Anno 2004: Il ritorno del Padrino di Mark Winegardner; anno 2006: La vendetta del Padrino, dello stesso autore; entro il maggio di quest’anno: The Family Corleone, di Ed Falco. Due sequel (séguiti) e un prequel (preambolo) che nulla avrebbero da spartire con la celebre trilogia del 1969 – ambientata nel mondo della mafia italoamericana – scritta da Mario Puzo (1920-1999, noto narratore e sceneggiatore statunitense di origini italiane) dal titolo molto più asciutto, Il Padrino (The Godfather). Un romanzo ‘biblico’ composto di ben nove parti e un’altrettanto famosa riduzione cinematografica – interpretata da un cast ‘stellare’ a cominciare da Marlon Brando e all’interno della quale sono riscontrabili diverse divergenze rispetto al libro – realizzata dal regista Francis Ford Coppola. Per quanto concerne il succitato prequel, narra la storia di come Don Vito Corleone, grazie alla sua ascesa nel mondo della mafia newyorkese, divenne, appunto, il Padrino. Il nuovo romanzo (editore americano Grand Central), ambientato negli anni Venti e Trenta del Novecento, è basato su un soggetto che Mario Puzo avrebbe solo abbozzato.

Da tale premessa, la notizia è che il tutto è destinato a divenire oggetto di una contesa legale. Difatti, rivolgendoci più verso la sponda filmica che verso quella letteraria, la casa di produzione hollywoodiana Paramount Picture, ha fatto causa (pretendendo un lauto risarcimento) ad Anthony Puzo, figlio dello scrittore e suo esecutore testamentario, citandolo davanti alla Corte federale di New York per violazione del copyright. Motivo: i sequel de Il Padrino (per il prequel si vedrà, anche se la voce è che ne sarà richiesta l’‘ibernazione’) non sarebbero all’altezza dell’originale scritto da papà Puzo; anzi, sarebbero notevolmente mediocri, fuorvianti per i lettori, rei di aver dato il ‘là’ alla produzione di software, videogiochi e capi di abbigliamento e per di più almeno uno sarebbe stato pubblicato senza la necessaria autorizzazione. Secondo i documenti presentati in tribunale, la Paramount detiene i diritti de Il Padrino secondo un accordo firmato con Mario Puzo già nell’anno d’uscita del long-seller (best-seller d’interminabile fama).

Insomma, nelle carte depositate alla Corte federale di Manhattan, la Paramount chiede di bloccare l’uscita di almeno uno dei nuovi libri, che dovrebbe essere il secondo séguito, come suddetto La vendetta del Padrino. “Nutriamo una grandissima ammirazione per Puzo – ha affermato Virginia Lam, la portavoce dell’azienda – ma abbiamo il dovere di proteggere i nostri marchi e nostri diritti d’autore. Stiamo cercando di preservare l’integrità e la reputazione della trilogia”. Mentre, dopo la morte di Mario Puzo, la Paramount aveva autorizzato la pubblicazione del primo (Il ritorno del Padrino).

In tutto questo il nostro personalissimo parere, è che già nel procedere del romanzo originale sia riscontrabile un indebolimento della vena creativa del suo autore. Rispetto alle prime parti in cui è divisa l’opera, infatti, l’interesse e la scorrevolezza dello scritto tendono ad assopirsi e rallentare. Un fenomeno che si è verificato anche per la trilogia cinematografica nella quale, a seguito dei primi due film che sono da considerare autentici capolavori, è evidente un crollo della qualità dello script e della stessa forza recitativa del protagonista Al Pacino (personaggio di spicco anche nei primi due lungometraggi). Senza contare che la generalizzata qualità del ‘parco attori’ ha subìto un rimarchevole afflosciamento. Si pensi che dopo i vari interpreti dei primi due film, Marlon Brando, Rober De Niro, Robert Duval, Al Pacino, Diane Keaton, Talia Shire e altri (tutti all’apice della loro carriera), sono seguiti personaggi di caratura inferiore (seppur degni di rispetto): un Andy Garcia in netto declino artistico, un poco più che discreto Joe Mantegna e un’inconsistente Sofia Coppola (figlia del regista), rivelatasi negli anni, assai più valida dietro la cinepresa. Poco più che camei gli ‘interventi’ dei grandi Eli Wallach e Raf Vallone.

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