Carissimi amici liberali, mi dispiace di non aver incoraggiato, subito dopo la mia rielezione a Segretario, il pur legittimo entusiasmo di chi, al mio fianco, aveva combattuto una battaglia impari e, sia pure con un margine modesto, l’aveva vinta, respingendo un assalto astioso, a tratti, persino intollerabile e senza precedenti.

Per chi come me (credo sia l’unico vanto che possa attribuirmi, senza tema di smentita) è un liberale autentico, la responsabilità deve prevalere su qualsiasi altro sentimento. Ho quindi cercato di dominare una gioia, che non sarebbe stata giustificata, come la delusione, che pure indiscutibilmente ho provato.

Oggi,  dopo una breve riflessione, sento il dovere di ringraziare di cuore coloro che, ancora una volta, hanno creduto in me e si sono impegnati a dimostrare che il PLI, al di sopra di tutto, tiene alla linea di orgogliosa difesa della propria autonomia ed alla intransigenza su quei principi, che si è dato,  sin dal giorno della sua ricostituzione, ponendosi come presidio storico, culturale e morale del liberalismo italiano. So che devo moltissimo a questi amici e non posso deludere il loro entusiasmo, fondato sulla fede, civile e laica, nella libertà e nel partito che se ne fa interprete.

So bene che, anche tra coloro che si sono schierati nell’altro campo, ovviamente non tutti, vi sono liberali, altrettanto legati al Partito e alla sua storia identitaria, i quali intendono al pari scommettere sul suo futuro. E’ per rispetto nei loro confronti, che ho accettato l’elezione da parte del Congresso con “riserva”. Quello che avrebbe avuto l’apparenza di un inopportuno trionfalismo, sarebbe stato fuori luogo.

So bene che chi ha tentato l’assalto alla conquista del Partito a tutti i costi, non ha tenuto conto del rischio che il risultato, prevedibile, avrebbe comportato, comunque, l’accusa di aver tentato l’esperimento della divisione dell’atomo, perché, in effetti, non più di questo in realtà siamo: un “Grande Partito”, ma non un Partito grande, anzi, più realisticamente, un partito piccolissimo.

Cos’altro potrebbe essere un soggetto come il nostro, in un contesto generale così diverso?

Sono molto rammaricato di aver dovuto prendere atto che alcuni vizi delle formazioni politiche della Seconda Repubblica hanno contagiato, mi auguro solo marginalmente, anche la nostra, nonostante una gloriosa tradizione di diversità. Spero che la estemporanea dichiarazione, sussurrata nei corridoi da alcuni, di voler abbandonare la Casa comune, come fece la minoranza dopo lo scorso Congresso, sia del tutto infondata. Tuttavia, per realismo, non posso escludere che chi ha fatto ricorso ad eccessi, che nulla hanno a che fare col nostro stile antico, probabilmente finirà col trarre la necessaria conclusione che il PLI non è la sua famiglia naturale. Mi rivolgo, invece, ai tantissimi, sicuramente la stragrande maggioranza di coloro che hanno fatto una scelta diversa, ma che hanno a cuore il futuro del nostro sodalizio, per chiedere la loro disinteressata collaborazione, senza per nulla confondere il ruolo della maggioranza con quello dell’opposizione. Sarebbe una sorta di “volemose bene” che non appartiene al nostro razionale positivismo. Ognuno dovrà fare la propria parte, con rispetto degli altri e dei ruoli stabiliti democraticamente dall’Assise Nazionale, ma principalmente preservando l’immagine di compattezza del Partito verso l’esterno.

Per digerire i troppi veleni degli ultimi mesi, ci vorrà senz’altro del tempo. Per quanto mi riguarda, condiziono lo scioglimento in senso positivo della riserva formulata dopo la proclamazione del risultato, alla restaurazione di un clima di civiltà e tolleranza, come si impone tra liberali; altrimenti equivarrebbe a cancellare la nostra pretesa diversità.

