[Riceviamo e pubblichiamo, nell’ambito del dibattito in vista del Congresso Nazionale del PLI di fine marzo, questo intervento di Mauro Antonetti a commento di quello del Segretario Nazionale Stefano de Luca. Informiamo i lettori che tutti gli interventi già pubblicati e che seguiranno sono raccolti nel Dossier online “XXVIII Congresso PLI”. NdR]
.
Alcuni contributi al dibattito congressuale comparsi su Rivoluzione Liberale (l’articolo “Un Congresso verso dove”, il successivo ”Appello a tutti i Liberali italiani” a firma di Stefano De Luca e la “Lettera Aperta” firmata da Altissimo, Biondi e Scognamiglio) mi hanno spinto ad intervenire nel dibattito con due contributi.
Il primo è costituito da un documento politico programmatico già apparso sul magazine, il secondo è costituito dal presente intervento.
Innanzitutto riconosco non ritualmente a De Luca il merito di aver mantenuto in vita il PLI in questi difficili anni ma rivendico pro quota di aver contribuito a questa sopravvivenza mentre ritengo che nessuno possa reclamare, rispetto ad una formazione politica, un diritto “proprietario” senza scadere su modelli che mi trovano in assoluta contrapposizione.
Nello scritto di Stefano trovo molti richiami di contenuto che sono il risultato condiviso della analisi e della elaborazione sviluppata in questi anni in seno al Partito e negli ambienti ad esso vicini.
Almeno per alcuni aspetti, ho modestamente contribuito insieme ad altri più blasonati amici tra cui cito, per la rilevanza della produzione concettuale, il Presidente Scognamiglio che, tra l’altro, per primo, ha proposto già due anni fa i referendum sul “porcellum” ed ha fornito fondamentali spunti di politica economica.
Sugli aspetti programmatici comunque esiste certamente un generale consenso.
In relazione al giudizio sul Governo Monti ritengo che se ne debba riconoscere il ruolo nel porre alcune questioni fondamentali e nella proposizione di alcune soluzioni ai problemi del nostro Paese, con il raggiungimento di alcuni importanti obiettivi e che, pertanto l’Esecutivo meriti l’appoggio leale ma critico dei liberali; ritengo peraltro che l’etica della verità e la difesa della democrazia rappresentativa ci impongano il dovere di rammentarne le caratteristiche straordinarie ed atipiche e di indicare, con caparbia tenacia, su ogni tema, la posizione liberale ove occorra.
In rapporto alle prospettive politiche, proprio perché l’analisi e le proposte del Partito risultano confermate e convalidate dai fatti, abbiamo comunque la fondata percezione che questo anno che ci separa presumibilmente dalle elezioni politiche rappresenti una “finestra temporale” che può riservare ad un Soggetto liberale grandi opportunità.
Per conseguire questo obiettivo occorre un atteggiamento aperto ed inclusivo in ogni occasione al fine di aggregare ogni componente liberale esistente, con la sola discriminante di un condiviso orientamento programmatico, per costituire un soggetto liberale dotato, di una autonoma forza politica e di un adeguato potenziale elettorale. La realizzazioni di queste condizioni è preliminare ad ogni ulteriore confluenza ed alleanza.
Negli ultimi anni abbiamo dovuto, infatti, prendere atto che la nostra debolezza è stata una delle cause determinanti del fallimento dei progetti politici e dei tentativi elettorali che abbiamo di volta in volta delineato e tentato di implementare. Dobbiamo adottare questa consapevolezza come punto di partenza senza deprimerci ma per evitare di ripetere errori in un momento così favorevole.
Non dobbiamo perdere tempo ma non dobbiamo avere fretta poiché il quadro politico non è ancora stabile (semmai dobbiamo cercare di partecipare a determinarlo) e si corre il rischio di adottare decisioni intempestive e, quindi, errate.
