Fra poco più di un mese inizierà la 65^ edizione del Festival di Cannes e all’Eliseo probabilmente ci sarà un nuovo inquilino. Sarà Hollande? Sarà Bayrou? Sarà Mélenchon? O ancora Sarkozy? Dei sondaggi, che danno per vincente al secondo turno il candidato PS, non c’è da fidarsi troppo. Tutt’altra storia per i rumors e le indiscrezioni che si accavallano insistentemente nelle ultime ore, in merito alle pellicole in concorso per la Palma d’Oro il prossimo maggio. Ancora ufficiosi, ma praticamente ufficiali.

Côté italiano. È certa la presenza del nostro Matteo Garrone, già vincitore, con Gomorra, del Gran Premio della Giuria nella felice (per i nostri colori) edizione del 2009, durante la quale anche Sorrentino con Il Divo strappò un premio. Dalle vele di Scampia, il regista romano ci guida, con il suo Big House, verso il mondo marcio e illusorio della televisione, in un film in cui sarà bene riversare le nostre speranze di Palma. A completare la rappresentanza tricolore, il ritorno di Bertolucci con Me and you, e il politico Romanzo di una strage.

Douce France. De rouille et d’os di Jacques Audiard sarà la tête d’affiche per gli sciovinisti transalpini, con l’affascinante Marion Cotillard nei panni della protagonista. In seguito Olivier Assayas con l’autobiografico Après mai, Sandrine Bonnaire con J’enrage de mon absence e Hélène Fillières con Les adorés dovrebbero, salvo sorprese last minute, essere anch’essi in lizza per un premio.

From all around the world. L’amatissimo cineasta austriaco Michael Haneke ritornerà con il suo Love, in compagnia di Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant, giusto in tempo per scuotere i sensibili animi del Grand Palais, affiancato dall’impegnato Ken Loach con The Angel’s share. Dagli USA e dal Canada giungeranno le équipe di Wes Anderson con Moonrise Kingdom, e di David Cronenberg, che presenterà il suo Cosmopolis con Juliette Binoche e Mathieu Amalric, già dato per papabile in vista del massimo premio.

Infine, due pellicole sudamericane dalle quali ci si attende molto. On the road di Walter Salles basato sul romanzo beat di Jack Kerouac, e l’argentino Elefante Blanco, realizzato dal promettente Pablo Trapero, con l’ammirevole Ricardo Darin tra i protagonisti principali. E a Monsieur Moretti non resta che scegliere…

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