Negli ultimi mesi il Movimento 5 Stelle (M5S) è stato dato in ascesa nei sondaggi politici anche a seguito del risultato ottenuto nelle elezioni amministrative del 2012.
Ma cosa è M5S? Nasce da un’idea di Beppe Grillo, il comico genovese che dal 1993 gira di città in città con spettacoli di satira politica mischiati ad una sottile propaganda. Il movimento ha iniziato a prendere vita intorno alla metà degli anni 2000 diventando un gruppo consolidato con anche qualche amministratore tra il 2007 e il 2008. Prima denominato “Amici di Beppe Grillo” e ufficialmente Movimento 5 Stelle dal 2009.
Il comico, attraverso il suo blog, incita la gente alla rivolta contro la classe politica e all’osservanza delle 5 stelle: acqua pubblica, trasporti, connettività, sviluppo e ambiente. E fin qui sembrerebbe una nobile battaglia fondata su sani principi se non fosse che l’azione grillina è permeata di un malsano populismo e di un pesante turpiloquio inadatto a qualsiasi dialettica democratica.
La rivoluzione di Beppe Grillo non è stata altro che satirizzare i problemi del nostro paese attraverso un linguaggio di disprezzo e irriverenza. Ciò gli ha permesso di vendere sia molti biglietti dei suoi spettacoli sia di accattivarsi una buona dose di elettorato. Famosi sono il “Vaffa-Day” gli insulti alla Montalcini e la smisurata quantità di parolacce dei suoi comizi.
Purtroppo la modestia del suo movimento comincia oggi a dare i suoi frutti. I numerosi amministratori grillini si trovano a gestire città nella più totale inesperienza politica creando non pochi problemi come avvenuto nella città di Parma.
Benché i partiti abbiano bisogno di un radicale cambiamento, la stragrande maggioranza dei suoi militanti non compie un percorso di crescita e consapevolezza politica assolutamente necessaria per svolgere il delicato compito di amministratore.
I recenti scandali sul dirigismo del movimento, la mancanza di democrazia interna mostrano la faccia di un movimento che si sta inesorabilmente omologando agli standard del malcostume politico, mostrano solo gli interessi personali di un uomo che, in maniera indiretta, calca anch’egli le scene politiche da ormai vent’anni.
Il populismo è la base fondante del movimento – benché i temi trattati siano a volte anche di una certa rilevanza – e lo strumento del comizio di piazza con folla osannante trasforma Grillo in un profeta rivoluzionario nonostante sia solo un comico.
Il movimento, ora diventato un vero e proprio partito politico (anche Forza Italia nacque con una “struttura leggera”) esprime una politica sommaria, di cui il massimo esponente è lo stesso Grillo che non può e non deve rappresentare il nuovo modo di far politica. Sarebbe ipocrita asserire che sessant’anni di repubblica abbiano portato solo malcostume e corruzione. Vi è in molti casi esempi di buona politica, di buoni partiti e di buona amministrazione. Con la nascita del suo movimento, Grillo tenta di fare dell’approssimazione politica la normalità d’azione, con il grosso pericolo per gli elettori di cadere nella sottile rete costruita ad arte dal comico genovese.
Il fenomeno si sta cominciando a sgonfiare e solo il tempo ci dirà se si tratta di una cometa o saranno davvero cinque stelle.
© Rivoluzione Liberale

Il movimento di Grillo è il figlio, naturale e indesiderato, di una classe politica che ha dato non pochi esempi di incompetenza e di cialtroneria. Non credo che prospererà molto, credo anzi che si sgonfierà, se la classe politica tradizionale mostrerà ravvedimento e se il Governo del Paese continuerà sulla strada del risanamento. Grillo è figlio (e parte) del malcostume: se il malcostume scompare o si attenua, Grillo deperisce e, speriamo, scompare. Ma vincere il malcostume è compito di tutti gli elettori che dovranno presto decidere a chi affidarsi, se a una riedizione appena truccata dei Berlusconi, Fiorito, Minetti, Lusi, Bossi etc., o a partiti e soprattutto a persone che hanno le carte in regola dal punto di vista dell’onestà pubblica e privata e della competenza ad amministrare. Che in Italia esistono, eccome!