Parigi – La notizia è freschissima, ed è una di quelle che coprirà pagine e paginoni dei giornali di tutta l’area transalpina. François Hollande ha ribadito il suo oui per il matrimonio e l’adozione alle coppie omosessuali, annunciando che ciò sarà possibile dal 2013. Una promessa, quindi, apparentemente mantenuta, visto che l’ampliamento dei diritti delle coppie gay era stato uno dei punti cardine del suo programma sociale. Tuttavia il testo legislativo è ancora in fase embrionale e bisognerà attendere le reazioni dei (molti) contrari, sia della rive gauche sia della rive droite, per capire in che direzione potrà svilupparsi e soprattutto se potrà realmente ed integralmente essere approvato.
La Francia conservatrice e ultra-tradizionalista è già insorta, indignata e già stanca delle misure proposte dal neo-presidente della Repubblica, impegnato, ora, a parare i colpi provenienti dalla sinistra radicale di Mélenchon, che non ha ancora confermato il suo pieno appoggio al governo socialista per la legittimazione di martedì prossimo al Senato.
I francesi, intanto, sono concentrati sui primi rumors dell’estate e sui riammodernamenti dei palinsesti televisi di settembre. Uno su tutti, quello che vede coinvolto il programma bobo iperfighetto Le Grand Journal, condotto da Michel Denisot, uno dei più amati presentatori catodici di tutta Francia. A quanto pare, dopo un singhiozzante e arrugginito anno, per temi trattati e flebili indici d’ascolto, l’emissione storica della bourgeoisie francese degli anni 2000 fermerà i battenti. Nonostante l’altero conduttore parli solo di un cambiamento di nome e di forma, ma non di sostanza e contenuti.
È il tempo dei grandi addii quindi, dopo Laurence Ferrari, aitante bionda, ex-fiamma di Sarkò e conduttrice di TF1, anche Le Grand Journal di Donisot manda baci e saluti ai propri fan; che intanto potranno continuare a bearsi con la rinnovata edizione del mitico Génération Top 50, programma amarcord che trasmette le più belle canzoni francesi e internazionali degli anni Mitterand. I mitici anni ’80.
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