Tiziano Terzani (Bruno Ganz), dopo anni e anni trascorsi in qualità di scrittore e giornalista, decide di convocare il figlio Folco (Elio Germano) da New York, al quale decide di raccontare l’intensa ed emozionante storia della sua vita, che lo sta ormai abbandonando. Da tempo è infatti malato di cancro, e come ultimo desiderio, sullo sfondo dell’ameno e silenzioso paesaggio toscano, vuole lasciare la sua preziosa eredità, figlia delle esperienze vissute da viaggiatore instancabile, culminate nell’equilibrio interiore ricercato e trovato nelle montagne dell’Himalaya. Così, da una fine ormai prossima, ha invece inizio un toccante e profondo incrocio di riflessioni, sorrisi, sguardi e silenzi tra un figlio ed un padre, che guarda alla morte con controllata serenità.

Nella pellicola del tedesco Jo Baier, tratta dall’omonimo libro di Terzani, vengono raccontati, episodio dopo episodio, paese dopo paese, i grandi momenti della sua vita, quelli che lo hanno segnato e plasmato in profondità, dalle più remote esperienze di gioventù vissute a Firenze ai due anni newyorkesi trascorsi a studiare la lingua cinese, dalla testimonianza diretta della lacerante guerra del Vietnam, al confronto con la dura realtà della Cina maoista, ben diversa dall’ideologia predicata dal comunismo.

Il viaggio, quindi, esteriore e interiore, come leitmotiv della vita di un uomo, interpretato magnificamente da Bruno Ganz, attento testimone e osservatore del mondo e della natura, insaziabilmente alla ricerca di verità e di spiritualità, per accettare con avvedutezza la scoperta della malattia che ha cambiato il suo modo di vivere e guardare le cose.

Quasi privo di azione, il film è incentrato sul valore della parola, sulla narrazione condivisa tra Tiziano e Folco, che è allo stesso tempo rivisitazione della sua vita da flâneur in giro per il mondo e testamento spirituale finalizzato alla continuazione dei valori in cui il primo ha creduto durante i suoi viaggi. L’opera di Baier ci fa vivere momenti di profonda spiritualità, in cui la morte diventa quell’unione di mistero e attrazione da accettare con coraggio e umana consapevolezza. Mentre il corpo se ne va, l’animo persiste eternamente nelle memorie di chi rimane.

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