Il Governo ha annunciato, tramite il neoministro dell’Economia Vittorio Grilli, l’intenzione di promuovere un’altra iniziativa di matrice liberale: la dismissione del patrimonio pubblico per abbattere il debito di Stato. L’obiettivo dichiarato consiste in una riduzione del 20% attraverso la cessione di 15-20 miliardi all’anno – pari all’1% del PIL – di patrimonio pubblico per i prossimi cinque anni.
È fondamentale però che ai buoni propositi seguano fatti concreti e scelte ben congegnate. Il buon esito di questa lodevole iniziativa dipenderà infatti dagli strumenti che saranno messi in campo.
La cessione di quote detenute in società partecipate dallo Stato (Fintecna, Sace e Simest) alla Cassa depositi, per esempio, non ci sembra la migliore soluzione. Cedere la proprietà ad una società controllata al 70% dal Tesoro stesso, potrebbe forse aiutare a rifare un po’ il trucco al bilancio dello Stato, ma certo non costituirebbe una soluzione definitiva per risanare il Paese. Meglio sarebbe cedere direttamente le quote sul mercato.
In ogni caso si tratta di un programma ambizioso che accogliamo con favore, pur consapevoli della sua non facile realizzazione. Basti pensare che nonostante siano ormai trascorse diverse settimane dal 30 giugno, data limite entro la quale – secondo l’articolo 66 del decreto Liberalizzazioni – l’Amministrazione avrebbe dovuto rendere noto l’elenco di terreni pubblici da collocare in affitto o in vendita (con diritto di prelazione ai giovani), al momento non si registra alcuna novità sul tema.
Quella delle privatizzazioni resta, in ogni caso, la sola via da percorrere per abbattere il debito senza vessare ulteriormente i cittadini, le cui tasche sono già state ampiamente e inevitabilmente colpite.
Perseguire questa strada con serietà e incisività sarebbe un ottimo modo per portare a termine il compito che questo Governo è stato chiamato a svolgere. Siamo sicuri che i “tecnici” si dedicheranno alla questione con competenza e professionalità: in Monti We Trust!
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