Undici anni dopo gli attentati dell’11 Settembre che hanno causato la morte di quasi 3000 persone a New York, è nata da qualche mese una certa tensione a “Ground Zero” tra le famiglie delle vittime – che lo definiscono “luogo sacro” – e il grande pubblico, più incline a voltar pagina.

Sul sito del memoriale aperto per segnare il luogo esatto dove si trovavano le torri gemelle, la polizia, agenti privati e volontari vegliano sullo stretto rispetto delle regole di buona educazione. Queste misure sono destinate a combattere ciò che le famiglie delle vittime vedono come una mancanza di rispetto per i loro morti, ovvero i pic-nic e le risate di tanti turisti che si fanno ritrarre in foto sotto i castagni appena piantati. In giugno, uno sgradevole incidente aveva scosso la serenità del luogo, quando un gruppo di liceali aveva lasciato i resti del loro pranzo in una delle grandi piscine nere, impronta precisa delle due torri, ma in realtà, nessun episodio grave di vandalismo si è mai verificato.

Oggi, anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001, le famiglie delle vittime rivivranno per l’undicesima volta la dolorosa cerimonia di commemorazione, durante la quale saranno pronunciati, uno ad uno, i nomi delle 2.753 vittime. Il sindaco di New York Bloomberg aveva timidamente proposto l’anno scorso di accorciare questo triste rituale, ma si era attirato l’immediata ira di alcune famiglie delle vittime. E per coloro che vorrebbero conservare un accesso limitato a questo luogo, per il quale bisogna oggi comprare un biglietto d’ingresso, le cose diventeranno ancora più difficili quando i nuovi grattacieli in costruzione nelle vicinanze saranno ultimati. Il “Memorial 9/11” avrà libero accesso per tutti. Per chi ha perso un parente o un amico, è inconcepibile poter pensare di vedere ragazzi  giocare a frisbee o uomini d’affari pranzare spensieratamente in un luogo dove sono morte tante persone, il cui gran numero non è stato ritrovato, e che sono quindi ancora lì. Qualcuno sostiene che questo punto di vista, molto intimo e da rispettare assolutamente, potrà forse cambiare tra una cinquantina d’anni, quando molti dei sopravvissuti alla tragedia non ci saranno più. Allora forse, l’11 Settembre sarà un triste ma lontano ricordo e forse Ground Zero sarà pronto a tornare ad essere un simbolo di vita.

Oggi però, undici anni dopo l’attacco alle Twin Towers, anche se le commemorazioni sono in realtà già diventate più “personali” e non ci saranno eventi pubblici di grande rilievo, l’America intera osserverà ancora un minuto di silenzio a partire dalle 8.46, ora di Washington DC. Le bandiere saranno a mezz’asta per ricordare la morte di tanti americani per mano dei terroristi. Ci saranno numerose celebrazioni a livello locale un po’ ovunque nel Paese e in molti casi, dei volontari onoreranno i veterani. Per quanto riguarda il Presidente,  Barack Obama osserverà il minuto di silenzio sul prato davanti alla Casa Bianca per poi recarsi al memoriale del Pentagono. Il Vicepresidente Joe Biden assisterà ad una messa in ricordo delle vittime del volo 93, mentre il Segretario per la Sicurezza nazionale Janet Napolitano sarà al Memorial del World Trade Center.

Con il tempo le tinte saranno probabilmente meno forti, le celebrazioni meno eclatanti, i ricordi più sbiaditi, i parenti delle vittime meno “arrabbiati”, ma il World Trade Center ha segnato la vita di tutti, non solo degli americani. Polemiche a parte, questa tragedia sarà difficilmente dimenticata.

© Rivoluzione Liberale

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