‘Russia Giusta’ è nato il 28 ottobre 2006 dalla fusione tra Rodina (Patria), Partito Russo della Vita e Partito dei Pensionati Russi. Tenuto conto delle peculiarità dello spettro politico russo, può essere ideologicamente riconducibile a un centro-sinistra occidentale di stampo socialdemocratico rivisto e corretto.
Il programma elettorale di Sergej Mironov (uomo di punta di SR, nonostante il presidente nonché leader del gruppo parlamentare sia Nikolaj Levičev – eletto durante il V Congresso del partito nell’aprile 2011) si basa su alcuni punti fermi: equità nella distribuzione del reddito (da raggiungere anche favorendo una miglior utilizzazione delle risorse ottenute dalle esportazioni di materie prime energetiche); attenzione alle politiche sociali per arrestare il depauperamento demografico della Federazione; concreta lotta alla corruzione (da equipararsi giuridicamente all’alto tradimento); riforma del sistema politico-giudiziario; accesso facilitato a prestazioni sanitarie adeguate; garanzia per la sicurezza alimentare del Paese; incremento del peso internazionale della Federazione e delle forze armate. Positio princeps nel programma va all’attenuazione della sperequazione sociale. L’iniziativa privata, regolamentata e controllata dallo Stato, è ritenuta fondamentale per lo sviluppo del Paese. Ovviamente, come in quasi tutti i partiti fin qui analizzati, anche SR si caratterizza per un novero di proposte di difficile comprensibilità per un pubblico ‘occidentale’. Tra queste: la volontà di limitare l’accesso alle risorse minerarie federali a vantaggio dei soli cittadini russi; il ritorno alla pianificazione quinquennale; l’annullamento del rimborso IVA per gli esportatori di materie prime; l’adozione delle proposte di legge già esistenti sulla nazionalizzazione delle imprese che si trovino in situazioni d’inefficienza o sofferenza.
La nascita di SR (ma anche di Pravoe Delo) può essere addotta alla volontà del Cremlino di creare partiti di opposizione ‘pilotati’. Entrambe queste formazioni si sono inizialmente poste in un’ottica di critica costruttiva alla dirigenza russa, pur senza mettere in discussione capisaldi teorici e architettura politica del regime. Tuttavia, la pantomima di competizione fra questi partiti non ha potuto non risentire dell’artificiosità della loro creazione.
Apparentemente, la distanza reciproca fra SR e Russia Unita è aumentata nel corso dell’ultimo biennio. Il 2 febbraio 2010, durante un’intervista in prime time, Mironov ha ridimensionato quello che a suo dire era stato “un sostegno completo e incondizionato all’azione di Putin”. Alle tensioni esplose in seguito alle dichiarazioni ha fatto seguito un accordo di non belligeranza fra i due partiti stipulato a febbraio, e annullato da Mironov appena un mese dopo. L’anno seguente, a marzo 2011, Mironov ha annunciato pubblicamente che SR non avrebbe sostenuto il candidato di RU alle venture elezioni presidenziali, esacerbando i rapporti fra i due partiti.
Come conseguenza di queste schermaglie, molti membri influenti di Spravedlivaja Rossija hanno abbandonato il partito (tra questi, il vicepresidente della Duma Aleksandr Babakov, che ha lasciato per il ‘putiniano’ ONF), richiedendo una maggior “moderazione” nei rapporti con il Cremlino. Gli appelli sono caduti nel vuoto, tanto che ad agosto è stata prospettata un’alleanza con il KPRF (da quest’ultimo respinta) in un quadro di piena opposizione al partito-monstre. Il 24 settembre 2011 si è tenuto il VI Congresso del partito. Al centro del dibattito, le elezioni parlamentari di dicembre e le Presidenziali del 2012 (con l’ufficializzazione della candidatura di Mironov). L’approvazione da parte del congresso del programma elettorale ha definitivamente suggellato il nuovo indirizzo del partito in diretto contrasto a RU.
A dispetto degli esangui indici di gradimento personale (Mironov è dato dai sondaggi al 5%, nonostante il partito avesse raccolto alla recente tornata elettorale il 13,24% dei voti), il candidato presidente si è detto convinto che una maggior liberalizzazione della vita politica Russa non condurrebbe in nessun caso a scismi all’interno del suo partito. Pochi giorni fa ha ribadito questo concetto, precisando che SR “non può mollare ora”.
Alcuni critici ritengono che il partito abbia commesso un errore strategico collocandosi nel risicato spazio politico disponibile fra Russia Unita e i comunisti del KPRF, e che potrebbe trarre forza solo dalle eventuali debolezze di queste due importanti formazioni (vaso di coccio fra vasi di ferro). Al di là della situazione contingente, le cupe prospettive elettorali sembrano poter avviare al tramonto un progetto scaturito più dal freddo calcolo che dalla passione politica.
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