Continua il ‘giallo’ sulla morte di Papa Luciani. L’ultima enunciazione su Giovanni Paolo I, il Pontefice deceduto il 28 settembre 1978 dopo nemmeno quattro settimane dal conclave che lo aveva eletto, parla di mistero artefatto. Ideato per motivi che, comunque, rimangono ancora tutti da chiarire. Teorie complottiste, come quella messa in circolazione dal saggista britannico David Yallop il quale, nel 1997, con il suo In nome di Dio, mise su carta la tesi secondo la quale Luciani fu ucciso in Vaticano con una dose eccessiva di calmanti “perché voleva cambiare la Chiesa”.

Viceversa, afferma qualcuno, “chi elesse Luciani sapeva che sarebbe morto presto”. Secondo lo scrittore e giornalista Marco Roncalli, pronipote di Papa Roncalli e presidente della Fondazione Giovanni XXIII (autore del volume Giovanni Paolo I: Albino Luciani [Edizioni San Paolo, pp. 740, euro 34]) il Papa fin da piccolo dovette lottare contro le malattie. Un fisico spossato che lo costrinse ad apprendere la notizia della morte di Papa Montini (il 6 agosto 1978) – colui che lo aveva preceduto – in un letto d’ospedale, alla casa di riposo Stella Maris agli Alberioni, vicino a Chioggia. Il libro di Roncalli è a tutti gli effetti la prima biografia completa e documentata della vita di Giovanni Paolo I. Una biografia che tuttavia riserva sorprese. In sostanza la tesi di Roncalli è quella di un decesso dovuto esclusivamente a cause naturali. Presumibilmente un’angina pectoris (dolore al torace provocato dall’insufficiente ossigenazione del cuore).

”Da qualche tempo non sto bene e faccio molta fatica a predicare”. Anche una breve dichiarazione del ‘Papa dei 33 giorni’, rilasciata a un sacerdote pochi mesi prima di essere eletto, confermerebbe che non può esistere nessun giallo sulla morte di Luciani. Un decesso naturale causato da un attacco cardiaco o da un’embolia. Purtroppo, quella morte divenne un ‘giallo’ anche a causa di un pasticciato comunicato della sala stampa della Santa Sede che ometteva di spiegare che Papa Luciani era stato trovato senza vita da una suora. Poi piccole, misteriose bugie e imprecisioni che generarono la tesi del complotto e dell’avvelenamento. Tesi ripresa – oltre che in moltissimi saggi – anche in svariate opere cinematografiche. Una delle più celebri è inserita nel film Il padrino, parte III, in cui – licenze cinematografiche a parte – si mette in risalto la teoria dell’omicidio. La sceneggiatura riferisce che, morto Paolo VI, il nuovo Pontefice Giovanni Paolo I, decise di ratificare il contratto che avrebbe consentito alla famiglia Corleone – capeggiata da Michael (Al Pacino)  – la scalata al potere. Per questo motivo, nel film, Luciani è assassinato su ordine della famiglia avversa ai Corleone in accordo con quattro personaggi che si ispirano chiaramente alle figure di Paul Marcinkus, Licio Gelli, Giulio Andreotti e Roberto Calvi.

Tornando al decesso per cause naturali, anche in conclave il tema della salute si riaffacciò: Luciani, incontrando il cardinal Sin, gli riferì che la sua salute non era delle migliori. Delle condizioni del neo-pontefice avrebbe parlato anche suor Vincenza, la religiosa che lo accudiva e l’avrebbe trovato morto. Pare che Vincenza affermò di essere preoccupata: “Temo che il Santo Padre non resisterà a lungo. La sua pressione non reggerà all’affanno di tanti impegni e di tante preoccupazioni”.

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