Proprio partendo da questa analisi si è pervenuti, almeno in Direzione Nazionale, ad una generale convergenza, fatta propria e sviluppata dalla stessa Segreteria Nazionale, intorno ad alcuni orientamenti fondamentali e prioritari:
– Attivare il più ampio processo di aggregazione delle componenti liberali presenti nello scenario italiano provenienti da diverse esperienze ed anche dal disimpegno politico, senza trascurare le più giovani leve; l’adesione di alcuni parlamentari in varie fasi e la costituzione di “Liberali per l’Italia” hanno rappresentano primi risultati.
– Avviare una Costituente liberale di ampio respiro, con il fine di realizzare un forte Soggetto liberale, anche oltre il PLI, in grado di pesare nelle necessarie ulteriori fasi della definizione di convergenze ed alleanze.
A tal fine, oltre ad eleggere un vertice capace di garantire continuità e novità, quale quello proposto dalla “Lettera aperta” dovremmo costituire Organi di Partito aperti a nuove adesioni, invitare a discutere con noi tutti gli esponenti liberali comunque presenti nelle istituzioni, negli ambienti economici e sociali, nella cultura, chiamare a raccolta fondazioni ed associazioni di matrice liberale
Non mi riconosco per nulla nei toni con cui De Luca descrive ed interpreta il dibattito interno al Partito e credo che sia vittima di una ossessione infondata che lo trascina ad un arroccamento immotivato e ad iniziative divisive e ad abbandonare, di fatto, la linea politica che ha contribuito a tracciare ed attuare.
Non vedo infatti nessuna svendita del Partito in atto, non vedo alcuna nostalgia del passato e non vedo nessun “oltraggio” nel proporre una soluzione di vertice che lui stesso aveva adombrato qualche mese fa.
Se queste sono le ragioni del conflitto non ritengo accettabile e motivato il clima di scontro distruttivo che alcuni alimentano con ogni pretesto e che respingo con forza e ritengo piuttosto che, ritrovando lucidità di visione e serenità di atteggiamenti e comportamenti, dovremmo considerare il Congresso una occasione irripetibile per dare forti segnali di novità e di apertura, in un clima di impegno unitario e condiviso.
© Rivoluzione Liberale

Carissimo Mauro,
credo che sui meriti di Stefano de Luca e di tutti coloro che in questi anni lo hanno fattivamente e concretamente collaborato possiamo dirci tutti d’accordo.
Tant’è che tu stesso, convergendo sui contenuti della lettera aperta, non esiti a condividere linea politica e tutto il resto. Ne d’altra parte potrei aspettarmi, in termini di contenuti, qualcosa di diverso visti tutti gli anni, comprese le ultime settimane, da voi passati insieme a lavorare.
E proprio qui, secondo me, sta il punto della questione.
Credo che negli ultimi mesi si stesse ovviamente valutando tutte le migliori opportunità per dare continuità e crescita al PLI ed al progetto della costituente dei Liberali per l’Italia ed un pò tutti ci aspettavamo delle soluzioni unitarie e di continuità sulla linea politica visto che, fino ad una quindicina di giorni fa non c’erano state pubbliche candidature, lettere aperte e quant’altro. Per cui ritengo che Stefano non fosse assolutamente contrario a lasciare la segreteria del partito in una linea di continuità e di crescita. E’ evidente però, anche a chi come me ha qualche primavera in meno, che una linea evolutiva di un progetto politico di cui si condividono le fondamenta va ragionata insieme ed insieme si trovano sintesi, soluzioni e persone da proporre al Congresso Nazionale. Credo che la reazione di Stefano, che condivido in toto, a quella lettera aperta sia nel metodo. Per quale ragione gli autori di quella lettera hanno pensato bene di uscire pubblicamente con una candidatura alternativa a Stefano de Luca senza parlarne nemmeno con l’interessato? Quando si propongono soluzioni unitarie prima non si dovrebbe parlarne con gli interessati? Se il Sen. Musso intendeva candidarsi alla Segreteria non poteva parlarne apertamente e concordare una linea? Ed invece nessuno, nemmeno il Sen. Musso che è l’interessanto