Tutta l’attenzione della sinistra italiana, e non solo, è in questi giorni concentrata sul camper del sindaco di Firenze Matteo Renzi, il rottamatore che si è lanciato alla conquista del PD, e non solo, con il programma d’essere “nuovo e giovane”.
Personalmente non ho nulla contro un rinnovamento, anche generazionale, della politica, ma per quanto mi sforzi non vedo nell’essere nuovo, relativamente, e giovane, anche questo è relativo, le motivazioni sufficienti per dare fiducia a qualcuno che fin’ora ha solo dimostrato di saper essere un poco più che mediocre sindaco.
Il successo di Renzi è spiegabile dall’innegabile fatto che la attuale classe politica, vecchia o giovane che sia, ha profondamente deluso il Paese e qualunque cambiamento radicale è visto con favore, sia esso rappresentato da un “giovane” democratico o dal più attempato, ma giovanilista, Beppe Grillo. Entrambi vengono visti come strumenti per liberarsi della presente classe politica, quello che verrà dopo non importa. Che poi il Renzi scimmiotti un po’ Berlusconi e Grillo ne incarni sempre più evidentemente l’assolutismo padronale sono particolari che passano in second’ordine. Eppure un legittimo desiderio di cambiamento, un minimo ragionato, dovrebbe far pensare anche al modo migliore per ottenerlo e a quello che si otterrebbe dopo.
E’ evidente che per scardinare il sistema politico e di potere attuale è necessario superare il bipolarismo tifoso Pd-Pdl, una contrapposizione più di facciata che reale, i cui interessi e metodi di potere spesso coincidono. Non per nulla il crollo nei sondaggi del Pdl dei mesi scorsi venne guardato con preoccupazione anche dai vertici del Pd, che non ne traevano alcun vantaggio. Al contrario, l’annuncio ancora non ufficiale della ricandidatura di Silvio Berlusconi a premier ha premiato nei sondaggi proprio il Pd. Eppure un modo semplice e quasi indolore per eliminare questo dualismo di potere che soffoca le riforme e impedisce il vero rinnovamento della politica c’è ed è alla portata dell’elettore. Basterebbe infatti che quel 40% e rotti di Italiani che non sanno se andare o no a votare si recassero alle urne e votassero a scelta per uno di quei partiti minori che sono sotto la sogliadel 3%. L’eventuale aumento percentuale di questi partiti non creerebbe comunque mostri, ma farebbe crollare le percentuali dei partiti maggiori ridimensionandone drasticamente le rappresentanze parlamentari, scombinando per sempre l’assetto politico attuale e portando un rinnovamento forzato della classe politica.
SI può obiettare che così non si garantisce la governabilità, ma tutti i sondaggi concordano sul fatto che questa non sarebbe garantita comunque e che la prossima legislatura vedrà comunque una riedizione della grande coalizione che sostiene attualmente il governo Monti, sta ai cittadini scegliere se questa grande coalizione dovrà essere ancora Berlusconi-Bersani (o Renzi)-Casini o è meglio qualcos’altro, anche se inedito.
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Col dovuto rispetto, concordo solo parzialmente. Non so se Renzi sia un Sindaco mediocre; peraltro, dai risultati sembrerebbe il contrario. E’ vero che la ricerca del nuovo, fine a se stesso, ha prodotto i pessimi risultati di questi anni. Tuttavia, a Renzi vanno riconosciuti almeno due meriti. Il primo e’ quello di sapersi fare ascoltare: i temi ed i tempi del dibattito all’interno del PD oramai li detta lui, e da tempo. Il secondo e’ quello di proporsi alternativo rispetto alla gerontocrazia che dirige il suo partito. Non mi sembra poco.
Può darsi che tu abbia ragione Massimo, il mio non è un giudizio definitivo su Renzi, ma piuttosto “a pelle”. Anche se come sindaco non mi risulta sia particolarmente amato dai suoi stessi cittadini. Dettare i tempi poi ad un partito ultraconservatore e, come giustamente dici, gerontocratico come il PD non è impresa titanica, semmai la sorpresa è che non lo facciano anche altri.
Caro Stefano,
grazie per il tuo articolo! Non ho elementi per poter dire se Renzi sia un bravo sindaco o meno (ho sentito opinioni discordanti). Tuttavia non mi piace, lo vedo troppo disposto al compromesso (mascherato ipocritamente da “dialogo”) per poter rappresentare una valida alternativa alla “vecchia politica”. Può darsi che ascoltando uno dei suoi comizi possa cambiare idea, ma la vedo difficile… 🙂