Il Consiglio dei Ministri ha approvato, nel decreto Semplificazione, la nascita di una ‘cabina di regia’ per rilanciare la corsa italiana verso gli obiettivi fissati nella digital agenda dell’Ue (uno dei sette obiettivi faro della strategia ‘Horizon 2020’). E-government, e-commerce e smart communities. E ancora, alfabetizzazione informatica, ricerca e investimenti, infrastrutture e sicurezza. Sono i sei pilastri su cui si reggerà l’Agenda digitale made in Italy che, nonostante il ritardo di quasi due anni, ha finalmente preso il via con la prima riunione della task force lo scorso giovedì 9 febbraio.
La strategia definita dai ministri Corrado Passera (Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti), Filippo Patroni Griffi (Funzione Pubblica) e Francesco Profumo (Istruzione, Università e Ricerca), dal sottosegretario all’Editoria Paolo Peluffo e dai rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Coesione Territoriale, si fonda sul principio della fornitura di servizi in rete al cittadino, attraverso lo strumento dell’e-government, seguendo una logica di ‘open goverment‘: certificati on-line e una Pubblica Amministrazione aperta e trasparente che favorisca la partecipazione attiva dei cittadini, riducendo i costi e i tempi del servizio.
Affinché la rivoluzione digitale sia efficace, si renderanno necessari degli interventi infrastrutturali che si articoleranno nell’ambito del progetto ‘Smart Cities’ (città intelligenti): le città del futuro in cui “una grande infrastruttura tecnologica e immateriale faccia dialogare persone ed oggetti, integrando informazioni e generando intelligenza, producendo inclusione e migliorando il nostro vivere quotidiano”.
All’indispensabile investimento in infrastrutture, inoltre, saranno affiancate azioni per far crescere la ‘domanda di Internet’ attraverso un processo di alfabetizzazione informatica (oggi quasi il 40% degli italiani non si collegano alla Rete pur avendone la possibilità). Non sarà trascurata neanche la spinta propulsiva che potrebbe venire dal mondo imprenditoriale. Il successo dell’Agenda Digitale dovrà, infatti, poggiare sul rafforzamento delle capacità tecnologiche delle imprese esistenti e degli enti di ricerca e scommettere sulla nascita di nuove imprese guidate da giovani innovatori. In questo quadro, i gruppi di lavoro coordinati dai ministeri di riferimento (Mise, Miur, Mfp, Ministero della Coesione e Dipartimento per l’Editoria-Presidenza CdM) dovranno dapprima censire le iniziative in corso e, poi, recepire l’agenda europea, individuare le migliori pratiche, ricostruire una visione strategica, definire il quadro finanziario di riferimento, predisporre le azioni normative e progettuali e valutarne le relative ricadute.
© Rivoluzione Liberale