diretto, fino ad ora ha pubblicamente smentito ciò che Stefano ha pubblicamente affermato e cioè che fino a qualche settimana fa il Sen. Musso aveva detto a Stefano che non si sarebbe candidato. Ed allora mi chiedo, caro Mauro, che razza di operazione politica di rinnovamento sarebbe questa? Peraltro ancora oggi il Sen. Musso è un candidato non candidato alla Segreteria del PLI. Dal giorno di quella famosa “lettera aperta” il partito ha appreso che lui è stato candidato da altri (Musso non ha firmato quella lettera aperta) ma lui non ha mai pubblicamente accettato la candidatura, non ha presentato un’eventuale linea politica da contrapporre al Congresso a quella di Stefano, che invece e chiara solare e nota da tempo; insomma, caro Mauro, non mi pare che il Sen. Musso abbia fatto nulla che possa ad oggi farci ritenere che egli sia veramente e convintamente candidato alla Segreteria del PLI, ne pare che egli abbia fretta di chiarire questa situazione visto che non si leggono sue precisazioni, interventi, smentite e/o conferme. Ed allora mi chiedo, e ti chiedo, ma ammesso che Musso sia davvero candidato alla Segreteria del PLI perchè non lo dichiara pubblicamente? Ma che candidato è quello che si fa candidare da altri, non esprime una linea politica per vincere un Congresso dove a questo punto c’è un altro candidato, non fa chiarezza sulla sua posizione? Penso che iscritti e delegati avrebbero il diritto di conoscere con un pochino di anticipo su cosa e su chi si troveranno a scegliere, non trovi? Ed invece siamo a poco meno di dieci giorni dal Congresso Nazionale ed ancora abbiamo questa situazione. Sarebbe poi importante analizzare quale sarebbe il contributo che il Sen. Musso potrebbe dare alla guida della Segreteria del PLI (e tu sai di quale onere pazzesco stiamo parlando visto le risorse che abbiamo a disposizione) se dovesse diventare, come gli auguro e come penso che abbia le potenzialità e le capacità, il nuovo Sindaco di Genova. Io ricordo uno degli ultimi Consigli Nazionali dove Musso affermò che lui per il Congresso sarebbe stato talmente impegnato in campagna elettorale che forse avrebbe al massimo mandato un biglietto di “buon lavoro”. Credo che la sua situazione a livello di impegni non sia molto cambiata e poi, in fondo in fondo, non credo che abbia voglia di candidarsi, come lo spiega agli elettori genovesi che si sta candidando anche a condurre un partito a livello nazionale oltre che una delle più importanti città d’Italia?
Per tutte queste ragioni, Mauro, intravedo una debolezza di fondo su questa operazione scaturente da quella “lettera aperta”. Francamente come si può biasimare Stefano se si vede imposto un nuovo equilibrio senza che lui, ne gli altri, ne sappiano niente. Se poi si pensa ad un’operazione ostile non è colpa di Stefano ma di chi si muove in modo da generare impressioni ostili. Non la tiro troppo per lunghe Mauro. Quel che volevo dire credo che si sia capito. In ogni caso mi associo a te nell’augurarmi un Congresso che ci faccia andare avanti piuttosto che indietro, ma la pace e l’unità sono come l’amore, bisogna essere in due a volerli fare. Un caro e cordiale saluto.
Apprezzo molto gli interventi che mi precedono. In particolare, le proposte progettuali di Antonetti sono condivisibili. Il momento politico suggerisce, infatti, il rafforzamento di una posizione di autonomia aperta a chi, senza speculazioni, voglia aderire ad un programma liberale che sia di impulso al superamento di vecchie logiche.
Mi sento, altresì, di condividere le riserve di Lombardo. Come ho già avuto modo di scrivere, la linea politica di De Luca è chiara. Non altrettanto può dirsi di quella di Musso, la cui candidatura è stata solo proposta da altri e da lui non confermata. E’ legittimo farsi portatore di un programma alternativo, anche all’ultimo momento. Tuttavia, è necessario che ciò avvenga in modo inequivocabile, senza lasciare spazio a speculazioni di sorta. Francamente, allo stato, i tempi ed i modi scelti da Musso (rectius: da altri per lui) appaiono discutibili.
