Per la torma di moralisti rigorosamente rive gauche che ancora crede ipocritamente nell’unicità irripetibile del bunga bunga berlusconiano, ecco nelle librerie un’opera che svela senza inibizioni l’intimità celata dei venerati intellettuali del 19esimo e del 20esimo secolo, da Proust a Picasso, da Tolstoj a Toulouse-Lautrec, da Stendhal a Hemingway, da Simenon a Modigliani, tutti alle prese con le proprie umane ‘debolezze’, tutti assidui frequentatori delle tanto vituperate meretrici.

Giuseppe Scaraffia, esperto di ‘dandysmo’ e professore di letteratura francese all’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’, ci racconta così per aneddoti nel suo Le signore della notte. Storie di prostitute, artisti e scrittori (Mondadori, 19 euro) le avventure notturne di alcuni tra i più grandi pensatori degli ultimi due secoli, tra lerci e squallidi postriboli e più decorati e cortesi bordelli, carnalmente attratti da fior fiori di ‘gentili donzelle’, protagonisti delle più impensabili perversioni.

E così veniamo a scoprire, sfogliando queste gustose e godibilissime 272 pagine, che l’autore de Alla ricerca del tempo perduto era un “esperto di auto-onanismo”, tanto che il padre, per placare l’inarrestabile abitudine del figlio, lo esortava a recarsi nei bordelli per sfogarsi, “finanziandolo” con una manciata di franchi. Guy de Maupassant e Turgenev invece concorrevano per il record di orgasmi, tanto che l’autore di Bel Ami era soprannominato “il toro triste”, altro che l’attuale re di Spagna Juan Carlos.

Kafka aveva il vezzo di andare con le attempate e se possibile con qualche chilo di troppo, mentre il collezionista di donne per antonomasia Georges Simenon amava condividere la propria moglie con esotiche e filiformi presenze femminili, magari di colore. Hugo, quando non scriveva, era cliente fisso nei postriboli della sua Parigi di metà ‘800 e l’autore di Madame Bovary adorava ostentare la propria mascolinità di fronte agli amici, possedendo la fortunata di turno, fumandosi anche un sigaro. Sempre e comunque all’insegna del piacere.

© Rivoluzione Liberale

234
CONDIVIDI