Sara Tommasi non rinuncia al piacere di spogliarsi in pubblico. E chi se ne frega!, potrebbe dire qualcuno. Le ragioni del gesto affondano le radici in una protesta dallo scopo, almeno superficialmente, lodevole: cioè andare contro il cosiddetto ‘signoraggio’ bancario. Discutibile il metodo scelto dalla soubrette: partecipare a un convegno sulle banche alla Camera dei Deputati in qualità di esperta (la Tommasi è laureata alla Bocconi, “proprio come Monti”, ha tenuto a precisare con una certa soddisfazione) accompagnata dall’amico e compagno, il filosofo Alfonso Luigi Marra, e da Domenico Scilipoti, ginecologo (sic!) e politico.
Terminato l’incontro, forse esausta, la Tommasi non ha perso tempo: si è fatta una ‘vasca’ al Corso non rinunciando a sollevare il tailleur che indossava. Sotto il vestito: niente, a parte le calze velate. Ormai la cosa non fa più scandalo, e a nessuno è venuto in mente di chiamare la Buon costume (esiste ancora il reato di atti osceni in luogo pubblico?), né tantomeno la Neurodeliri, altrimenti vieni subito tacciato di essere bigotto e bacchettone. La showgirl non è nuova a questo esibizionismo da quattro soldi, in precedenza si era fatta fotografare in mutande davanti a un bancomat sempre per il medesimo scopo: far schizzare lo spread, intimidire Piazza Affari e far vacillare le lobby. Che fosse – a dir poco – eccessiva, lo si era capito da tempo, dall’ultimo striptease da Chiambretti (per il quale è stata sbertucciata e allontanata), ma anche dalle intercettazioni che saltarono fuori l’anno scorso nell’ambito del ‘caso Ruby’. Dai festini agli sms ai Berlusconi (padre, figlio e fratello, ma anche a La Russa e Del Noce), dalle presunte ‘marchette’ alle cene di gala con la promessa di qualche comparsata in tv, da Lele Mora che la fa seguire ai messaggi intimidatori all’ex Premier, fino al timore di uscire a prendere un drink perché “c’è qualcuno che mi perseguita e mi mette la droga nei bicchieri”. Insomma, il peggio del trash, che a confronto ‘Cafonal’ di D’Agostino o ‘Cinico tv’ di Ghezzi sono da oratorio.
Abbiamo rinunciato da tempo allo stile, una volta in televisione le cosce al vento delle Kessler erano sinonimo di buon gusto, simpatia e bravura. Oggi ci tocca Sara Tommasi e i suoi raptus irrefrenabili di mostrare le vergogne. Nel mondo, fenomeni di esibizionismo di una certa goliardia hanno fatto breccia. E’ il caso dello streaking, che consiste nella pratica, molto in voga negli Usa e in Inghilterra dagli anni Settanta in poi, di lanciarsi completamente nudi a tutta velocità in luoghi aperti al pubblico, quasi sempre nel bel mezzo di manifestazioni sportive di grande richiamo come le partite di baseball, football o rugby. Ma vuoi mettere lo spasso di assistere a un match sorseggiando una bibita e veder sfrecciare una bella donzella senza veli rincorsa da giocatori e poliziotti, rispetto alle anomalie mentali della starlette di Narni? Ce ne corre.
Ma nemmeno niente a che vedere con il successo mediatico riscosso dal gruppo ucraino femminista “Femen”, salito alla ribalta a Kiev nel 2008 e che vede giovani russe (in genere studentesse under 25) mostrarsi a seno nudo nelle piazze del mondo. Lo schema è sempre lo stesso: due o tre ragazze imbracciano cartelli gridando slogan in topless protestando contro il turismo sessuale, la prostituzione, le agenzie matrimoniali internazionali, la discriminazione sessuale. Ma non sono mancati blitz più impegnativi, ad esempio contro Putin e la Gazprom, con le attiviste in prima linea ad accusare il colosso energetico e il presidente russo di aver sottomesso l’Ucraina e l’Europa in tema di fornitura di gas.
A ben vedere, la scelta di rimanere in costume adamitico per i motivi più disparati non è nuova, anzi. Signoraggio bancario? Ma la Tommasi a chi altro ancora vuole darla (a bere)?
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