Pare ormai certo che Sarkozy debba cedere la presidenza della Repubblica di Francia ad Hollande. Questi i primi dati al momento di scrivere ancora non ufficiali del secondo turno delle presidenziali francesi (con 46 milioni di elettori alla urne per la scelta del settimo Presidente della Quinta Repubblica) che vedono lo sfidante Hollande attestarsi intorno al 53% delle preferenze contro il 47% del Presidente uscente Sarkozy, secondo quanto diffuso anche da France Presse.
L’ANSA fa sapere che Nicolas Sarkozy, dopo aver appreso alle 19 la notizia della sconfitta, ha raggiunto l’Eliseo e si è chiuso nel suo studio con i fedelissimi, il primo ministro Francois Fillon, il presidente dell’Ump, Jean-Francois Copé, e il ministro degli Esteri, Alain Juppé. “Non sarò mai come quelli che ci hanno combattuto – ha detto Nicolas Sarkozy ai suoi sostenitori – Francois Hollande è il presidente della Francia e deve essere rispettato”. Nel pomeriggio era stata annullata la festa dei sostenitori di Nicolas Sarkozy organizzata stasera in Place de la Concorde a Parigi.
Le prime dichiarazioni di François Hollande: “I francesi hanno scelto il cambiamento portandomi alla presidenza della Repubblica. (…)Troppe rotture hanno diviso i nostri concittadini, ora è finita. Il primo dovere di un presidente è riunire i cittadini”.
In Italia, tra le prime dichiarazioni a caldo quella di Stefano de Luca, Segretario Nazionale del Partito Liberale Italiano, che da noi contattato telefonicamente ha affermato che “l’arroganza di Sarkozy è stata punita, ha vinto la voglia di cambiamento nella pacatezza della responsabilità. In realtà decisiva è stata, come avevamo previsto, la decisione del centrista liberaldemocratico Bayrou di schierarsi con Hollande. Ora, dopo la sconfitta dell’asse Sarkozy-Merkel, l’Europa non può più rinviare le necessarie scelte per la crescita. Il Governo italiano deve dimostrare di essere capace di assumere un ruolo da protagonista, avendo le carte in regola per aver accettato l’imposizione di provvedimenti fiscali molto duri da parte di Bruxelles”.
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