Mario Monti ha deciso che la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020 non debba esserci perché la garanzia che il Governo avrebbe dovuto dare all’operazione non può essere sostenuta: “Il governo non ritiene che sarebbe responsabile, nelle attuali condizioni dell’Italia, assumere questo impegno di garanzia dei costi delle Olimpiadi”. Così il Premier Mario Monti ed ancora che il governo “ha dovuto chiedere sacrifici molto importanti” agli italiani e “siamo riusciti a superare forse il passaggio più difficile, ma le turbolenze che ancora caratterizzano i mercati finanziari e l’Eurozona (è sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo in Grecia) non consentono ancora di prescindere da questa difficile situazione finanziaria”.
Tralasciamo le reazioni amare del Sindaco di Roma e dei vertici sportivi nazionali che per ovvie ragioni si sono sentiti bistrattati da questa decisione. Riportiamo invece qualche dichiarazione dei politici rilasciata a caldo alle Agenzie.
Il PD per bocca del suo Segretario Luigi Bersani ha commentato: “Il governo ha preso una decisione meditata, che rispettiamo. L’importante adesso è che questa scelta venga letta come segno di responsabilità e non di sfiducia in noi stessi”.
Il leader dell’UDC Casini: “Bisogna essere onesti: le motivazioni di Monti sono tutt’altro che peregrine e dimostrano una grande serietà. Monti poteva dire un sì facile o un no difficile, ha scelto la strada della serietà.”
Anche il FLI in una nota della deputata Flavia Perina sostiene che “La scelta di Monti sulle Olimpiadi di Roma del 2020 è di responsabilità e prudenza. Evidentemente i molti interrogativi sulla candidatura, sollevati per primi dal Gruppo di Futuro e Libertà, non sono stati chiariti e hanno dettato una decisione dolorosa per il mondo dello sport e per la città di Roma, ma probabilmente inevitabile”.
Di parere contrario il PdL, tramite il Capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto: “Reputo che la rinuncia a sostenere la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020 sia un grave errore. Sappiamo benissimo che le Olimpiadi a seconda di come sono impostate e poi gestite possono essere un fattore di sviluppo o invece di dissipazione di risorse. A nostro avviso esistevano tutte le condizioni perché si verificasse la prima di queste due ipotesi”.
La Lega Nord, forse per la prima volta ha invece condiviso una scelta del Governo Monti ma viene il sospetto che lo abbia fatto per accreditarsi come partito meno scriteriato di quanto stia dimostrando giorno dopo giorno: “Bene ha fatto Monti a negare l’ok per le Olimpiadi anche perché in un periodo del genere, quando si chiedono sacrifici a tutte le categorie e il Pil è in caduta libera pensare di rimettere in pista una operazione propagandistica non avrebbe senso” ha affermato il senatore Massimo Garavaglia che ha voluto precisare (forse a fini propagandistici/elettorali) come “questa è la dimostrazione che l’opposizione della Lega a Monti non è pregiudiziale. Quando il governo fa una cosa giusta noi onestamente lo ammettiamo”. Bossi, con la sua consueta ‘spontaneità’, ha chiosato: “ottima scelta perché a Roma fanno solo casino”.
Anche il politologo Massimo Teodori prende posizione a favore della scelta di Monti: “Tralasciamo gli altisonanti appelli dei grandi sportivi e dei personaggi pubblici mobilitati per l’occasione e guardiamo in faccia alla realtà delle Olimpiadi richieste per Roma 2020 che sarebbero un pessimo affare per lo Stato e un bidone per i romani. Si tratta infatti di un investimento scriteriato a fronte dei sacrifici chiesti al Paese. Londra, che ha investito oltre 30 miliardi di euro per le attuali Olimpiadi, si è amaramente pentita; ed i giochi di Atene 2004 sono stati all’origine della crisi della Grecia d’oggi.”
Ora, cosa dire di più che il Presidente del Consiglio, da tecnico quale è, ha fatto la scelta giusta? I conti sono conti: rendiconto e previsione di entrate/uscite. Se la decisione è condivisibile per opportunità di bilancio interno, lo è anche perché dimostra alla finanza internazionale che il credito che sta riservando all’Italia negli ultimi tempi non è malriposto. Insomma, siamo sulla via giusta di risanamento dei conti pubblici e, speriamo, di sviluppo e crescita.
D’altra parte, al di là di tutte le valutazioni di ordine tecnico/finanziario e politico, Monti sta tentando di fare quello che la Politica è stata costretta a chiedergli: mettere ordine non solo nei conti ma anche nella gestione della Cosa pubblica. Son finiti i tempi in cui si prendevano impegni “a babbo morto” (come si suol dire) per gli anni venturi, tanto poi ci avrebbero pensato i prossimi governanti a trovare soluzione, magari con qualche “manovra finanziaria” nelle tasche dei contribuenti.
Un sola considerazione di carattere politico ce la concediamo. Vien da chiedersi come mai il PdL è rimasto così tanto “deluso” (eufemismo) dal no alle Olimpiadi 2012 a Roma. Per risponderci a questa domanda, facciamo allora ricorso ad una battuta che corre sulla Rete sin da ieri pomeriggio, parafrasando un vecchio slogan pubblicitario: “L’uomo del Monti ha detto NO alle Olimpiadi. Ci sarà meno da ‘mangiare’!”. Sarà forse che alcuni imprenditori attualmente sugli scranni del Parlamento con la casacca di quel partito-azienda avranno visto sfuggire qualche buon affare in occasione di questo mancato “grande evento”.
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