Percorrendo le strade di un borgo marinaro alla periferia di Palermo, ho incontrato una lunga processione, che si svolgeva in occasione della festa rionale. Sono rimasto molto ammirato dalla composta devozione di alcune centinaia di persone, di tutte le età, che seguivano l’immagine sacra, cantando con i ceri in mano. Riflettevo sul privilegio di chi ha una fede così forte e della protezione che assicura loro lo spirito di comunità che si determina in tali occasioni, mentre i laici impenitenti come me sono invece destinati alla illuministica solitudine della razionalità. Pensavo allo stesso tempo che tutte quelle persone rappresentano i “peccatori”, cioè coloro per i quali sarebbe un vero peccato partecipare alle prelibatezze, ai lussi, alle comodità riservate agli alti prelati, perché, secondo questi ultimi, non potrebbero apprezzarne fino in fondo il valore. Per associazione di idee la mia mente è andata alle vicende misteriose, che, in questi giorni, interessano il Vaticano.
Conosco Ettore Gotti Tedeschi da quasi quarant’anni. Nonostante le nostre differenti reciproche formazioni, lui cattolico convinto ed osservante, io laico agnostico, con venature anticlericali, credo di poter affermare che ci siamo sempre stimati reciprocamente. Ho sempre avuto una grande ammirazione per la sua viva intelligenza, la sua moderazione, mista ad eguale intransigenza, il suo alto rigore morale. Le vicende della vita ci hanno portato a perderci di vista, a volte, per molti anni, ma sempre, a rivederci con piacere, ritrovando subito la complice intimità da vecchi commilitoni della stessa camerata alla scuola allievi ufficiali di Ascoli Piceno. Da quando era stato nominato Presidente dello IOR, non lo avevo più incontrato. Gli avevo mandato un biglietto di felicitazioni, ma, principalmente di auguri, per un compito che mi rendevo conto sarebbe stato oltremodo difficile, conoscendolo come persona per bene.
Il recente brusco allontanamento, quindi, non mi ha sorpreso. Sapevo bene che tra la fedeltà pure saldissima alla Chiesa e quella alla sua coscienza, avrebbe optato, magari con grande sofferenza, per quest’ultima. Ettore è uno di quei credenti che vivono nella convinzione che l’Altissimo sa guardare dentro di noi e, se qualcuno merita la vita eterna, questa non dipende certamente da una assoluzione o meno, né da un atteggiamento, che possa risultare sgradito alla gerarchia ecclesiastica o a parte di essa.
Ho letto il libro di Gialuigi Nuzzi “Sua Santità” e mi sono fatto il convincimento che il delatore non è il Prof. Gotti Tedeschi, né quest’ultimo fa parte dei complottisti, ma che era senz’altro a conoscenza delle vicende e che ne è rimasto turbato, tanto da volerne informare il Papa e rimettere a lui ogni decisione, compresa la sua permanenza alla presidenza dello IOR. Personalmente non sono affatto rimasto turbato dalla rivelazione delle vicende sconvolgenti, narrate nel documentato e rigoroso libro di Nuzzi, perché le considero coerenti ai millenari comportamenti della Curia, alle guerre intestine del suo mondo felpato ed ipocrita, alle ben note connivenze con banchieri e faccendieri spregiudicati, che hanno determinato il coinvolgimento della Chiesa nel riciclaggio delle enormi masse di denaro della mala vita, ben noti sin dai tempi di Sindona, Calvi e Marcinkus, attraverso la Banca Privata Finanziaria, il Banco Ambrosiano e lo IOR. Sapevo bene, e non ero il solo, che sulla strada del denaro si dovevano rinvenire le cause del silenzio omertoso sullo scandalo dei preti pedofili negli USA e sul mistero della sepoltura a Sant’Apollinare di un malavitoso, esponente della Banda della Magliana, come Renatino De Pedis.
Francamente, anche per la tradizionale e ben nota prudenza del Vaticano, non mi sarei aspettato una rimozione del Presidente dello IOR così repentina, traumatica e priva di una qualsiasi ragionevole spiegazione. Tutto questo mi ha indotto a convincermi, come del resto appare ovvio a chiunque, che le motivazioni non possono che essere gravissime. Lo scandalo nella realtà è ben più ampio di quanto emerge dal libro di Nuzzi e coinvolge livelli altissimi della gerarchia ecclesiale, tanto da poter rappresentare un colpo mortale per l’intera Chiesa cattolica, che pure è riuscita a metabolizzare persino i Borgia, la Controriforma ed i crimini da essa commessi, gli assassini che nel tempo sono avvenuti in Vaticano, fino al sospetto di papicidio, lo scandalo della banca Romana e quello appunto dello IOR di Marcinkus.
Ettore Gotti Tedeschi, consapevole di questo, non ha detto una sola parola e continua a rimanere in silenzio, ma la magistratura italiana ha trovato il modo, ed ha fatto benissimo, per perquisire i suoi uffici e sequestrare molte carte, che sicuramente saranno scottanti, tanto che immediatamente il portavoce Padre Lombardi, ha invocato la extraterritorialità dello Stato Vaticano, chiedendo di non interferire su vicende che, in base al Concordato, rientrerebbero nella competenza esclusiva della giustizia di quel minuscolo Stato virtuale.
E’ venuto invece il momento di indagare a fondo da parte della magistratura italiana, come ha già cominciato la Procura trapanese, su gravi operazioni di riciclaggio di soldi della mala vita organizzata, trapelate attraverso gli organi di informazione. Presumibilmente quegli stessi fatti sui quali Gotti Tedeschi intendeva far luce. Non si comprenderebbe altrimenti come, per fatti analoghi, che avvenivano nella Repubblica di San Marino, lo Stato italiano abbia finalmente deciso di intervenire drasticamente e por fine a pratiche che costituivano evasione fiscale e riciclaggio, mentre per il Vaticano dovrebbe usare un metro diverso. Se il prezzo della verità e della pulizia dovesse essere la denuncia unilaterale del Concordato, che ben venga. Fare chiarezza fino in fondo è la condizione anche per la completa riabilitazione del Prof. Gotti Tedeschi, al quale va riconosciuta coerenza e restituita integralmente l’immagine di gentiluomo integerrimo.
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Complimenti, conosco Ettore dai tempi delle medie e provo una grande amicizia verso di lui, mi ritrovo completamente con quanto lei dice. L’unico errore che forse puo’ aver fatto e’ una valutazione ottimistica del mondo ecclesiastico a cui non ha potuto poi, in coscienza, adeguarsi,
cordiali saluti
Giovanni Costanzo