Un antipasto da leccarsi i baffi è stato servito in occasione della 69esima edizione dei Golden Globe, riconoscimento che, dal 1944, una giuria composta da poco meno di cento giornalisti della stampa estera, rigorosamente iscritti all’Hollywood Foreign Press Association, assegna a ciò che di meglio (anche se spesso e volentieri non lo è per nulla) è stato realizzato durante la stagione appena sfumata in ambito cinematografico e televisivo.
Nomi di spicco e un’ottima selezione cinematografica, all’insegna della florida tradizione hollywoodiana e new-hollywoodiana, hanno accompagnato il pranzo di gala, sullo sfondo dell’elegante Beverly Hilton Hotel di Los Angeles, anticipando, senza complessi, il red carpet di febbraio, in occasione della consegna degli Oscar 2012. Cerimonia attesissima dai francesi Michel Hazanavicious, Jean Dujardin e compagnia cantante, speranzosi di accaparrarsi con il loro The Artist, film muto e in bianco e nero, una o più statuette, sulla scia del successo dei Golden Globe: miglior film nella categoria commedia e musical, miglior colonna sonora (e per un film muto non è poco), e miglior interpretazione maschile per Jean Dujardin. Chapeau anche al cane Uggie, tutt’altro che imbarazzato sul palco, nel far rivivere, accanto ai colleghi, alcuni momenti esilaranti della pellicola più chiacchierata del 2011.
Côté maestri intoccabili, Martin Scorsese e Steven Spielberg, con i loro Hugo Cabret e Le Avventure di Tin Tin – Il segreto dell’Unicorno, si sono rispettivamente aggiudicati il premio per la miglior regia e per il miglior film d’animazione, acclamati da una meritata onda d’applausi, mentre il buon Woody Allen è stato premiato in contumacia, per la sceneggiatura del suo ‘turistico’ Midnight in Paris. Un premio l’hanno anche strappato il brizzolato Clooney per il film The Descendants di Alexander Peyne, miglior pellicola drammatica, la squisita Michelle Williams, nel ruolo di Marylin Monroe, e l’eccezionale Meryl Streep, nei panni della granitica Margaret Thatcher.
A chiosare l’opulenta serata, un riconoscimento alla carriera per Morgan Freeman, in versione iena ‘tarantiniana’, più giovanile che mai nonostante i suoi 74 anni d’età. E fra un mese esatto è già tempo di Academy Awards.
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