Il Congresso Nazionale per ogni Partito è un appuntamento importante, ma per fare cosa? Certo, per rinnovare gli incarichi di vertice. Ma guai, ed avviene sovente, se questo dovesse diventare l’unico obiettivo. Il nostro ultimo Congresso del 2009 si divise tra due linee diverse. Rispetto a chi credeva che il posto del PLI fosse accanto ai conservatori della destra e ne auspicava lo scioglimento nel PDL, come fu per altre formazioni, prevalse la scelta di una difficile collocazione autonoma, al centro dello schieramento, che si è rivelata nel tempo vincente. La tentazione di collocare i liberali tra i conservatori è sempre ricorrente, mentre tutta la loro storia li caratterizza come forza riformatrice e di progresso.
Nell’imminenza di un altro appuntamento congressuale, come sempre, vi è un grande fermento, ma mi pare di sentir parlare troppo di organigrammi, semmai anche di propositi per una maggiore efficienza organizzativa, ma non di linee politiche.
In Italia, da oltre un ventennio, ha prevalso un pragmatismo continuista, che ha prodotto la crisi di sistema cui stiamo assistendo, mentre la principale ragion d’essere di un movimento che pretenda di essere liberale, è quella di proporre scelte coraggiosamente innovative.
La nostra Assise nazionale dovrebbe registrare con soddisfazione che, finalmente, sia pure in nome dell’emergenza e grazie ad un Governo tecnico, si sono avviate alcune riforme, che chiediamo da anni: dalle pensioni, all’avvio delle liberalizzazioni, anche se molto parziali e nei confronti soltanto di determinate categorie, nonché ad un modesto intervento per la sburocratizzazione e per la moralizzazione della vita pubblica, cominciando dalla lotta all’evasione fiscale. Persino nel campo dell’istruzione si fanno strada idee liberali, quali il primato della qualità degli studi e del merito individuale e la discussione avviata sul valore legale dei titoli di studio.
Il Congresso liberale dovrebbe quindi, in primo luogo, proporre un’agenda delle riforme più urgenti, cominciando dalle privatizzazioni per ridurre il debito pubblico e stroncare il perverso rapporto tra sottobosco politico e gestione delle aziende di proprietà dello Stato o dei soggetti territoriali, cancellando in modo definitivo gli Enti inutili, ovviamente a cominciare dalla effettiva soppressione delle Provincie. Per sostenere la necessaria ripresa, è necessario, altresì, aprire un confronto che consenta di pervenire ad una riforma fiscale più equa, che non penalizzi sempre l’impresa ed il lavoro e che, grazie meccanismi di detrazione, determini il necessario contrasto di interessi per fare emergere nuova materia imponibile.
Il PLI inoltre deve far comprendere che la nuova formazione centrista, cui si sta lavorando, se non avrà una visibile costola laica, non sarebbe altro che la resurrezione impossibile della Democrazia cristiana, rischiando di perdere la spinta propulsiva, che deriva dal consenso diffuso nei confronti dell’Esecutivo di Mario Monti. Bisogna quindi che il Congresso decida di avviare un processo costituente, ma non per la semplice riunificazione delle tante iniziative liberali, molte delle quali create semplicemente per soddisfare il narcisismo di qualcuno, che ha un’associazione od un Sito, dietro al quale, il più delle volte, vi è una sola persona. La Costituente deve mirare più in alto alla creazione di una forza politica, di ispirazione liberale, laica in quanto fondata sulla tolleranza e sul presupposto della convivenza tra laici e cattolici. Un luogo della politica dove si possano ritrovare i primi nella gara della vita, cui va riconosciuto il merito, e gli ultimi, cui va assicurato il sostegno sociale dovuto. Un soggetto in grado di coniugare la questione di un Nord, che ha perso parte della propria spinta propulsiva, e quella, ormai divenuta vero e proprio dramma, di un Sud, che non riesce a sopravvivere e non vede alcun futuro per le nuove generazioni.
Anche se taluni segnali mi rendono scettico, mi auguro che si possa sviluppare un dibattito alto e che possano emergere posizioni ambiziose, non per i singoli protagonisti, ma per la complessiva causa liberale, che, ora come mai nel recente passato, ha una chance di successo.
La componente “Liberali per l’Italia – PLI” alla Camera dei Deputati è stato il primo passo in questa direzione, anche se dopo non ne sono stati compiuti altri. Con pazienza ed impegno si deve riprendere quella strada, invitando anche le altre forze del Terzo Polo ad aprire un cantiere completamente nuovo in termini di progetti per il futuro e relative alleanze, senza accontentarsi della prospettiva dell’ordinaria amministrazione, cui il Paese sarebbe condannato, se dovesse ripiegare sul compromesso continuo, insito nella ipotesi, pure possibile, di una Grosse Koalizion alla tedesca.
Mi sono limitato ad alcune prime indicazioni, che, spero, possano aprire un dibattito proficuo e partecipato.
© Rivoluzione Liberale
.
[Nota della Redazione – I lavori del XXVIII Congresso Nazionale del Partito Liberale Italiano si svolgeranno a Roma dal 23 al 25 marzo presso l’Hotel Eurostars Roma Aeterna in Via Casilina, 125 ]

Credo che il congresso dovrebbe tenere conto delle interessanti riflessioni fatte da vari a commento dell’articolo “La Costituente Liberale “ di Maurizio Irti – pubblicata il 15 luglio 2011, https://www.rivoluzione-liberale.it/una-costituente-liberale/ . Vi rimando a tali commenti dove anche io, 2 giorni fa, ho fatto un po’ di cronaca e riflessioni.
