«Accompagno un’amica vittima di un furto a fare la denuncia alla caserma dei Carabinieri, posto centralissimo a due passi da piazza di Spagna. La sala d’attesa piena di poveri stranieri vittime di attenzioni indimenticabili: chi era stato derubato in metro, chi raggirato davanti a un monumento, chi scippato al volo. Insomma souvenir d’Itaglia. L’appuntato, o non so bene quale grado avesse ma certo non era un generale, era alto abbronzato e maleducato. “Dica?” ci apostrofa a bruciapelo. A domanda rispondo: “buongiorno dobbiamo vedere il  maresciallo”. Lui, il diversamente intelligente, a domanda risponde: “è occupato”. Ci giriamo su noi stesse per andare a sederci e lui ci grida: “dove andate, ho detto che è occupato”. Io lo guardo e gli chiedo se si sta rivolgendo a me. Poi con la mia amica conveniamo che abbiamo troppo da fare per aggredirlo e farci arrestare e allora lo ignoriamo.

Ma la cosa interessante si è svolta dopo pochi minuti. Il tipo si rivolgeva a questa gente in inglese per non pensanti, per spiegarmi meglio utilizzava quell’idioma che ti fa pensare che Alberto Sordi era davvero un poliglotta. E mentre parlava con questa gente disperata, la apostrofava con un cenno della penna. Un’australiana in viaggio di nozze a cui avevano rubato la borsa e che aveva il volo proprio lo stesso giorno, in lacrime, non capendo nulla di quello che il tipo le diceva mi ha chiesto aiuto. Le ho spiegato quello che doveva fare e il sottoculturato non ha nemmeno emesso un grugnito di ringraziamento. E allora mi chiedo, ma perché dobbiamo esporre questa spazzatura? Ma non ci siamo rotti i maroni di farci prendere in giro dagli stranieri? Ma perché non mettiamo in questi posti gente preparata, che sono sicura esiste, gente capace di parlare? Cosa racconterà la povera ragazza di Melbourne al suo ritorno?

Abbiamo fatto la denuncia da un tipo che non parlava né italiano né inglese e che ci parlava a gesti. So che nell’Arma ci sono grandi eccellenze: conosco personalmente ufficiali di grande spessore. E allora? Questa gente portatrice sana di barzelletta, emarginatela, non l’arruolate. La scena si è ripetuta ben tre volte, in ben tre tentativi di linguaggio. Forse il top è stato il francese: lo avrei menato con una bottiglia di Dom Perignon.  Devo purtroppo sottolineare che il tipo evidenziava un forte accento del sud, che ha agitato il mio sangue calabro. Ma perché ci facciamo sempre riconoscere? Come può rappresentare la legge un individuo così? Francamente questo giro sto dalla parte del delinquente. M’immagino il ladro che mette le mani nella borsa del povero straniero sghignazzando.

Sono uscita di lì depressa e ho pensato a tutte le storie sull’unità d’Italia, ai patrioti e a quelli che son morti per un ideale. Tutto inutile, tutto sbagliato, seppellito dalla maleducazione dilagante: a domanda rispondo, mi dimetto da italiana!»

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