Il viaggio di Mario Monti negli Stati Uniti è stato un trionfo, coronato dalla ormai famosa copertina su Time. La stampa internazionale ha riportato il coro di lodi che si è alzato sull’operato del nostro Primo Ministro e la stima infinita del Presidente Usa, Barack Obama. Probabilmente l’accoglienza positiva di Monti negli States è stata anche frutto delle relazioni e introduzioni che il Premier ha nel mondo della finanza internazionale, mondo nel quale si muove con una naturalezza ineccepibile e molti analisti oggi sono propensi a pensare che in Italia non ci sia più spazio per i politici. Come scrive Mark Gilbert su Foreign Affairs in Italia c’è una vera e propria “crisi generazionale”, risolvere i problemi economici non porta a risolvere il vero problema, che è politico.

Gli americani hanno rinnovato la fiducia all’Italia anche in politica internazionale. Lo vediamo dalla presa di posizione del nostro Ministro degli Esteri riguardo alla Siria. I media della regione, tra i quali Now Lebanon e Al Arabyia, ne hanno parlato molto. E lo dimostra anche il Memorandum of Understanding (MOU) firmato con Singapore, volto ad estendere la cooperazione in campo militare e logistico. La settimana scorsa era stato siglato un accordo simile con le Filippine. L’area è il Sud Est Asiatico. Gli USA lo hanno scelto come loro zona di sviluppo geostrategico. I conti tornano.

Dopo la standing ovation di Wall Street, sembrava che il nostro Paese avesse superato ogni esame e fosse avviato verso un futuro tutto in discesa. Ma torniamo con i piedi per terra leggendo Tiziana Baraghini su Reuters  che afferma: “a Wall Street piace sicuramente Monti, ma continua ad essere cauta nei confronti dell’Italia. Le 200 persone che hanno applaudito Monti non investirebbero (per ora) un euro nella Penisola”. Ad un mese esatto dal declassamento di Standard & Poor’s, poi, un’altra Agenzia di rating, Moody’s, viene a rovinare la “festa” portando il giudizio sul nostro debito da A2 a A3 con previsioni negative. Fortunatamente, come riportano i giornali stranieri e non, il mercato “ignora” Moody’s e se ne va per la sua strada. Martedì scorso il Tesoro ha fatto il pieno con tassi in calo. Monti più volte ha dichiarato privi di importanza (per lui) i giudizi delle Agenzie di rating, vedremo se anche questa volta avrà ragione?

L’aver rinunciato alla candidatura alle Olimpiadi è stato un gesto che ha lasciato stupiti molti osservatori. La notizia è rimbalzata dal web alle radio, dalle televisioni alla carta stampata, facendo il giro del mondo. In molti gridano allo scandalo, una grande opportunità persa, posti di lavoro buttati all’aria, in tanti  trovano questa decisione un gesto di consapevolezza e serietà. Saremmo stati forti abbastanza da sostenere simili spese? In passato i Mondiali di calcio e quelli del nuoto hanno lasciato cattedrali nel deserto che gridano vendetta. La Città dello Sport dove svetta la Vela di Calatrava in mezzo ai pratoni di Tor Vergata e lasciata marcire dovrebbe insegnarci qualcosa. Prima di lanciare anatemi, facciamo un esame di coscienza.

Grande risonanza è stata data dalla Stampa estera al caso Eternit, dramma italiano che ha causato una catastrofe ambientale e sanitaria permanente. Ha destato stupore poi la messa in vendita di un altro gioiello italiano come la Ducati e suscitato qualche sorrisetto ironico l’aumento delle vendite di macchine di lusso ‘usate’  dopo i blitz della guardia di finanza in molte città italiane. Gli italiani però non sono solo evasori  fiscali e furbi, le eccellenze le abbiamo anche noi: Vega, il piccolo missile italiano è partito con successo per la sua prima missione spaziale. Senza dimenticare che l’export va bene: siamo il primo partner commerciale dell’Azerbaijan, Canali sta aprendo un grande mercato in India e la Tunisia ci ha ‘scelto’ come trampolino di lancio per consolidare i rapporti commerciali con l’Ue. Come ha scritto Giovanni Stringa sul Corriere della Sera, sono le regole incerte, i costi e la burocrazia i nostri “nemici”, gli stranieri non investono da noi per inaffidabilità. Dobbiamo tornare ad essere un Paese normale e rilanciare gli investimenti che, come dice il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, possono essere un elemento di sviluppo e fornire un “contributo anche in termini di occupazione giovanile”.

B. Moody, Le succés de Mario Monti, la fin des politiques en Italie?, Challenge’s, 15 febbraio 2012. “Il successo del Presidente del Consiglio Mario Monti e del suo governo di tecnici, omaggiato in Italia come all’estero, ha non poche ripercussioni in seno alla classe politica italiana, largamente discreditata nel corso degli ultimi anni. Potrebbe addirittura preannunciare una riprogettazione del paesaggio politico italiano, una rivoluzione paragonabile a quella provocata dall’operazione ‘Mani pulite’ che aveva decretato, proprio vent’anni fa, la scomparsa della potente DC (…)”.

M. Gilbert, Mario Monti and Italy’s Generational Crisis, Foreign Affairs, 14 febbraio 2012. “Il Primo Ministro italiano Mario Monti è appena rientrato da una riuscitissima visita negli Stati Uniti, dove si è guadagnato le lodi del Presidente americano Barack Obama per essere riuscito a mettere in piedi così rapidamente tante riforme economiche  (…) L’approvazione di Obama segue il plauso che arriva dalle due sponde dell’Atlantico per il coraggioso piano di Monti che ha portato a tagli di bilancio, l’aumento delle tasse e misure di deregolamentazione. Sebbene il Primo Ministro abbia ridato fiducia ai mercati globali sulle capacità del suo Paese a superare l’emergenza fiscale, il grande dilemma dell’Italia è politico, non economico. A meno che Roma non modifichi la sua cultura politica, i cambiamenti che il Governo Monti ha portato in Italia – maggiore sobrietà e una rigida dose di liberalizzazioni – difficilmente dureranno (…)”.

