«Ogni tanto schiaffeggio il mio ego e, come una bimbetta, lo metto a confronto. Mia madre mi ha sempre detto che nella vita ci sono cose fondamentali. Poche ma irrinunciabili. I diamanti per esempio, un bel conto in banca e un ego piccino. Io che sono brava figlia ho imparato. Quando sento che cammino a un metro da terra, mi mortifico. Oggi che mi sono sentita molto intelligente, mi sono mortificata guardando la vincitrice di Miss Italia. Perché devo pensare che sia idiota fare tutto questo circo sul corpo femminile?
In fondo queste ragazze sono molto lungimiranti: investono sul loro futuro! Sanno tutto sull’alimentazione, sui grassi contenuti in ogni alimento. Sono professoresse di capelli morbidi e folti: prendono master sui copri occhiaie. Questo perché oggigiorno l’apparire è l’unica cosa che vale. Allora perché criticarle?
In effetti, la via della bellezza è una quasi assicurazione di trovare un posto nel mondo dello spettacolo. C’è anche un’altra possibilità: quella della magistratura, ma per quello bisogna studiare ed è più lenta come via.
Proseguendo in questo stato di ego mortificato, faccio una riflessione sulle tante persone irreprensibili che muoiono di morte violenta. La prima cosa che viene riportata dal cronista è che il tipo era incensurato. È la solita vecchia storia, muoiono solo le persone perbene, i cimiteri ne son pieni. Certo è che questo far west dilagante sta diventando cosa comune. Regolamento di conti in città: a Roma come a Milano. Ah che bei tempi quelli del sasso in bocca, dove gli schifosi traditori venivano puniti in modo così aulico!
Nel progressivo imbarbarimento della nostra civiltà casi come quello accaduto a Milano non sono più un’eccezione. Ci si regola così. Ripenso al mentecatto che ha ucciso la ragazzina di Brindisi per una sua vendetta personale. Uccido, dunque esisto! Tra poco anche gli avvocati penalisti avranno meno clienti: si prevedono invece grossi affari per i cassamortari.
Mi chiedo come mai i nostri governanti, sempre dietro alla ripresa, allo spread, alla borsa, alla crisi, insomma alla materia, non si rendano conto che nel giro di qualche anno saremo tornati alla legge della giungla. Vince chi è più forte e prepotente, chi alza la voce più alta, chi è meglio armato.
Io per fortuna sarò già morta e non assisterò a questo stravolgimento del mio mondo. Sulla mia lapide vorrei fosse scritto: era una Perbene, razza vissuta nel diciannovesimo secolo, estinta nel ventesimo.»
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