.
In conclusione, è davvero triste vedere a che livello alcuni riducono la vita pubblica e la più che legittima polemica politica. E’ una fortuna che a rianimarci un poco sia venuto il messaggio di fine d’anno del Capo dello Stato (di cui Rivoluzione Liberale ha dato ampio conto) che si libra in una sfera morale e intellettuale situata a siderale distanza da quella in cui si muovono i capi della Lega: un messaggio all’altezza del suo autore, e cioè sobrio, realistico, senza concessioni, ma con una nota di fondo di non forzata e non retorica fiducia nell’Italia e nella sua capacità di riprendersi. Grazie, caro Presidente: tra tanti avvoltoi, tanti nanerottoli e tanti menagramo, di un po’ di autostima e di speranza avevamo veramente bisogno!
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