La Lega ha scoperto la sua ‘primavera’. La metamorfosi è iniziata, ma non sembra che dal bozzolo possa uscire una bella farfalla, piuttosto un insetto informe. L’atteggiamento del Carroccio, infatti, è totalmente cambiato nel giro di pochi mesi: a leggere le pagine della Padania, sembra quasi che Bossi stia all’opposizione da trentacinque anni. E’ però quanto meno curioso notare come la Lega si sia accorta solo ora dei problemi del nostro Paese – quasi siano saltati fuori tutto un tratto – e come, già in precedenza, non si sia avveduta dell’insostenibile situazione italiana. Il dato ancor più preoccupante, però, è che se ne infischia, continuando con insistenza a remare contro i provvedimenti che sono necessari per risollevare le sorti dell’Italia.
E’ evidente che la nuova strategia adottata dal partito di via Bellerio non riuscirà, nel lungo periodo, a ricompattare e, perché no (come il Partito sembrerebbe sperare), allargare la compagine ‘verde’. La fame di voti leghista emerge prepotentemente e raggiunge la sua apoteosi con le posizioni prese a fine gennaio: “Sostegno al movimento dei Forconi siciliano”. Sostegno a chi? Dopo essersi strofinati gli occhi ripetutamente per accertarsi di non essere in un sogno, si capisce che i dirigenti padani non sappiano più a che santo votarsi. La Padania, giornale di partito, in questi ultimi tempi si atteggia come unica voce che strilli a difesa di qualsiasi categoria lavorativa del nostro Paese. Ogni giorno ne viene scelta una diversa, una volta sono i pescatori di Mazzara del Vallo, un’altra gli allevatori del Veneto e così via. Tra le varie classi sociali di cui si erge ad avvocato d’ufficio, però, ve ne sono alcune che godono di ottimi privilegi che l’attuale Governo sta tentando di rimodulare a favore dei cittadini meno ‘protetti’. Se l’anti-riformismo delle pensioni era sino a pochi mesi fa un baluardo leghista da quasi due decenni, ora farmacisti, avvocati, notai sono diventati la base elettorale di Umberto Bossi & Co..
Ci troviamo di fronte a un disperato tentativo di rimanere a galla, pensando così di poter sfuggire a quel sentimento di antipolitica che ha ormai pervaso il Paese. A fronte di coloro che hanno ritenuto di mettere per il momento da parte l’eterna campagna elettorale e ‘rischiare’ i propri voti per ridare al nostro Paese quell’appoggio di cui necessita, qualcun altro, che evidentemente non riesce a liberarsi di un’ossessiva ricerca di consenso, continua imperterrito a fregarsene e a remare contro, con risultati chiari agli occhi di tutti. Ma il Senatur è sempre più al margine politico e pare combattere da solo una lotta contro i mulini a vento. Nonostante la Lega insceni una difesa di chiunque passi al convento, nessuna categoria è interessata a beneficiare del suo appoggio, nella consapevolezza, supportata dall’evidenza, della drastica perdita di peso che i ‘lumbard’ stanno subendo all’interno del sistema decisionale del Paese.
I cittadini – e tra questi anche tanti padani – hanno iniziato a credere che sia meglio fare da soli, piuttosto che rivolgersi alla politica di un Carroccio che si atteggia a ‘rimorchiatore’ della Patria. Ma questa Patria risponde picche.
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