La legge elettorale, criticata all’unanimità, è al centro dell’instabilità politica che fa temere per l’Italia una crisi del debito simile a quella che colpisce la Grecia. Questo è quanto emerge dalla lettura della stampa estera in questo scorcio d’estate. Il rischio è potenziato dall’incertezza che avvolge il futuro politico dell’Italia, dovendo il governo tecnico del rispettato Mario Monti passare il testimone a primavera. Questi timori sono alimentati dalla confusione che regna intorno al sistema elettorale che verrà utilizzato. Sono anni che la classe politica vuole modificare il sistema attuale, ma il tempo passa e nulla accade, per paura. Siamo bravi a spargere veleni,  a disintossicarci un po’ meno. Pierre De Gasquet su Les Echos, ha scritto un interessante articolo: L’Italie de Mario Monti défie les stéréotypes, dove afferma che, anche se la fiducia degli investitori rimane fragile, l’Italia di Mario Monti sfida oggi gli stereotipi. La scommessa “folle” di Mario Monti consiste nel giocarsi la carta della “sincerità” (messaggio peraltro lanciato recentemente anche da Giannino precisa De Gasquet) in un momento di grande sconforto. La sincerità non è mai stata il forte della classe politica italiana e De Gasquet sostiene che questo “Raymond Barre postmoderno sia il solo a poterla tentare”.  Se appare ottimista sulle capacità politiche e diplomatiche di Monti, appare critico sul piano economico,  definendo le soluzioni di Monti  “impressioniste”  ma forse non altrettanto funzionali. I dubbi vengono espressi anche da G. Dinmore sul Financial Times che prendendo spunto dalle proteste dei lavoratori d Alcoa e Carnonsulcis, dimostra in un articolo dal titolo eloquente, Sun sets on Sardinia’s mineral industries, quanto queste due realtà siano lo spaccato dell’Italia intera: non sono solo il mercato dell’auto e dei minerali in crisi, è tutto l’indotto dell’industria che collassa. Dinmore critica la frenesia del Governo Monti di battere cassa senza voler prendere in considerazione l’idea di sostenere quelle che vede solo come industrie al tramonto. Nessuna spesa extra è concessa, lasciando per strada molta gente. Dello steso parere è Hans Jurgen Schlamp, nel suo articolo sullo Spiegel definisce “catastrofica” la situazione lavoro in Italia e prevede un “triste e squallido” autunno per Monti. Marcelle Padovani su Le Nouvel Observateur  intitola così il suo pezzo: L’après Monti, che è cominciato nonostante le “vittorie” morali in campo internazionale, sia dal punto di vista economico che politico. Anche il suo articolo è incentrato sull’immobilismo delle riforme elettorali e anti-corruzione e sul danno che liti e veleni tra partiti arrecano al Paese. Incertezza e precarietà minano l’Italia.

Monti intanto ha ricominciato imperterrito il suo tour europeo, preoccupato, secondo alcuni, di bilanciare il troppo stretto rapporto Merkel-Hollande. Anche se P. Cochez in un’intervista a Yves Bartoncini, Segretario Generale di “Notre Europe” (think tank fondato da Delors nel 1996), pubblicata su La Croix, mostra, al contrario, un rapporto saldo tra Hollande, Monti e Merkel. Il risultato della visita di Hollande a Monti a Roma il 4 Settembre scorso sembra dargli ragione. Certo è che sul fronte dell’Euro, come è scritto sull’editoriale di Le Monde del 3 Settembre sembra esserci un solo nome: Mario Draghi, unico “vero europeo”, specie rara tra i dirigenti dei Paesi dell’Unione. Ha salvato l’estate, le prossime settimane saranno decisive per l’euro.