Ripeto però le domande finali :
E’ stato finalmente capito che serve una casa comune, altrimenti non se ne esce? I “vecchi” sono disponibili a sostenere ed aiutare le nuove leve ad affermarsi e a rappresentare pubblicamente un mondo liberale finalmente riunito ? Può essere il PLI la ritrovata casa comune che offre le fondamenta per costruire una presenza liberale realmente incisiva laddove si decide e si governa ?
E NON predeterminare con chi ci si allea. Lo si farà con chi accetterà un programma il più liberale possibile, con promesse e persone credibili.
Ecco il tema portante del prossimo congresso. Fatto di strategie e persone convinte, capaci e credibili per la loro realizzazione.
Vale per tutti. O c’è chi recita due parti in commedia?
non so se ho capito bene la domanda, che è il modo migliore per dare una risposta sbagliata.
Se la inerpreto bene , la risposta dovrebbe essere :
andate-andiamo a ricercare tutti i gruppetti liberali che ci sono in Italia, si faccia un discorso ed un accordo serio, e si lavori tutti insieme e nella stessa direzione.
Per gruppetti valgono anche singoli di valore, che se ne stanno lontani dal PLI ognuno per ragioni da chiarire e appianare.
Se la domanda , sempre se ho ben capito, è rivolta a me, il solo mio interesse è l’affermazione di una politica liberale, dell’onestà e dell’etica, per vivere e lavorare in una nazione migliore. Per il resto posso fare tranquillamente il semplice supporter, operativo e contribuente. So come riempire con soddisfazione le mie 24 ore. Certamente non sono ineressato a ritornare in Parlamento o al Governo, cosa che credo mi sarebbe stata possibile in questi anni. Credo di poter continuare a contribuire con i miei team, come sto facendo, ad una miglior definizione della politica economica.
Per altri, lo deve chiedere a loro.
Grazie per la cortese risposta. Della quale, sicuramente, potranno trarre beneficio tutti i lettori.
Fa piacere che nel frattempo sul sito Centro Studi Liberali fra i partiti di area liberale sia comparso il PLI e ne siano spariti altri, primo fra tutti la Lega.
Dispiace, invece, che persone della levatura di Taradash abbiano fin troppo presto smesso di dare il loro contributo affinchè la diaspora liberale potesse essere ricomposta nel PLI: se si vuole veramente che un partito raggiunga quella massa critica sufficiente a non essere irrilevante non ci si può ricordare della sua esistenza solo in prossimità dei congressi che ne stabiliscono la dirigenza. Senza costanza e continuità si ottiene ben poco di importante. Ovunque. Ma con quello che Lei ha fatto nella vita, lo sa molto, ma molto meglio di me e meglio di molti altri. Perchè questi anni ci hanno insegnato senz’altro che solo in presenza di un soggetto politico autonomo di tradizione liberale si può sperare di far valere i suoi principi ed i suoi metodi in un contesto particolarmente ostico come quello italiano. Ma un obiettivo così ambizioso e difficile non si improvvisa senza tenacia a meno di non surrogare ad altri il compito che poi sistematicamente lo sviliscono. E’ per queste ragioni che sinceramente mi auguro che il Suo intresse per il PLI non sia estemporaneo, perchè c’è bisogno di persone capaci come Lei.
Penso che l’essenza che dovrebbe connotare il PLI sia stata ben dipinta da Imarisio sul Corriere di qualche giorno fa in occasione della presentazione della candidatura di Enrico Musso alla carica di sindaco di Genova:
“(..)Musso, cinquantenne professore e parlamentare del centrodestra che nel 2008 rese la vita difficile alla Vincenzi, portandola al ballottaggio. Da allora ha fatto i compiti per non fallire l’esame di riparazione, abbandonando il berlusconismo militante, condizione irrinunciabile in una città dai cromosomi sinistri e laici, e piazzandosi al centro, liberale a metà strada tra Terzo polo e Pdl light. Il restauro gli è venuto così bene che nei mesi dell’incertezza qualcuno in casa Pd ci aveva fatto un pensierino. Oggi è certo di potersela giocare fino in fondo, magari confidando anche nei grillini che alle prossime elezioni vengono stimati intorno al 7-8 per cento”.
Invece, penso che sia sbagliato il sostegno che il PLI ha deciso di dare a Lucca a Favilla la cui Giunta è già stata travolta dagli scandali e già costretta ad un intempestivo rimpasto. Mi pare che sia cascato proprio in quella tentazione a cui accenna il Segretario in apertura di questo articolo, di collocarsi tra le forze conservatrici. Le peggiori, in questo caso. Il rischio che quel poco di buono che è stato fatto in occasione delle Provinciali della scorsa primavera venga delapidato è affatto remoto.
Per il resto, la domanda era rivolta in primo luogo a Lei, perchè aveva sollevato la questione. In secondo luogo a tutti gli interessati affinchè si possa “aprire un dibattito proficuo e partecipato” in vista del XXVIII Congresso nazionale.
caro Lopez,
la rassicuro che da SEMPRE, con autorevoli testimoni anche in casa PLI:
-mi interssa solo una Italia più liberale ed etica;
-credo che serva un partito liberale più grande possibile e fatto di soli liberali, che poi tratti, senza preclusioni, con chi può essere più vicino, anche eticamente;
– non sono interessato a cariche o al PLI ; sono interessato al risultato liberale ed ai mezzi per raggiungerlo, dando il mio contributo, PLI compreso;
-ho da sempre lavorato e contribuito per queste cose con chi le vuole veramente e vado in casa d’altri solo quando sono gradito ed invitato ;
Spero che potremo tutti lavorare insieme per un progetto vincente, le cui linee essenziali sono state ben espresse nella lettera aperta di Alfredo, Carlo e Renato.