Abbiamo invece il dovere di renderci credibili per quel progetto di Costituente, che, pur con sottolineature diverse, ci ha visto concordi nel dibattito congressuale. L’occasione irripetibile di un significativo allargamento dell’area liberale è a portata di mano, dopo tanti anni. Soltanto una nostra vocazione masochistica all’autodistruzione, in cui non credo, potrebbe farcela sfuggire. Prendiamoci qualche giorno di doverosa riflessione, prima di assumere le decisioni responsabili che incombono.

Per ora un grazie a tutti i liberali, quelli che mi hanno confermato la loro fiducia, ovviamente, ma anche chi ha liberamente dissentito: questa è la democrazia liberale. Non possiamo limitarci a riconoscere la supremazia della maggioranza, come è legittimo, ma pretendiamo da parte di quest’ultima, anche altrettanta responsabilità.

© Rivoluzione Liberale

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4 COMMENTI

  1. Per opportuna conoscenza, riporto qui di seguito quanto ho postato, durante questo pomeriggio, sulla bacheca facebook di Stefano de Luca. “XXVIII Congresso del PLI. Caro Stefano de Luca, c’è un prima, un durante e un dopo Congresso. Anche nel dopo Congresso, con le Tue modalità di accettazione della elezione a Segretario dl PLI, sei stato un Gentiluomo di stampo autenticamente liberale. Un Gentiluomo che conosce, pratica e intende coltivare fino in fondo (oserei dire anche in senso pedagogico) il sentimento e il valore dell’appartenenza ad un Partito di antico lignaggio. Ora il dopo Congresso è senza alcun dubbio iniziato a far tempo dalle congratulazioni e dagli auguri di buon lavoro che ieri sera Ti ha rivolto Enrico Musso, nel pieno rispetto del rito esigito dalle regole democratiche e nel pieno rispetto della lealtà praticata fra Gentiluomini che prima si sono confrontati e poi si riconoscono entrambi nella comune appartenenza e nel comune dovere di militanza. Complimenti a Te e complimenti ad Enrico Musso. E sinceri auguri di buono e fecondo lavoro a Te e a tutto il Partito, a tutti gli eletti nel Consiglio Nazionale, al Presidente d’onore Carla Martino, al Presidente del Partito Enzo Palumbo, al Presidente del Consiglio Nazionale Renata Jannuzzi. Un grazie a tutti Voi, Donne e Uomini liberali. Con viva cordialità”

    • Il PLI ha bisogno di un Segretario come De Luca, per questo è “indispensabile ed urgente” che egli sciolga la riserva, anche senza aspettare che tutti siano d’accordo; in democrazia governa la maggioranza.
      Il garante per i malati e per i diversamente abili, lo vogliamo realizzare?
      Mi auguro proprio di si, e la raccolta di firme per la privatizzazione della RAI?
      Per il momento concentriamoci su questi 2 punti, che sono più che abbastanza per un piccolo ma vitale partito come il nostro, che però per realizzare questi 2 progetti ha bisogno di un Segretario nel pieno dei suoi poteri.
      Saluti.

