Il popolo dei repubblicani non ha perso tempo. Qualche ora dopo l’annuncio della scelta di Paul Ryan come vice di Mitt Romney, le migliaia di simpatizzanti che si accalcavano per un comizio elettorale a Manassass, nella periferia di Washington, brandivano già tee-shirts e cartelloni con il nome dei due uomini. Malgrado la lunga attesa sotto il sole a picco, erano tutti visibilmente eccitati per la scelta di Ryan, membro quarantaduenne della Camera dei Rappresentanti per il Wisconsin, astro nascente del Partito. Una pensionata presente alla manifestazione ha dichiarato: ”è la miglior scelta possibile, è esperto in materia di tassazione, conosce bene l’economia, si sa esprimere chiaramente, è pieno di energia, sono felice, voglio un cambiamento” e ammette a voce bassa che aveva votato per Obama nel 2008, ma che non avrebbe mai più commesso uno sbaglio simile.
Paul Ryan è la musa ispiratrice dei conservatori da quando ha proposto una riforma del bilancio molto radicale che prevede cupi tagli, soprattutto nei programmi sociali, ma anche una riprogettazione di Medicare, il sistema di assicurazione sanitaria degli anziani ed un innalzamento dell’età pensionabile. Ciò significa, come sottolineano tutti i Repubblicani, che la scelta di Mitt Romney è molto azzardata. Perché Medicare è sacro per la maggior parte degli americani e l’idea di toccarla, anche se non si fa che parlare di diminuzione della spesa pubblica, ha un che di sacrilego. Ma la scelta di Paul Ryan, che ha chiaramente l’obiettivo di attirarsi le simpatie della base conservatrice, poco entusiasta per la candidatura di Romney giudicato troppo moderato, rischia anche di spaventare gli elettori del centro. Sicuramente il rischio di vederlo come troppo “conservatore” c’è ma, 4 anni fa, John McCain a forza di battere il centro, ha perso, secondo molti elettori, i suoi principi repubblicani. E se in molti sono pronti a sopportare una riforma drastica per tagliare il deficit, molti altri sono preoccupati per questo ticket formato da due “Bianchi” dell’élite. Avrebbero forse preferito che Romney scegliesse Marco Rubio, il senatore della Florida di origine cubana, che avrebbe così anche mobilitato gli elettori ispanici. Altro “piccolo” errore che potrebbe costare caro ai Repubblicani è il fatto che Ryan sia un navigato politico – è stato eletto a 28 anni alla Camera dei rappresentanti, nel 1999, e non ne è mai uscito – cosa che potrebbe creare forse qualche imbarazzo visto che i Repubblicani non smettono di tuonare contro il “manicomio” di Washington e che, secondo un recente sondaggio, solo il 12% dell’opinione pubblica approva l’azione del Congresso. Per molti elettori repubblicani però è arrivato il momento di avere uno “del mestiere” che li guidi; anche loro, in fondo, vogliono il loro “tecnocrate”. Romney è stato governatore e uomo d’affari, ma questo non basta, ci vuole qualcuno che conosca il Congresso, qualcuno che faccia parte del serraglio.
Quel giorno a Manassass, quando sono arrivati finalmente Romney e Ryan, entrambi in tenuta molto casual, la folla si è infiammata. Stranamente, contrariamente a quello che è la prassi per ogni candidato e cioè cominciare il proprio discorso con un riassunto infiocchettato della propria vita raccontata in stile american dream, Paul Ryan evita i ricordi personali saltando nel vivo del tema della campagna elettorale. “Pensate che l’economia vada nella giusta direzione? Che le spese siano sotto controllo, che il Paese sia sulla buona strada?”, “No” urla la folla. E prosegue: “Tutto questo non è dovuto che al fatto che Obama è Presidente e che la sua politica non funziona”. La raccolta di donazioni per contro sembra funzionare molto bene. Nelle quattro ore che hanno seguito l’annuncio della scelta del suo vice-presidente, Romney ha ricevuto 1,2 milioni di dollari, secondo i messaggi inviati via Twitter dalla sua addetta stampa.
Se i Repubblicani sono al settimo cielo, non sono da meno i Democratici. Perché valutano che Ryan, così come Romney, abbia preso, su numerose questioni, posizioni estreme che sono lontane dai valori della maggior parte degli americani. Così, senza perdere un secondo, i Democratici hanno tirato fuori l’artiglieria pesante per demolire Ryan, con un sito internet speciale che l’accusa di essere un terribile retrogrado, che aveva votato contro la contraccezione, contro l’aborto anche in caso di violenza e di voler provocare, con la sua riforma di Medicare, un innalzamento dei contributi sanitari.
La corsa è in pieno svolgimento, il traguardo ancora lontano.
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