Non temo le contrapposizioni, se fondate su base politica ed avulse da biechi personalismi.
Che il Congresso sia sovrano.
A presto.
Massimo Rizzo
Carissimo Enzo,
io parto unicamente da un presupposto che ha inciso ed incide molto nelle mie valutazioni, a differenza di quanto si possa pensare erroneamente, io non considero il prossimo Congresso Nazionale un Congresso composto da “assalitori esterni” come quello del 2009, ma finalmente un Congresso tutto di Liberali e te lo metto con la L maisucola.! Questo è il mio dato di partenza e di arrivo pure!
Ma come ? Nel Consiglio Nazionale del 5 Marzo 2011, fu sancita come una festa il rientro di esponenti come Biondi, Altissimo ed altri ? C’è il verbale si quel Consiglio che è eloquentissimo in questo senso e dove si lancia appunto il percorso Costituente.
Sono entrato nel 1986 nell PLI e sotto la Segreteria Biondi e poi Altissimo, ed ho avuto come PLI Roma Antonetti come mio Segretario e vissuto a stretto contatto con lui e con quei Liberali romani. Non potrei mai e poi mai , andrei contronatura , considerare “operazione ostile” una proposta nata e scaturita da Liberali autentici come questi. E’ intrascurabile ed imprescindibile per me questo mio vissuto e lo sarà sempre.
Non ci sono dietrologie, strategie non dichiarate, secondi fini e quant’altro affine. Ci sono dei Liberali , che proprio per questo non possono essere dei “traditori”, che vogliono rafforzare concretamente il PLI , ampliandolo attraendo i Liberali ancora poco convinti , facendo leva , certo, su un rinnovamento generazionale…embè?Che c’è di “ingiusto” in questo? Anzi, dovrebbe essere interesse di tutti gli iscritti attuali ! Scusa, ma non riesco a vederla che così!
Carissimo Maurizio,
premetto che io non mai usato la parola “traditore” e conoscendomi da un po’ sai che non è mio costume utilizzare un certo tipo di linguaggio.
Il 5 marzo 2011 partecipai anche io a quella festa, come puoi ben ricordare, ed a tutt’oggi sono felicissimo che queste persone siano ritornate nel PLI. Anche se mi rammarica ricordare che non fu proprio una festa unanime giacchè anche allora qualche rimostranza, legittimissima per carità, nei confronti di queste persone vi fu e non certo da parte mia e non mi sorprenderebbe nemmeno, oggi, vedere quelle stesse persone sostenerne, oggi, le ragioni.
In vita mia non mi sono mai permesso di assegnare patenti di liberalismo a nessuno, per cui non vedo il motivo per cui tu poni come base del tuo ragionamento l’essere liberali con la “L” maiscola. Perchè l’ho mai messo in discussione?
Certo però che gli interrogativi che mi sono posto, e che ho qui esternato, non ricevono una risposta dalla tua constatazione che l’operazione “rinnovamento” (la chiamiamo così?) sia partita da liberali veri interni al PLI.
Vorrei capire, quindi lo chiedo anche a te, quale sarebbe stato il problema a discutere di questa operazione con Stefano de Luca e gli altri dirigenti che sono ad essa estranei. Puoi spiegarmelo tu per favore? Io non sono contro Musso o contro nessuno e men che meno, se mi conosci come mi conosci, contro l’ampliamento, il rinnovamento e tutti gli altri “menti” che ci possono venire in mente. Non ho mai nemmeno usato la parola “ingiusto”. La ritengo una delle parole più inutili e violentate del vocabolario italiano. A me non piace il modo in cui è stata condotta l’operazione (che peraltro ha avuto come unico risultato quello di mettere molte persone sulla difensiva). Quando vuoi fare una cosa insieme ad altri per migliorare non la fai in quel modo, a loro insaputa e mettendole dinnanzi ad un fatto compiuto. Continuo a ripetere che quando viene fatta una cosa che mi coinvolge senza parlarmene e mettendomi dinnanzi a decisioni prese da altri, se mi consenti, semanticamente, non posso non percepire un’operazione “ostile”. Sarei comunque grato anche a te, che a questo punto evidentemente condividi questa operazione, se volessi rispondere alle mie perplessità. Ovviamente tu puoi vederla come vuoi, non sarò certo io a biasimarti per le tue scelte che rispetto e rispetterò sempre. Ma francamente non ho manco capito se avete o non avete un candidato alla Segreteria Nazionale in quanto l’interessato non lo ha ancora comunicato. Tranne che tu parli ufficialmente in sua vece ed allora è un altro discorso. Comunque Maurizio non ci sono problemi, credo che nessun liberale vero debba temere un confronto, specie se interno e specie se è tra gentiluomini. Deciderà il Congresso, come sempre. Posto che esistano due situaizioni ufficiali tra le quali scegliere perchè ad oggi ne vedo solo una…..e non riesco a vederla che così! Un caro saluto anche a te.