Grandissima risonanza è stata data alla scomparsa del Cardinale Martini. Non c’è stato quotidiano che non abbia ricordato il suo cammino illuminato, progressista, aperto, coraggioso e scomodo: L’Orient-Le Jour, Radio Canada, Los Angeles Times, Le Monde, Belfast Telegraph, RFI, Haaretz solo per citarne alcuni. Tom Heneghan nel titolo del suo articolo su Reuters sintetizza perfettamente la sua storia: Late cardinal represented Catholic Church that might have been (Il defunto cardinale ha rappresentato la Chiesa Cattolica come avrebbe potuto esistere).

AFP per Boursorama, Hollande et Monti se veulent ‘gardiens’ des décisions éuropéennes, 5 Settembre 2012.”I dirigenti francese e italiano Hollande e Monti si sono presentati martedì a Roma come ‘custodi delle decisioni’ prese durante il summit di fine Giugno (…) L’incontro è avvenuto nel contesto di un balletto diplomatico in corso da fine Agosto tra alti dirigenti europei (Monti-Merkel, Hollande Rajoy), che si intensificherà questa settimana con diversi incontri ai massimi livelli (…) I due dirigenti hanno difeso l’utilità di tali colloqui, incoraggiando anche l’organizzazione più frequente di summit europei.” (…)

Radio Chine Internationale, L’Italie et la France restent vigilantes pour protéger la zone euro, 5 Settembre 2012.”Il Primo Ministro italiano Mario Monti e il Presidente francese Hollande hanno convenuto martedì a Roma di coniugare i loro sforzi per rendere attivi gli accordi sulla protezione della zona euro conclusi in Giugno al summit dell’Unione Europea.” (…)

H.J. Schlamp,The Catastrophic State of Italy’s Labor Market, Spiegel international online, 4 Settembre 2012.”(…) Anche la Commissione Europa, a lungo tra i più accaniti proponenti di severi programmi di austerità per Paesi seriamente indebitati come l’Italia, ha cominciato ha preoccuparsi per la situazione catastrofica del mercato del lavoro italiano (…) Si parla di possibile ‘disastro economico-sociale’ in Italia e altri Paesi del Sud Europa se non vengono trovate soluzioni alla disoccupazione giovanile.” (…)

P. De Gasquet, L’Italie de Mario Monti défie les stéreotypes, Les Echos, 3 Settembre 2012.”Dopo la Grecia e la Spagna, l’Italia del “Professore” Monti veniva considerata, all’inizio dell’estate, sul bordo della crisi di nervi (…) la sua chance storica è quella di tagliare con un decennio di deriva berlusconiana, che ha largamente contribuito a minare la credibilità di una classe politica italiana impantanata nei suoi arcaismi e nelle due querelles campanilistiche.” (…)

M. Padovani, L’après Monti, Le Nouvel Observateur, 3 Settembre 2012.”Il dopo Monti è cominciato, anche se ‘Super Mario’ è oggi quasi sicuro di arrivare al termine naturale della legislatura nella primavera del 2013 (…) Il dopo Monti è cominciato perché il prestigioso ‘Professore’ della Bocconi non riesce più a mettere d’accordo i berlusconiani, i centristi e la sinistra, per esempio sulla riforma della legge anti-corruzione e sulla nuova legge elettorale (…) L’Italia è dunque immersa nel clima elettorale largamente in anticipo sui tempi, quando i candidati ufficiali alla carica di Primo Ministro non sono ancora stati designati (…) Questi preparativi e queste incertezze confermano la precarietà della situazione di Mario Monti, il quale comincia ugualmente il suo tour europeo dell’ultima possibilità (…) Nella sua cerchia ci si dice preoccupati per il riavvicinamento franco-tedesco (…) ci si chiede se il peso del passato e della Storia non stiano permettendo la ricostruzione del vecchio fronte dell’ ‘Europa del Nord’, con, in prospettiva, un’Italia che lo paga a caro prezzo.”

