La seconda settimana del 2012, é stata particolarmente densa di eventi significativi e dalle conseguenze di lungo termine.
Dal punto di vista del 1.200.000 cittadini che hanno firmato per il referendum abrogativo della legge elettorale, la decisione negativa della Consulta ha costituito un colpo difficile da digerire e il segretario del PLI, on. de Luca, ha espresso con eloquenza su queste colonne la frustrazione e l’ira di chi si é visto scippare il diritto del popolo sovrano a decidere le regole essenziali della convivenza democratica. Non so se la decisione della Corte rispondesse a motivi giuridicamente fondati o a semplici considerazioni di convenienza politica. Lo vedremo quando sarà possibile leggere le motivazioni di una sentenza che sarà stata certamente molto discussa e forse anche sofferta (lo dimostra il tempo che ha richiesto). Personalmente – e lo sottolineo – tendo a dare istintiva fiducia ai componenti di un consesso così alto, perché mi risulterebbe devastante pensare che agiscano per motivi altri che la loro coscienza e il loro convincimento giuridico. In altre occasioni, del resto, quando da altre parti politiche sono state rivolte alla corte accuse di parzialità, l’abbiamo difesa. E francamente, l’ulteriore volgarità del solito Di Pietro contro il miglior Capo dello Stato di questi decenni mi porterebbe piuttosto a simpatizzare coll’organo di Palazzo della Consulta. Ma sono considerazioni davvero a fior di pelle. Aspettiamo, ripeto, le motivazioni, e intanto prendiamo atto che una grande speranza di rimettere in mano al popolo decisioni di grande portata é andata frustrata. Ragione di più per continuare a battersi, in tutte le sedi possibili e con tutti i mezzi consentiti, perché una legge elettorale vergognosa (il cui equivalente esiste solo in Paesi di democrazia molto dubbia) sia radicalmente modificata, soprattutto riequilibrando la rappresentanza parlamentare alle percentuali di voto raccolte nelle urne e permettendo agli elettori di scegliere i loro eletti senza imposizioni partitiche. É sin troppo chiaro che la legge così com’é conviene alle segreterie dei partiti maggiori, che così possono continuare a condizionare i loro parlamentari, ma va registrato che, forse per effetto della coscienza sporca, i rispettivi leader, con l’eccezione della Lega, non osano difenderla. Registriamo dunque, sia pure con cautela e sospetto, le dichiarazioni di Alfano, di Bersani, di Casini e chiamiamoli ad agire in coerenza colle loro parole. Se non lo facessero, che i rispettivi partiti siano puniti nelle urne, a favore di quelli che su questo tema hanno da sempre una posizione cristallina.
L’altro evento importante sul fronte politico é costituito dalla votazione negativa della Camera all’arresto dell’on. Cosentino. Non si può non pensare che un privato cittadino, in un caso analogo, sarebbe già da tempo nelle patrie galere. Ma la Costituzione ha voluto così e dobbiamo rispettarla. D’altra parte, per un liberale il tintinnio di manette ripugna, in ogni caso in cui non sia strettamente giustificato dalle ragioni che elenca il Codice: pericolo di annacquamento delle prove, di ripetizione del crimine o di fuga. Ricorrevano questi estremi nel caso in esame? Non lo so. So però chiaramente che è arbitrario, come fa il recidivo Di Pietro, che la Camera delegittimi la Magistratura. La Camera ha agito nell’ambito dei suoi poteri costituzionali e nessuno, neppure i magistrati, sono al di sopra della Costituzione, come forse vorrebbe l’on. Di Pietro. Un po’ di umiltà per favore: i magistrati sono uomini come tutti gli altri, sottomessi alle leggi e naturalmente fallibili. Al di là dell’arresto, forse innecessario, conterà il processo e l’eventuale condanna. La Magistratura vada avanti com’è suo dovere e potere e se l’on. Cosentino sarà dichiarato colpevole nei tre gradi di giudizio, come sembra verosimile, e solo allora, vada in prigione. Ma il caso ha avuto conseguenze politiche imprevedibili, con la spaccatura della Lega. Non comprendo molto quale sia il punto, visto che in questa materia era stata lasciata, com’é giusto, libertà di coscienza e quindi gli strilli dell’on. Maroni mi sembrano fuori di posto. Si tratta di una frattura insanabile? Credo di no, perché nel contrasto Bossi-Maroni (che non data da ieri, ma dal lontano dicembre 1994), credo sia Bossi tuttavia il più forte, ma perlomeno si é dimostrato che neppure la Lega é un monolito a guida unica.
Sul fronte economico, c’é stato il declassamento di molte economie dell’Eurozona, Italia in testa, da parte di Standard & Poor’s. Ho già scritto più volte che le agenzie di rating americane sono tutt’altro che infallibili e che i loro motivi non sono sempre cristallini. Però il fatto resta e pesa e dovrà incitare, non solo il Governo, ma Parlamento, Partiti e sopratutto Sindacati e corporazioni di vario tipo a riflettere e a comportarsi con tutto il rigore richiesto.
Da ultimo, é senz’altro positivo il risultato del giro europeo del Presidente Monti; continuo a pensare che non sarà possibile e neppure utile spezzare l’asse franco-tedesco, che resta l’indispensabile motore dell’Europa, ma che l’Italia debba svolgere il ruolo di terza gamba del tavolo che le spetta per le dimensioni della sua economia. Mario Monti vi si sta lodevolmente adoperando e il prossimo incontro a tre a Roma ne sarà la dimostrazione assoluta. Quello che vorrei si capisse é che la dimensione europea non é qualcosa di accessorio e di prescindibile, ma un elemento fondamentale per la nostra stabilità e il nostro sviluppo. O l’Eurozona supera insieme i suoi problemi e torna a crescere, sostenuta da una Banca Centrale finalmente in grado di svolgere un ruolo decisivo, o cadiamo tutti e noi tra i primi. Chi bercia contro l’euro e l’Europa dimostra solo un inguaribile provincialismo e molta, molta malafede. Bene, dunque, Presidente Monti, vada avanti così, e speriamo che l’Europa dimostri che esiste e che resta uno dei protagonisti essenziali di un mondo globale e sempre più complesso.
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