Il 27 gennaio è l’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e del limitrofo Birkenau. Da notare che mentre tutti i nomi di località ex tedesche hanno oggi nomi polacchi, non si è voluto cambiare il nome a due località sede dei tanti stermini di massa da parte degli hitleriani come è effigiato su tutti i muri polacchi, dove si è combattuto per la libertà, contro le depravazioni e le ignominie del massacro di tante etnie colpevoli solo di non essere naziste. Eppure Wiederstand è termine tedesco che traduciamo con Resistenza e che portò al massacro indiscriminato anche di tedeschi liberali, socialisti, sindacalisti e comunisti, insieme a massoni, rom, disabili e omosessuali; un massacro indifferenziato di loro e delle loro famiglie: nessuno doveva sopravvivere in virtù di una farneticante supremazia della “pura razza ariana”.

Già il 25 gennaio la Camera dei Deputati in seduta plenaria ha ricordato e onorato la ricorrenza della liberazione di Auschwitz in due modi. Il primo, alla presenza delle massime gerarchie di cittadini italiani di religione ebraica, ripercorrendo le pagine della memoria e della tragedia in Italia voluta dai nazisti e dai loro reggicoda monarco-fascisti. Il secondo modo riguarda il successivo voto quasi unanime della Camera sulla mozione europea delle radici giudaico-cristiane dell’Europa.

Riteniamo che sia l’ora di smetterla di chiamare Ebrei alcuni cittadini italiani, altrimenti dovremo parlare di cristiani, cattolici, valdesi, evangelici, musulmani ed atei. Le fedi sono e devono rimanere un fatto personale e indicare i cittadini italiani con il simbolo delle loro credenze religiose è una forma di razzismo neanche tanto nascosto, che segue e perpetua ancora oggi, nel XXI secolo, in maniera subdola le nefande leggi razziali e discriminatorie per la comunità ebraica.

Non vanno dimenticati anche quei cittadini italiani dall’evidente cognome – come Pontecorvo, capo degli arditi italiani – che fermarono sul Piave, fiume sacro alla Patria, l’ultimo assalto degli arditi austro-ungarici e posero le premesse per l’arrivo vittorioso della nostra cavalleria a Vittorio Veneto. In più, le statistiche dicono che i cittadini di origine ebraica, nella prima guerra mondiale, ebbero più morti, feriti, medaglie al valore, promozioni per meriti di guerra, di qualsiasi altro gruppo di italiani, sardi, piemontesi, siciliani e via esemplificando. Non esisteva motivo alcuno per considerarli in modo diverso. Ebbero e portarono la divisa italiana e la onorarono, combattendo per la Patria di tutti!

E poi, tanti italiani di fede e tradizioni ebraiche che furono (sia per difesa del proprio nucleo originario, sia per onorare la Resistenza ai nazi-fascisti) protagonisti della seconda guerra mondiale, onorando il loro essere italiani in tutti i modi possibili e immaginabili, deve far parte della memoria patria, come i garibaldini, gli uomini di Pisacane, i romani della Repubblica del 1848. I Liberali portano nel cuore, oltre al tricolore – anche e idealmente – la stella di Davide che rappresenta una delle più antiche popolazioni organizzate sul nostro territorio, dalla Sicilia, alla Calabria, al Lazio, con le mura ebraiche del porto e della Sinagoga e a Roma con le catacombe sparse intorno al nucleo della Città.

La perdita della memoria è l’inizio della perdita dell’identità del nostro Paese, che avrà tanti difetti, ma non è certo razzista nella sua stragrande maggioranza. E senza dimenticare che Fratelli d’Italia, il nostro inno nazionale, vorrà pur dire qualcosa in fatto dell’italianità di tutti noi.

© Rivoluzione Liberale

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1 COMMENTO

  1. Bravo Giancarlo, non potevi celebrare meglio il giorno della memoria. Esaltare la italianità della comunità ebraica, che ha fatto la propria parte con onore nella costruzione dello Stato unitario, prima e nella sua difesa, dopo, è un atto di doveroso omaggio.
    Una sola osservazione aggiuntiva. I campi di sterminio furono certo opera della barbarie germanica, in nome della purezza della razza Ariana, che tuttavia non avrebbe potuto realizzarsi senza la complice vigliaccheria di altri popoli europei, italiani compresi.
    Nell’onorare quei sei milioni di vittime innocenti, non possiamo ignorare le responsabilità dell’Italia fascista. Allo stesso tempo abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli e nipoti che, l’antisemitismo ha avuto, e purtroppo ha, solide radici ovunque in Europa, dove, purtroppo razzismo e xenofobia non sono ancora sconfitti. Anche Roma papalina, nel passato, ha perseguitato o comunque discriminato, la comunità ebraica.
    Quindi, nell’appuntarci al petto in questa giornata speciale per tutto il mondo civile, la stella di Davide, non possiamo non avere qualcosa di cui scusarci per le ombre di un passato di cui portiamo la responsabilità ed insieme di cui essere grati perchè, da quel immane sacrificio, è scaturita la Dichiarazione dei diritti dell’uomo.

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