Riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione di Stefano de Luca, Segretario Nazionale del Partito Liberale Italiano, sull’emendamento della Lega approvato alla Camera con scrutinio segreto in merito alla responsabilità civile dei magistrati.

Quasi mai i liberali concordano con le iniziative della Lega. Hanno tuttavia condiviso  incondizionatamente il loro emendamento, approvato dall’Aula di Montecitorio, con voto ampiamente trasversale, che impone la responsabilità civile dei giudici per i loro atti nei confronti dei cittadini danneggiati.

Un referendum popolare aveva affermato, con larghissimo consenso, tale principio. Successivamente, il Parlamento lo aveva posto nel nulla, dimostrando un inammissibile disprezzo per la volontà dei cittadini ed avallando un insopportabile privilegio, a favore della corporazione dei magistrati, che ne sono esenti, a differenza di tutti gli altri professionisti, che vengono chiamati a rispondere dei propri errori.

Non ci sorprende la schizofrenica presa di posizione di Di Pietro, che ha definito la norma di civiltà oggi votata dalla Camera, come ricattatoria e rivelatrice di “una volontà di fermare la magistratura”. Ma fermare da cosa? Soltanto dai propri errori più clamorosi.

Ci meraviglia, invece, quanto affermato da Bersani, che rivela, di fatto, una sorta di subordinazione, anche del suo partito, a quella consorteria dei giudici, che da troppo tempo tende a porsi al di sopra di ogni altro potere e della stessa legge. Che di questo si tratti, lo dimostra l’affermazione del presidente dell’ANM Palamara, il quale ha definito il voto della Camera come la vendetta dei politici, ed anche lui ha usato l’espressione “fermare” i Giudici. Tale dichiarazione suona come esplicita sfiducia verso quegli altri magistrati che dovrebbero giudicare dell’operato dei colleghi. Una simile frase, detta a caldo, non può che rivelare che si tratti di fratelli serpenti, che non attendono altro che di azzannarsi, o che certe illegittimità e violazioni di leggi sono così frequenti e palesi che si teme possa esservi sempre un giudice a Berlino, in grado di trovare il coraggio di condannare il collega per responsabilità civile.

Il PLI si augura che il Senato non cancelli la norma, assicurando ad ogni cittadino danneggiato da una decisione, emessa colpevolmente, in difformità, o peggio, contro la legge, di poter chiedere ad un altro magistrato, nella certezza che esista sempre un giudice competente ed onesto, il risarcimento del danno subito.

Tutto qua, niente di anormale, anzi ordinaria amministrazione in un Paese moderno e civile. La scomposta reazione dell’ANM, del Fatto Quotidiano, e dei soliti amplificatori, professionisti del partito dei giudici, non sorprende e finisce col diventare essa stessa una conferma dell’uso gravemente distorto del più delicato dei poteri e della necessità di intervenire urgentemente, riaffermando la superiorità del Parlamento

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