G. Ugeux, Restructurer la dette italienne est urgent et indispensable, Le Monde, 15 febbraio 2012. “Nel prossimo trimestre l’Italia dovrà rifinanziare 150 miliardi di euro del suo debito pubblico. Questa scadenza è sostanziale, e lasciar fare le forze del mercato e le incognite date dalla fiducia degli investitori rappresenta un rischio formidabile (…) Il programma del Governo italiano è stato accettato bene, sia in Italia che in Europa, e Mario Monti con la sua squadra di ‘tecnocrati’ dispongono di un largo consenso e di grande fiducia. Il Piano ‘Salva Italia’ è intelligente: comprende misure di sostegno all’impiego e agli investimenti che potrebbero migliorare la situazione economica contemporaneamente all’aumento delle entrate e alla diminuzione delle spese (…)”.

S. Delaney, Italy can’t afford to host Olimpics, won’t bid, Los Angeles Times, 15 febbraio 2012. “Ospitare le Olimpiadi del 2020 è un lusso che l’Italia non può permettersi in un momento di troppa incertezza economica, ha dichiarato il Primo Ministro Mario Monti, il giorno prima della scadenza del perfezionamento della candidatura ufficiale al CIO di Losanna (…) Le difficoltà economiche dell’Italia non si risolveranno in poco tempo, per questo motivo non si può rischiare di investire in progetti troppo ambiziosi. La decisione del Governo ha lasciato i promotori, tra i quali il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, molto delusi (…)”.

BBC News, Moody’s cuts Italy, Spain and Portugal’s credit ratings, 14 febbraio 2012. “Italia, Spagna e Portogallo sono tra le Nazioni dell’eurozona ad essere state declassate dall’Agenzia di rating Moody’s (…) Malgrado il declassamento, sia l’Italia che la Spagna hanno abbassato i tassi di sconto e le loro aste di BOT sono andate molto bene (…)”.

T. Barghini, Wall Street likes Monti, but still wary of Italy, Reuters, 13 febbraio 2012. “Una lunga standing ovation ha accolto Mario Monti la scorsa settimana al suo ingresso nell’affollata Card Room al settimo piano della Borsa di New York. Ciò non significa però che le duecento persone presenti fossero pronte a spedire i loro soldi nella penisola del Mediterraneo (…) La mancanza di crescita è il rischio maggiore che corre l’Italia (…) Malgrado l’affetto per l’Italia e per Monti, ci vorrà tempo perché questo si trasformi in denaro sonante”.

NOW Lebanon, Italy backs Arab-UN peacekeeping mission in Syria, 10 febbraio 2012. “L’Italia sostiene il dislocamento di una missione di pace congiunta Lega Araba-ONU per mettere fine alle violenze in Siria, ha dichiarato lunedì il Ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi”.

AFP per Le Point, Obama dénonce un ‘bain de sang atroce’, 10 febbraio 2012. “Gli Stati Uniti e l’Italia sostengono l’idea della Lega Araba di mandare nuovi osservatori più numerosi  ed incisivi. Il Presidente americano Barack Obama ha denunciato il ‘bagno di sangue atroce’ che è in corso, secondo lui, in Siria ed ha assicurato, al termine di un colloquio alla Casa Bianca con il Primo Ministro italiano Monti, che gli Usa e l’Italia volevano mettervi fine”.

Channelnews asia, Stories, Singapore local news, 13 febbraio 2012. “I Ministri della Difesa di Singapore e Italia rafforzeranno la cooperazione in campi come quello della difesa, preparazione militare, ricerca, sviluppo e logistica. Lunedì hanno firmato un Memorandum of Understanding (MOU) per la Cooperazione militare”.

Le Monde, Seize ans de prison dans le procès de l’amiante, 14 febbraio 2012. “Il tribunale di Torino ha condannato, lunedì 13 febbraio, a sedici anni di reclusione, i due accusati del processo sul dramma italiano dell’amianto, il più grande mai organizzato sulla ‘fibra killer’. L’ex proprietario del gruppo svizzero Eternit e l’ex amministratore di Eternit Italia, il barone belga de Cartier de Marchienne, giudicati in contumacia, sono stati ritenuti responsabili della morte di tremila persone in Italia: operai o abitanti delle città dove Eternit operava”.

A. Goncalves, Premier tir réussi pour la fusée europeénne Vega, Les Echos, 13 febbraio 2012. “Il piccolo missile di origine italiana è decollato, come previsto, stamattina da Kourou. In questo primo lancio, Vega trasporta due satelliti scientifici e sette ‘nanosatelliti’ da meno di un chilo ideati da alcuni studenti (…)”.

T. Ebhardt, Ferraris Out of Fashion as Italy Nabs Tax Evaders, Bloomberg, 10 febbraio 2012. “La polizia è stata sguinzagliata per Milano a fine gennaio ed ha fermato più di 350 veicoli, tra i quali molti SUV e auto di lusso (…) Il proprietario di un Range Rover dichiara di essere stato fermato tre volte nel corso delle ultime settimane ed ha paragonato il clima che c’è oggi in Italia simile all’era McCarthy in America: colpevoli per sospetto (…) Questo  imprenditore, come molti altri proprietari di macchine di grossa cilindrata, ha deciso di vendere il SUV seminuovo. Per paura del fisco, le Ferrari diventano fuori moda (…)”.

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