Editoriale, Semaines décisives pour la monnaie unique, Le Monde, 3 Settembre 2012.” Sul fronte dell’euro, il rientro ha un nome, uno solo: Mario Draghi. L’uomo non si separerà, ne siamo sicuri, da quell’elegante sorriso né dalla cortesia che sono, da lungo tempo, il suo modo di mostrare calma e serenità. Ma il futuro della moneta unica è più che mai nelle mani del Presidente della BCE. Ciò è rassicurante: questo italiano è un vero europeo – e, visti i tempi che corrono, la specie è rara, molto rara, tra i dirigenti dei Paesi dell’Unione (…) Draghi ha il sostegno della Merkel e di Hollande (…) I puristi della Bundesbank sono i soli a storcere il naso (…) ma se non hanno alternative affinché Italia e Spagna non affondino, che tacciano!” (…)

P. Cochez, intervista a Yves Bertoncini: Peut-on parler d’un axe Paris-Rome?, La Croix, 3 Settembre 2012.”Questa alleanza tra Roma e Parigi è cominciata qualche mese fa (…) c’era la necessità di allargare la concertazione al di là del solo asse Parigi-Berlino (…) che simboleggiava per Hollande un dialogo franco-tedesco troppo esclusivo (…) L’Italia è importante nella visione europeista del Presidente francese. Intanto, questo Paese è l’altro grande fondatore dell’Europa (…) Di fronte alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, Monti e Hollande hanno molti punti in comune. Insistono sull’importanza della crescita e della solidarietà, complementari ai necessari sforzi di stabilità.” (…)

G. Dinmore, Sun sets on Sardinia’s mineral industries, Financial Times, 2 Settembre 2012.” Alcoa e Carbonsulcis (…) 2000 posti di lavoro sono a rischio, incluse le industrie satellite, se i due siti chiudono. Ma sono  una piccola  parte di un problema molto più ampio di declino economico che crea una grave minaccia agli sforzi del governo di ridurre i 2mila miliardi di debito pubblico, così come gli elevati tassi di interesse che tanto preoccupano i politici europei e i banchieri.” (…)

T. Heneghan, Religion Editor,Late Cardinal Martini represented Catholic Church that might have been, Reuters, 3 Settembre 2012.”(…) Per I progressisti, è stato l’ ‘eterno Papa in attesa’, come l’ha definito l’Irish Times, un pastore saggio e comprensivo che ha simboleggiato il sempre più sbiadito sogno di rivivere lo spirito apertamente riformista del Concilio Vaticano Secondo del 1962-65.” (…)

JTA per Haaretz,Italy’s Jews mourn death of Cardinal Carlo Maria Martini, who forged interfaith ties, 2 Settembre 2012.”(…) In un suo discorso del 2004, Martini, un biblista con concezioni liberali su alcune questioni sociale, ha affermato che i Cattolici dovevano capire il Giudaismo ancora prima di capire la loro propria fede.” (…)

L’Orient-Le Jour,L’Eglise a 200 ans de retard. Pourquoi ne se reveille-t-elle pas? Avons-nous peur?, 2 Settembre 2012.”Migliaia di persone si sono riunite questo weekend davanti al Duomo di Milano per rendere un ultimo omaggio al cardinale italiano, il progressista Carlo Maria Martini (…) In un intervista pubblicata dopo la sua morte, il Cardinale afferma che la Chiesa cattolica ha ‘200 anni di ritardo’, per questo deve ammettere i suoi errori e intraprendere un cambiamento radicale’.” (…)

O. Bachand,L’Eglise a 200 ans de retard, selon l’ancien archeveque de Milan, Radio-Canada, 2 Settembre 2012.”Due giorni dopo la sua morte, il cardinal progressista Carlo Maria Martini fa parlare di sé. In una intervista pubblicata postuma, l’anziano arcivescovo di Milano ha dichiarato che la Chiesa accusava un ritardo di 200 anni (…) Continuando a sollevare controversie anche dopo la sua morte, il testamento spirituale del Cardinale Martini è un’arringa in favore della modernizzazione della Chiesa cattolica.” (…)

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