Caro Enzo,
cerco di rispondere alle tue domande :
1- l’ essere di fronte a soli Liberali è base del mio ragionamento perchè voglio mettere in evidenza la differenza con il Congresso 2009.
2- la discussione di questa proposta al Segretario non è “caduta dal cielo” a sua insaputa, ma è il risultato di una indagine incaricata allo stesso Presidente su mandato della Segreteria in sede di direzione nazionale, presenti appunto altri dirigenti (vedi verbale). Ciò escluderebbe il “fatto compiuto” ed esclude il fatto”ostile” proprio perchè tra Liberali, non ci sono atti ostili ma atti propositivi.
3- la parola “ingiusto” è mia e non ha riferimenti ad alcuno.
4- No, non parlo per conto di Musso, ma la comunicazione della sua candidatura mi sembra l’abbia fatta nell’ultima direzione nazionale.
5-le posizioni sono due, una delle due si riferisce alla Lettera Aperta firmata da Scognamiglio, Biondi ed Altissimo giunta per mail a tutti gli iscritti, l’altra è quella “Appello ai Liberali” di Stefano de Luca sempre giunta per mail a tutti gli iscritti . Ma la par – condicio non è ancora salva, poichè quest’ultima giace fissa in evidenza sul sito, quell’altra è rimasta un solo giorno. Per par condicio sul sito si dovrebbe aprire sulla sinistra un altro riquadro giallo dove mettere fissa pure la Lettera aperta di cui sopra.
Scusa se ti ho risposto per punti, ma era solo per sintetizzare e comunque la penso come te : il Congresso è sovrano.
Abbracci , Maurizio
Ciao a tutti, sarò brevissimo, ricordo il C.N. del 5 Marzo devo dire, non tutti erano d’accordo che gli ex Seg. ritornati nel P.L.I., sedevano dietro il tavolo della Presidenza….., pur riconoscendo il lavoro da Ex Seg. ma solo quando la forza del Governo del Centro dx, li hanno un po’ emarginati hanno pensato bene da buon ‘giovani vissuti’ di portare il loro verbo “ci siamo riprendeteci, vi aiuteremo a crescere”; ora alcuni amici con incarichi nel Partito si sono attribuiti cariche non riconosciute dallo Statuto, vedi Milano, tutti quelli che si sono dichiarati Liberali ma che hanno sempre svolto i propri Affari in movimenti e partiti non liberali fino alle ultime Elezioni facendo di tutto tranne che farsi vedere sotto la Bandiera del P.L.I. altrimenti sarebbero stati indicati da quelle forze traditori. Lo sono oggi più di Ieri (sapendo e conoscendoli come ho sempre detto a tanti) Opportunisti dell’ultima ora, dov’erano quando bisognava raccogliere le firme, dov’erano quando bisognava mettere la faccia al sole, all’ombra di qualche ombrello ad aspettare. Bene il 23, 24 e 25 Marzo al Congresso sarà celebrato la Rivincita ed il Rilancio del P.L.I. Ricordando prima a me stesso e poi a chi vuole ascoltare che l’antipolitica sarà il vincitore del Cogresso. Un saluto Liberale e ci rivedrem al Congresso.
