The help, di Kathryn Stockett (2012; Mondadori; pp. 524; € 18,00) – Dall’articolo del sito Recensione Libro: “(…) è un libro che colpisce con la sua ironia e la sua commozione. Una storia toccante che ci conduce a Jackson, una città del Mississippi, una di quelle con il più alto tasso di omicidi tra bande (…) Le tre protagoniste (…) iniziano a dar voce a storie che nessuno aveva voluto ascoltare fino a quel momento, raccontando cosa significa per le donne di colore essere al servizio di donne bianche, subendo trattamenti crudeli, ma a volte anche dolci. Loro trovano il coraggio di raccontare la frustrazione, il dolore, la rabbia che si prova a non avere diritti, e tra la paura di essere scoperte e la voglia di fare qualcosa per se stesse e i loro figli, rischiano tutto. La scrittrice Kathryn Stockett (…) ci parla di qualcosa che adesso tutti conosciamo, ma che comunque ci tocca nel profondo, facendoci stare dalla parte delle donne che hanno dovuto subire, che non si sono potute ribellare, che hanno perso tutto, ma alla fine un po’ hanno anche vinto la battaglia per i diritti umani. The help oltre ad essere un libro straordinario adesso è anche un film”.

La quinta costellazione del cuore, di Monika Peetz (2012; Garzanti Libri; pp. 301; € 16,40) – Qlibri parla di questo volume “(…) Bestseller del passaparola in Nord Europa. Un successo spontaneo, un romanzo che, grazie alla sola forza dei lettori, in Germania è in cima alle classifiche da più di un anno (…) Che succederebbe se all’improvviso scoprissi che la tua vita è tutta una menzogna? Judith è finita fuori strada. C’è qualcosa che non quadra. E questo qualcosa è ben più di un errore di direzione. Arne ha mentito. Quante cose della loro vita avrebbe distrutto la sua bugia? L’aria tersa tremola per la calura di giugno. Judith, in piedi all’ombra di un albero ai bordi della spiaggia di Narbonne, si guarda intorno. Niente è come dovrebbe essere. E’ tutto falso. E’ tutta una menzogna (…) Pochi giorni dopo l’uscita, il romanzo ha iniziato a conquistare una posizione dopo l’altra, vendendo 400mila copie in poche settimane. La quinta costellazione dorel cue racconta una storia di memoria e di menzogne, di crescita e di coraggio, di amicizia e di perdita che mostra la forza segreta che ognuno di noi custodisce in sé”.

Il giocattolo rabbioso, di Roberto Arlt (2012; Cargo; pp. 192; € 16,50) – Ambientato in una Buenos Aires decadente e piena di riferimenti interculturali grazie alle continue ondate di emigranti europei, nel raccontare la ‘formazione’ del protagonista, Silvio Astier, il romanzo narra la storia di un adolescente, della sua voglia di vivere, la sua rabbia e le sue angosce”. Sta scritto nell’articolo della rivista on-line Buone letture. Un libro “diviso in quattro ‘gironi’, quattro tappe della sua formazione in cui affronta dalla piccola borghesia immigrata ai borghesi locali, dai sottoproletari ai militari presso cui cercherà il riscatto e da cui sarà condannato. Nell’incertezza della società che lo circonda – costretto dalla disoccupazione e sedotto dalla criminalità – Silvio Astier intraprenderà la strada del delitto. Il giocattolo rabbioso è stato per Jorge Luis Borges uno straordinario riferimento letterario (ne Il gioco del mondo), e l’ha definito non solo la migliore di tutte le opere di Arlt, ma superiore a molti dei romanzi argentini osannati all’estero. Anche Cortázar l’ha apprezzato fino a usarlo come modello per Bestiario. Il giocattolo rabbioso è da considerarsi uno dei capolavori della letteratura latinoamericana”.

Conversazioni sull’educazione, di Zygmunt Bauman e Riccardo Mazzeo (2011; Centro Studi Erickson; pp. 146; € 12,00) – Books Blog dice che “vari sono gli aspetti che possono essere messi in evidenza” di questo “libro-intervista. Mi soffermo su due – scrive l’autore dell’articolo – che mi hanno coinvolto di più. Il primo aspetto riguarda la speranza. Nel dialogo che s’intesse tra Riccardo Mazzeo e Zygmunt Bauman si respira la speranza per un futuro migliore. Difficile da attuare, certo, ma non impossibile. Questo è uno dei ruoli dell’educazione: formare alla speranza. Dice il celebre sociologo e filosofo polacco: «La convinzione che mi spinge a cercare, pensare e scrivere nel corso degli anni è che per fare un uso appropriato della libertà di scelta […], abbiamo bisogno di essere consapevoli di quella gamma di azioni insite nel ‘fato’ (il momento storico non scelto in cui dobbiamo agire) e della gamma di azioni alternative […] fra cui possiamo scegliere […] C’è […] molto spazio per la preoccupazione ma non ce n’è affatto per la disperazione (…)»”.

