Nel tumultuoso oceano in tempesta che è il panorama politico in cui si dibatte oggi l’Italia quale può essere un ruolo veramente incisivo per coloro che si sentono liberali? Innanzi tutto, a mio avviso, occorre distinguere tra chi si sente Liberale e chi si dice liberale. Purtroppo negli ultimi 20 anni molti si sono infatti fregiati di questa gloriosa etichetta senza nemmeno sapere cosa realmente significasse, solo perché era un efficace strumento di marketing. Oggi molti di questi impostori sono stati smascherati ed abbiamo scoperto, ad esempio, che chi diceva di ispirarsi alla Thatcher o a Reagan aveva invece come modello politico l’ex capo del KGB Putin. Oggi molte di queste maschere sono cadute così come crollano i grandi contenitori politici pieni di populismo e di tifoseria da stadio, ma vuoti di idee e di principi. Questi crolli stanno lasciando sguarnito uno spazio politico, che reputo ampio, ed al quale tanti cittadini volentieri farebbero potenzialmente riferimento e che è ormai rimasto pressoché vuoto.
Dico pressoché perché in questo spazio in realtà qualcosa già c’è, di sicuro c’è ad esempio il Partito Liberale Italiano. Anche il nostro Paese infatti, passata la buriana grillina, vedrà il proprio elettorato riposizionarsi secondo i principali schieramenti che compongono il quadro politico europeo. Il voto a Grillo oggi è infatti un mezzo, lo strumento che l’elettorato arrabbiato sta usando per spazzare via una classe politica di cui è arcistufo – e non a torto – ma non è un fine. Non voglio certo demonizzare Grillo ed il suo movimento (anche se lo ritengo anche più “virtuale” di quanto non era il partito-azienda dell’ex premier) ma credo difficile che sia davvero lui la risposta definitiva ai problemi concretissimi e drammatici che incombono sul nostro Paese.
Le grandi manovre oggi in corso sul campo di battaglia politico, dove sembra al momento ci sia un tutti contro tutti ancora confuso, porteranno credo ad un assestamento che potrebbe somigliare a quello esistente in Germania o in Francia, escludendo quindi eventuali ed ininfluenti ali estreme a destra e sinistra: potremmo avere un partito di sinistra radicale, uno di sinistra socialdemocratica, un partito conservatore di ispirazione clericale ed un partito laico d’ispirazione liberaldemocratica e repubblicana. Lega e Grillo forse continueranno ad esistere ed essere anomalie prettamente italiane, ma comunque marginali.
In questo quadro i Liberali devono recuperare il proprio ruolo e la propria identità, innanzi tutto tornando ad essere orgogliosi d’essere Liberali. Il compito dei Liberali deve essere quello di lavorare da subito perché le forze liberali e repubblicane non si disperdano ancora una volta, ma si coagulino in vista della formazione di questo schieramento laico liberaldemocratico di stampo europeo. L’area nella quale oggi il PLI si ritrova, praticamente solo, è un’area che sta già infatti diventando appetita ed appetibile a molti, soprattutto a quei nuovi soggetti che s’apprestano ad entrare in campo e che sanno come l’unica soluzione alla grave crisi economico finanziaria, non solo italiana, ma europea, è unicamente una: quella di una vera e decisa rivoluzione in senso liberale dello Stato. Ecco quindi che il ruolo di un piccolo partito come il PLI diviene di gigantesca importanza ed è quello d’essere forza trainante ed elemento catalizzatore per il coagulo di tutte le forze che in quest’area possono ritrovarsi. Nel mare tempestoso della politica di oggi il PLI dev’essere il faro che indica la rotta verso la costruzione di quello schieramento liberaldemocratico di stampo europeo che in Italia è sempre mancato. Questo compito però non può essere disperso in iniziative velleitarie e disgreganti, che magari rincorrano iniziative autoreferenziali, sigle personalistiche o bocciofile di varia natura tentando di dar loro una dignità di rappresentanza che non hanno per bypassare chi, invece, una rappresentanza, magari piccola ma certa, l’ha conquistata negli anni ed ha dimostrato di averla. A mio avviso gli interlocutori primari del PLI invece devono essere, tanto per cominciare, il Partito Repubblicano Italiano, l’ala liberale di Futuro e Libertà e la parte cattolica liberale dell’Udc. A questi interlocutori, ritengo occorra dare la precedenza ed offrire loro un progetto solido, credibile e realizzabile a breve, e non tanto perché le elezioni incombono, ma perché l’Italia ne ha un disperato bisogno.
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