Canto degli Italiani, così inizialmente si chiamava il testo di Goffredo Mameli, messo in musica da Michele Novaro (ma, si dice, con un celato elogio di GiuseppeVerdi), diventando l’Inno Fratelli d’Italia. Il testo è del 1847 e il Poeta lo cantò combattendo alla difesa della Repubblica Romana nel 1849 morendo ad appena 20 anni.
Fratelli d’Italia divenne di fatto l’Inno del Risorgimento e poi delle guerre nazionali fino alla guerra di Liberazione dai nazi-fascisti. Insieme al tricolore senza stemmi, divenne provvisoriamente l’Inno nazionale dell’Italia nata il 2 giugno 1946 ed è “provvisorio” ancora oggi. La provvisorietà nacque dalle antipatie e ostilità del mondo clericale e vaticano, che non volevano accettare l’Inno in quanto scritto e messo in musica da due Fratelli d’Italia, i liberi muratori Mameli e Novaro, dimenticando i tantissimi Italiani con l’Inno nel cuore e sulle labbra, caddero combattendo per l’Unità del nostro Paese e tutti coloro che hanno giurato fedeltà alla Costituzione, al Tricolore e all’Inno.
Adesso per lodevole iniziativa di due signore parlamentari, alla Camera, è passata in sede legislativa la legge che prevede l’insegnamento del testo dell’Inno nelle scuole. Non poteva mancare, la solita ridicola meschinità dei leghisti del Carroccio che odiano tutto quanto sa di unificazione dei valori morali e nazionali. Persino i rappresentanti delle istanze Altoatesine hanno accettato e votato questa conoscenza della Storia d’Italia, nel rispetto delle minoranze tutelate dall’Art 6 della Costituzione. Viene altresì istituita la Giornata dell’Unità nazionale e dell’Inno nazionale, il 17 marzo che coincide con la nascita del Regno d’Italia. Adesso il testo legislativo passa al Senato per la definitiva approvazione.
Da liberale mi auguro anche che venga insegnato nelle scuole il testo dell’Inno alla Gioia di Ludwig van Beethoven, che è l’Inno ufficiale dell’Unione Europea ma anche l’Inno dell’Internazionale liberale e della Federazione dei partiti liberali europei. Ci sono molti, troppi problemi in Italia gravosi e irrisolti, ma spero, che prima o poi si abbia il tempo per rendere definitivo il nostro Inno nazionale. Le premesse con la Giornata dell’Unità d’Italia ci sono già.
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