I due colossi del conservatorismo liberale nel nostro ultimo secolo sono senz’altro Ronald Reagan e Margaret Thatcher; ma, nell’attuale situazione di crisi economico-finanziaria, c’è qualcosa delle loro ricette che può servirci da esempio?

Reagan e la Thatcher sono unanimemente ricordati come simboli del conservatorismo, ma nella loro azione politica c’era senza alcun dubbio una profonda base ideologica liberale. Innanzitutto ricordiamo come quel formidabile duo rivoluzionò il mercato del lavoro, liberalizzandolo, dopo aver vinto drammatici bracci di ferro con potenti sindacati dell’epoca. Reagan si trovò a fronteggiare l’assai influente sindacato dei controlloridi volo, sindacato che peraltro aveva appoggiato la sua elezione e forse per questo voleva passare all’incasso. Le richieste del sindacato erano infatti esose, specialmente in un momento in cui Reagan stava tentando di ridurre le spese dello Stato, i controlloridi volochiedevano aumenti del 100% degli stipendi, mentre il governo offriva un aumento dell’11%.

Il sindacato dei controllori quindi proclamò uno sciopero nazionale che avrebbe messo in ginocchio i trasporti Americani minacciando non solo l’economia USA, ma la sua stessa sicurezza. Reagan usò il pugno di ferro, licenziando in tronco tutti i controllori che aderirono allo sciopero, circa il 70% del totale, e sostituendoli con neoassunti o personale militare.

Margaret Thatcher affrontò un simile confronto, semmai ancor più drammatico, con i minatori inglesi, ormai fuori mercato, e lo concluse in modo analogo dopo una lunga battaglia. Furono confronti aspri e anche dolorosi, ma i due statisti sapevano che erano battaglie cruciali da vincere per il conseguimento dei risultati, che entrambi si prefiggevano, di rilancio delle loro economie.

Entrambi si impegnarono poi a ridurre drasticamente le spese dello Stato ed i suoi apparati burocratici, tutti ricordano la famosa “deregulation” reaganiana, e abbassarono drasticamente le tasse. Spettacolare fu il taglio del 25% delle tasse applicato da Reagan nel corso del suo primo mandato. L’epoca storica rese però necessario allora mantenere alta la spesa per la difesa, stante il confronto ancora muscolare esistente con l’impero sovietico, un confronto che anche qui i due statisti finirono per vincere clamorosamente.

L’economia americana che si trovava in un periodo di crisi prolungato ebbe nel1983, aseguito dell’azione della amministrazione Reagan, un’impennata storica che proseguì per il decennio successivo e che trascinò l’economia mondiale verso l’ultimo grande boom economico globale guidato dall’Occidente.

Non voglio fare l’apologia di Reagan e della Thatcher, ma solo sottolineare come due capi di governo, in sintonia tra loro, con la forza delle loro convinzioni, e la caparbietà per perseguirle, riuscirono a cambiare il Mondo e tutto considerato si può dire che lo cambiarono verso una situazione migliore di quella che avevano trovato. Soprattutto vorrei sottolineare come entrambi furono noncuranti della popolarità o impopolarità delle ricette che proponevano, ma solo del fatto d’essere convinti fossero quelle giuste. Per questo ci appare oggi ancor più evidente la carenza di leadership mondiale, la mancanza di statisti veri che abbiano una visione futura, addirittura che abbiano una idea chiara di come uscire dalla crisi. Quello che vediamo spesso sono governanti in balia degli eventi, incartati a guardare il proprio interesse immediato o peggio il proprio ombelico elettorale.

Oggi la situazione economica, specie dell’Europa, necessita più che mai di scelte forti, magari impopolari, ma decise, drastiche, e convinte; scelte da statisti e non da “re tentenna”.

Per questo forse ancora oggi l’esempio di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher potrebbe essere fonte d’ispirazione attuale; e più ancora delle loro ricette, a mio avviso, è il metodo che dovrebbe essere preso a modello.

© Rivoluzione Liberale

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1 COMMENTO

  1. Certo, la signora Thatcher e Ronald Reagan furomno leaders di straordinario spessore. Non dimentichiamo tuttavia che dietro le spalle avevano Paesi forti e di grandi tradizioni, abituati alla durezza del confronto politico ed economico e quindi in grado di accettare ricette forti e dure. Da noi? Guardiamo i commenti dei lettori dei grandi quotidiani, che vituperano Monti per aver fatto e star facendo quello che é appena l’ombra dell’opera conservatrice degli anni 80. E la signora Merkel, che dice cose solamente sensate, anche se non è una guida davvero ispiratrice.

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