  2. Caro Segretario, caro Stefano
    come al solito le Tue parole Ti rendono nei fatti un vero Liberale ed un vero signore. Però anche le maggioranze, anche chi vince deve fare tesoro delle proprie vittorie.
    Dopo aver fatto i doverosi e più seinceri auguri anche al Presidente d’onore Carla Martino, al Presidente del Partito Enzo Palumbo, al Presidente del Consiglio Nazionale Renata Jannuzzi, dobbiamo passare ad analizzare i motivi che ci hanno portato a celebrale un “brutto” Congresso, che doveva essere di costruzione, di analisi, di unità ed invece, come avvenne nel 2009, si è rivelato più che di divisione, leggittima, di astiosità.
    Quindi come dicevo dobbiamo fare tesoro di quanto accaduto, per non commettere più altri errori, non dobbiamo più imbarcare altri passeggeri che trattano il nostro PLI alla stregua di un autobus, dove ritengono sia necessario scendere alla prima fermata.
    Occorre che chi vorrà salire su questo autobus prima di salire paghi il “biglietto”, fatto di sacrificio, di presenza, di sudore, di impegno, per questo autobus. Basta con medaglie attaccate al petto, senza alcun merito, se non quello di voler apparire Liberale: bisogna per primo esserlo e dimostrarlo.
    Molti amici che non ti hanno appoggiato in questa ennesima Tua vittoria, hanno comunque dimostrato di essere e di voler appartenere alla famiglia del PLI.
    A questi amici vorrei dirgli che insieme si cresce, ogniuno con nei propri ruoli, perchè un partito senza una opposizione interna, tesa a costruire anzichè a distruggere, non è un vero partito ma pittosto un “simulacro” di partito. Cercate di costruire una vera alternativa, credibile, con proposte positive e non cercate solamente di fare i guastatori tra le linee nemiche. Fate anche Voi un salto qualitativo e vedrete che la prossima volta, forse, qualche amico in più vi seguirà.
    Come ho avuto modo di dire ad alcuni di Voi, sullo scaffale del partito vi erano due prodotti: de Luca e Musso. Del primo sappiamo tutto, è da anni sullo scaffale ed ancora, come si è dimostrato, regge il mercato. Del prodotto Musso, che si è presentato come un nuovo prodotto ed all’apparenza anche un buon prodotto, non abbiamo saputo nulla se non a poche settimane dall’essere posizionato sullo scaffale. Questo prodotto nei fatti però si è dimostrato, bello nella confezione, ma scadente negli ingredienti: poca aderenza a quanto dichiarato nell’etichetta, poca chiarezza nel settore merceologico in cui collocarsi (stante che il prodotto de Luca è inequivocabilmente esposto nello scaffale dei Liberali), con una confezione ben disegnata ed accompagnata da ottimi slogan (giovani, rinnovamento, società civile, associazionismo, ecc.), che però se non sono accompagnati da fatti riscontrabili, restano quelli che sono, slogan e nulla di più.
    Amici quindi, non scendete dall’autobus e fate con noi la molta ed impervia strada che ci attende e non seguite i “portoghesi” che vi consigliano di scendere per salire su un’altro bus: lo hanno fatto ieri, lo hanno fatto oggi, lo faranno sempre.

  3. E’ stato, quello appena concluso, un Congresso combattuto, a volte dai toni aspri, polemici e forse un po’ troppo personalistici. Un PLI che poteva sembrare moribondo e che invece ha dimostrato che in molti liberali c’è ancora voglia di lottare. Certo non è facile per un piccolo partito come il nostro, assurgere alla ribalta dei media, che ancora una volta ci hanno bellamente ignirati . Certo un partito spaccato esattamente a metà, tra innovatori e chi appare legato più al passato, non fa ben sperare per il futuro, se non si saprà trovare una sintesi tra le diverse posizioni emerse. Il fatto che in fondo, nonostante le differenze emerse, si sia, alla fine, tutti Liberali mi fa essere un po’ meno pessimista di quello che forse dovrei essere. Speranzoso che gli uni e gli altri, possano, sotterrata l’ascia di guerra, contribuire, nel rispetto delle diverse posizioni, al rilancio del partito. Siamo in pochi, siamo troppo piccoli per restare divisi, da separati in casa, o per dividerci, ognuno per la sua strada.. L’Italia, così in crisi, ,l’Italia del Governo tecnico, chiede politiche liberali, per essere rilanciata. Fra poco l amministrative in centri importanti, come Genova, dove un ottimo candidato ENRICO MUSSO potrebbe essere la sorpresa e “liberale” la “Superba”. I Liberali dispersi in mille case, possono riscoprire l’orgoglio liberale e ritrovare la voglia di Unità. No credo sia questa l’ora delle divisioni. Questa è l’ora di serrare le fila, da dare vita alla COSTITUENTE LIBERALE, di rimboccarci le maniche per la nuova Italia, l’Italia dei chi produce, l’Italia dello “Stato Minimo”, l’Italia di chi non si è arresa e non si arrende, l’Italia dei Diritti Civili. Possiamo farce, ce la dobbiamo fare.
    Perchè il FUTURO è adesso. Non deludiamo le Giovani Generazioni. Non ce lo possiamo permettere. No, proprio no!
    W L’ITALIA LIBERA(le), W IL PARTITO LIBERALE, W LA LIBERTA’!

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