“Renato Rascel avrebbe compiuto oggi cento anni e nessuno lo ha notato. Roma, la città che lui ha celebrato con un canzone che sopravvivrà al suo ricordo, lo ha ignorato. Solo Torino lo ricorderà con una mostra e altre cose del genere.

Io francamente lo trovo deprimente. Ma poi mi rendo conto che anche altri come lui sono stati messi nel dimenticatoio, forse perché si va troppo in fretta, non c’è tempo nemmeno per i ricordi. Eppure chi come me era bambina negli anni sessanta, non può non ricordare quel simpatico tappo vestito da corazziere, oppure quella faccia da cocker, la macchietta del piccoletto mite e distratto, stralunato e quasi inadatto a stare al mondo. Come dimenticare ‘Attanasio cavallo vanesio’, o ‘Alvaro piuttosto corsaro’ altro successo travolgente. Questi spettacoli andarono in scena in un’Italia segnata dalla fine dell’ultima guerra mondiale, vogliosa di svago e di divertimento, anche se mai furono messi da parte gli episodi amari e il sarcasmo.

A me Rascel piaceva un sacco. Mi piaceva lo smoking che indossava, quello che indossavano i sui colleghi, perché allora andare nelle case degli Italiani era importante e ci si vestiva bene per rispetto. Quasi mi viene da piangere pensando a quelle diversamente intelligenti seminude nell’ Isola: gente non qualificabile, senza talento, gente che non sarebbe mai in grado di far ridere ma solo di far pena. Mi viene in mente ‘Policarpo ufficiale di scrittura’, un film tenero e amaro che non danno in tv da anni, così presi nel propinarci Bud Spencer e il suo compare in tutte le salse. Un film che vinse a Cannes il premio di miglior commedia.

Al giorno d’oggi la commedia è quotidiana condita da tragedie. La nostra politica è in decomposizione, la famiglia è sfracellata, si suicida in diretta da Maria De Filippi, programmi che scrutano le persone dal buco della serratura hanno un audience altissima. E allora a chi mai può fregare di un attore che con le sue espressioni era in grado di stare in scena senza parlare, di chi ha fatto della sua bassa statura un grattacielo, di chi mi ha fatto ridere e pensare, mai sopra le righe, sempre elegante, sempre di classe. Frega a me, tanto. Buon compleanno Renato!”

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