Bruxelles contro la crisi dell’auto. Il prossimo 10 ottobre verrà presentato il piano per contrastare il crollo della produttività del settore auto. Meno burocrazia, maggior calcolo dei rischi derivanti da accordi di libero scambio internazionale e maggiori investimenti in ricerca, sviluppo e tecnologie verdi fino al 2020. Queste le linee guida su cui si fonderà la strategia della Commissione e che avranno l’obiettivo di rilanciare un mercato strategico per lo sviluppo della crescita dell’Unione europea.
“Vogliamo innanzitutto evitare di aggiungere ulteriori vincoli non indispensabili per non pesare sul settore con altri costi” spiega il Vice Presidente della Commissione al Foglio, dicendo che la sua intenzione è quella di non moltiplicare le norme nel campo automobilistico in Europa, al fine di togliere i lacci burocratici che molte volte frenano le imprese o addirittura interi settori.
Poi c’è il tema degli accordi di libero scambio che non hanno aiutato il settore dell’automotive, specialmente quelli con i paesi asiatici; ed è qui che il Commissario all’industria Tajani intende aumentare la prevenzione dei rischi e il loro calcolo per accrescere il ruolo dell’Ue sul mercato internazionale, ma senza per questo danneggiare interi settori, come quello dell’auto, che al confronto con la concorrenza asiatica si trovano particolarmente svantaggiati su diversi fronti. La decisione della Commissione, spiega Tajani al quotidiano di Ferrara, “punta a garantire al meglio gi interessi del settore nei prossimi accordi per cui proponiamo in occasione di quello con il Giappone (l’accordo n.d.r.) un testo di competitività per ciascun settore che ne valuti l’impatto prima della firma”.
L’ultimo punto invece si concentra sugli investimenti in ricerca e sviluppo, che dovranno, secondo la Commissione, aumentare e rivolgersi soprattutto in direzioni di motori ibridi ed ecocompatibili. In relazione a ciò si richiede dunque un passo importante per le case automobilistiche, ovvero di cercare una svolta “verde” nella creazione di nuovi modelli, il piano, per altro, ricalca la linea della strategia Europa2020 inmateria sia ambientale che di ricerca e sviluppo.
Intanto dall’Italia arrivano proposte per rilanciare l’export e aiutare tutti, dalla FIAT alle piccole imprese, a uscire dalle secche della crisi. La proposta arriva da Alessandro Castellano, amministratore delegato della Sace dal 2007. “L’Italia potrebbe farsi portavoce a Bruxelles di una proposta per la costituzione di un veicolo europeo che finanzi l’export verso Paesi extra europei” spiega Castellano al Corriere di ieri “con le stesse condizioni per tutti gli esportatori. Questo creerebbe un level playing field europeo, in cui la competizione tra aziende sarebbe più equilibrata…”.
L’Italia, da una parte con Tajani alla guida della Commissione industria e dall’altra con interessanti proposte di questo tipo, potrebbe, dunque, avere un ruolo di fondamentale importanza nello scenario di ripresa economica, alimentando nuove proposte per cercare una soluzione condivisa al fine di uscire dalla crisi.
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