Ballata di un amore italiano, di Davide Longo (2011; Feltrinelli; pp. 112; € 12,00) – Scrive Tuttolibri, inserto del quotidiano La Stampa: “E’ una parabola ‘binaria’, la Ballata (parabola d’Italia, come, per lo stesso editore, le ‘occasioni’ di Erri De Luca). Perché due sono le vicende che si alternano, l’una felice, l’altra malinconica, contraddistinte da un carattere tipografico diverso, una coppia solida nonostante il matrimonio e una nonna (con bambina) in viaggio aereo verso Amsterdam, dove la piccola vivrà con la madre, appena separatasi dal padre. Così come duplice è il filo tessuto nella notte coniugale sotto le stelle, stretti stretti mentre l’orchestrina inanella le cover anni Sessanta, da Roberta a Domani è un altro giorno: in prosa le luci, in rima le ombre”.

In concerto, di Carlo Truppi (2012; SE; pp. 156; € 20,00) – Il Corriere della Sera recensisce questo libro: “(…) siamo davanti a un narratore che si aggira fra rovine, monumenti, costruzioni e fantasie napoletane. Perché, anche se è nato ad Airola, nel Beneventano, nel 1948, Truppi ha studiato e ha vissuto una quarantina d’anni a Napoli, prima di trasferirsi in Sicilia. E Napoli gli ha lasciato un segno indelebile”. E “questo suo secondo romanzo” è “incentrato su un tema di grande attualità: lo sbarco dei clandestini sulle coste siciliane (nel caso particolare, a Siracusa). (…) come in tutti i romanzi che si rispettano, si va dal particolare all’universale (…) comincia una sorta di ‘viaggio nell’isola e nella memoria’ dove i ruoli delle donne e dell’artista s’intersecano, mutano, si scambiano. Dalla Sicilia, i tre protagonisti – in concerto con due amici: Riccardo e Pier – si spostano a Beslan, città russa dell’Ossezia (dove nel settembre 2004, una scuola fu occupata da terroristi ceceni che fecero una strage di civili… ), dalla quale le due donne sono fuggite. D’un tratto Kristina e Yuli decidono di restare; poi ci ripensano. Alla fine, ‘il punto di fuga’ diventa ‘il punto di convergenza’. Come? Sta al lettore scoprirlo”.

L’isola di Pascali, di Barry Unsworth (2008; Passigli; pp. 204; € 14,50) – “(…) divenne un film con Ben Kingsley alla fine degli anni Ottanta”, scrive il quotidiano la Repubblica. “Parla di spie. Non alla James Bond, ma un po’ più scalcagnate in stile Il sarto di Panama o Il nostro agente all’Avana. Ma con meno ironia. Anzi, con più disperazione. In un’isola greca all’inizio del Novecento mentre sta crollando l’impero Ottomano un oscuro informatore del sultano redige il suo ultimo rapporto. Con la speranza che almeno questo venga letto e apprezzato da Sua Eccellenza. Descrive l’arrivo sull’isola di un signore inglese sedicente archeologo. Lo aggancia, lo pedina, perquisisce la sua camera d’albergo e trova una pistola. Chi è quell’uomo? Che cosa è venuto a fare? Potrebbe essere lui la svolta professionale che gli farà lasciare quest’isola sperduta per tornare a Costantinopoli?”.

La carta più alta, di Marco Malvaldi (2012; Sellerio Editore Palermo; pp. 198; € 13,00) – “I gialli di Marco Malvaldi, di professione chimico, – scrive il sito Cultura e Spettacolo – non sono quei gialli pieni di azione, nei quali i protagonisti sono commissari, investigatori o agenti segreti (…) La carta più alta è il quarto libro della serie dei ‘vecchietti del BarLume’ ed è incentrato sulla morte di un facoltoso costruttore, Ranieri Carratori, avvenuta vent’anni prima, apparentemente per una malattia fulminante (…) Nei gialli di Malvaldi gli elementi centrali sono principalmente due: il primo, più consono e rispondente ai tradizionali crismi del genere, è il ragionamento deduttivo innescato dall’intuizione, che coinvolge il lettore che vede la verità venire a galla gorgogliando piano piano; il secondo elemento, decisamente più dissacrante e che rende questi libri irresistibili, è l’ironia tagliente e feroce, al limite del cinismo, che è tipica della Toscana (…)”.

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