E’ partita la Spending Review. Il Governo Monti si è messo a lavorare al primo gravoso decreto da almeno 7 miliardi di euro di tagli, al fine di evitare un ulteriore aumento dell’IVA e per mettere al sicuro i conti almeno fino al 2014.

Tra le emergenze da tutelare vi è anche la situazione in Emilia-Romagna, dopo il disastroso terremoto che l’ha colpita. Tuttavia fra tagli assolutamente condivisibili da tutti, ve ne sono altri, come quelli rivolti a sanità e pubblica amministrazione, che hanno fatto imbestialire i sindacati; pronti a essere ricevuti a Palazzo Chigi.

Tra le diverse ipotesi di spending review troviamo, in quanto liberali, del tutto condivisibile l’eliminazione di 48 province su 86. Queste 48 province verrebbero soppresse in quanto non conformi secondo i criteri stabiliti dal Governo; criteri che riguardano la popolazione residente (almeno 350.000 abitanti), l’estensione territoriale (almeno3.000 chilometri quadrati) e il numero di amministratori comunali presenti sul territorio (almeno 50).

Insomma, si fa di tutto per mettere i conti più a posto possibile, e di questo siamo certamente soddisfatti. Tuttavia, il Sovrano di questo Paese (che, per chi non se lo ricordasse, è sempre il Popolo), ha voglia di vedere tolti anche certi privilegi, oltre alla pesantezza della burocrazia. 

E’ questo un capriccio o un serio bisogno? Quello che è certo è che la visione economica dell’attuale situazione italiana ed europea non basta, è necessaria una visione etica e genuinamente politica; altrimenti avremmo superato forse un ostacolo, senza risolvere il problema.

Sul discorso dei privilegi, i liberali di tutta Italia hanno dovuto rimettersi il vestito da “mangiapreti”, quando si cominciò a parlare di IMU; questo per dare l’idea di quanto nulla cambi in questo Paese; le cose rimangono tali e quali a quando l’Italia non era neanche nata. A tal proposito si sono avute risposte, forse, più soddisfacenti dalla Chiesa stessa che da questo Governo o (neanche a parlarne) dalla vuota e confusa classe politica italiana. Rispettare i conti, quindi, ma anche tutelare la dignità del popolo Sovrano. 

A proposito di dignità, il Ministro Elsa Fornero ha dichiarato, intervistata dal Wall Street Journal che “l’attitudine della gente deve cambiare; il lavoro non è un diritto, va guadagnato, anche con il sacrificio” per poi aggiungere “stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti”. 

Ma cosa sono queste persone (parliamo sempre del Sovrano di prima, ndr), senza un posto di lavoro? Cosa sono i conti, senza il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali? Un tempo ci si chiedeva che cos’è la libertà economica senza equità; e cos’è l’equità senza libertà economica? Oggi ci chiediamo cosa sia cambiato da allora?

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