Dalla Croisette. La quinta giornata cannesiana ha proposto a pubblico e critica un grande e atteso ritorno. Jean-Pierre et Luc Dardenne, meglio conosciuti come i fratelli Dardenne, sono oramai i registi di casa alla rassegna festivaliera, che li ha premiati nel passato con ben due Palme d’Oro, per Rosetta (1999) e L’enfant (2002), e che in questa sessantaquattresima edizione li vede in concorso con Il ragazzo con la bicicletta, nel quale manca un vero e proprio distacco dalle tematiche sociali della loro cinematografia precedente. Anzi, ancora una volta l’intrigo ruota attorno al difficile rapporto genitore-figlio, attraverso la storia di Cyril, dodicenne costretto a subire l’abbandono di un padre che non ne vuole più sapere di lui. Tuttavia i tanto amati frères Dardenne non convincono in toto, peccando di una certa superficialità emotiva e di un’inaspettata forzatura formale.

Rimanendo nella selezione ufficiale, la vera sorpresa del giorno sul tapis rouge è stata sicuramente un’altra, ovvero la presentazione di The Artist di Michel Hazanavicious, film muto e in bianco e nero. Si avete capito bene muto e in bianco e nero, entrato last minute tra i venti film in concorso, e rivelatosi, alla faccia di tutti i pregiudizi, appassionante e coinvolgente, tanto da candidarsi in prima fila per la conquista di un premio. A Cannes è già ora di totopalma.

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