Carissimi Maurizio e Mauro,
Vorrei entrare anche io nel dibattito che stiamo sviluppando, in modo pacato ma in maniera ferma e convincente.
Ho letto e riletto più volte la nota di Mauro Antonetti, è ancora adesso non riesco a capire, qual’è la discriminante tra “l’ipotizzata” candidatura del Sen. Musso e quella “dichiarata” del Segretario de Luca. Non vi è alcuna divergenza programmatica, nessuna differenza di alleanze, nessuna contrapposizione in merito all’appoggio critico al governo Monti, quindi credo che il tutto si racchiude ad una mera richiesta di avvicendamento alla segreteria, per una c.d. novità ai vertici e quindi tutto si riduce ad una diatriba personalistica.
In merito all’ultimo post di Maurizio Irti, si evince che Stefano de Luca è un pazzo o c’è in giro un pazzo che scrive firmandosi de Luca.
Al secondo punto Tu dichiari che tutto è stato concordato in sede di D.N., come da verbale redatto, ma di cui noi non siamo a conoscenza;
Al quarto punto Tu dichiari che il Sen. Musso ha lanciato la sua canditatura nell’ultima D.N., che logica vorrebbe che fosse stata anche lanciata in forma pubblica dal diretto interessato;
Al quinto punto paventi due posizioni poliche differenti, che io non ravvedo e come i firmatari della c.d. “Lettera Aperta” confermano, in merito alla linea politica sino ad oggi tenuta dal Segretario de Luca.
Quindi cari amici, vi chiedo su quali basi un delegato che parteciperà al Congresso dovrà votare le due mozioni che vedranno contrapposti Musso a de Luca?
Le uniche basi che io vedo sono solo di carattere personalistico, cioè riferite alla persona, all’uomo de Luca piuttosto che alla persona, all’uomo Musso. Lo dico in maniera chiara e forte: io in questa visione personalistica della politica non mi riconosco, sia da Liberale e sia da delegato al Congresso.
In ultimo, e chiudo, che candidato è colui che ancora ad oggi non avanza pubblicamente la sua candidatura; che sia nei media locali e nazionali non fa mai affiancare il suo nome al PLI (emblematica è stata la trasmissione di Lerner su La7); che Segretario Nazionale del PLI sarebbe il Sen.Musso, se l’ultima volta che è intervenuto nei confronti del PLI è stato per prenderne le distanze in merito ad alcune dichiarazioni del Cardinale Bagnasco.
Ecco quali sono i punti POLITICI dirimenti tra una candidatura di Musso ed una di de Luca e su questo dibatteremo, serenamente, pacatamente ma fermamente al Congresso.
Criticamente affettuosi abbracci, Giuseppe.
Non sono in grado di valutare se la proposta della Lettera aperta sia ostile o meno, ma visto che numerosi sono stati gli interventi che disquisiscono su sottigliezze verbali, che mi rimane difficile seguire per limiti personali, tuttavia, a questo punto mi sento di poter dire che la proposta non è per lo meno amichevole: i miei amici, almeno, non farebbero una proposta pubblica che mi riguarda senza avermene parlato prima di persona ed in maniera estesa. In maniera tanto più articolata, quanto più importante fosse la cosa in questione.
E’ vero che la storia non si ripete, ma è pur vero che da essa si possono trarre degli insegnamenti.
Il perdurante silenzio del senatore Musso, che fa seguito a quello pubblico da Lerner a L’Infedele, mi suggerisce, nelle migliori delle ipotesi, il suo disinteresse verso il PLI ed in particolare alla sua Segreteria, in sintonia con le sue ultime affermazioni pubbliche di cui abbiamo testimonianza all’ultimo CN. Di quelle private in DN non so.
Nella peggiore delle ipotesi, invece, la sua reticenza mi rammenta quella di Taradash, all’epoca candidato al Comune di Livorno ed alla Segreteria del PLI, di cui non fece mai pubblica menzione. Si sa allora come andò a finire. Ma mi auguro sinceramente che quella sia stata tutta un’altra storia, visto che nel frattempo sono cambiate tante cose.