Il Presidente uscente degli Stati Uniti Barack Obama, apparentemente galvanizzato dal fallimento del primo dibattito televisivo, è partito all’attacco contro Mitt Romney,  accusandolo di aver mentito a 67 milioni di telespettatori, con il solo intento di riaprire i giochi.

“Se si vuol fare il Presidente, bisogna dire la verità agli Americani”, ha gridato Obama durante le due manifestazioni che hanno seguito il dibattito di mercoledì scorso, una a Madison (Wisconsin)  e l’altra a Denver (Colorado), la stessa città dove solo la sera prima, si era tenuto il primo faccia a faccia dei due candidati alle presidenziali del 6 Novembre. “Quando sono salito sul palco, ho incontrato un individuo molto in forma che pretendeva essere Mitt Romney. Ma non poteva essere Romney!” ha affermato Obama, davanti a 12.300 persone a Denver e30.000 aMadison, un numero che non si era ancora visto dall’inizio della campagna. “Chiunque fosse sulla scena ieri sera, non ha voluto tener conto di quello che il vero Mitt Romney ha detto nel corso di questo anno, e questo perché sapeva perfettamente che non vogliamo ciò che ci vuol vendere”, ha puntualizzato Obama a Madison. L’energia tirata fuori contrastava fortemente con la sua prestazione televisiva di poche ore prima, prestazione che è stata definita da molti come “mediocre”. Il Presidente era parso spento, e non ha replicato a botta e risposta agli attacchi del suo avversario. Un consigliere di Obama ha “promesso” che in futuro,la campagna Democraticasi sarebbe adeguata alla “disonestà” di Romney, accusato di aver mentito negando che sarebbe stata la classe media a pagare il conto quando avrebbe ridotto le tasse alle società e ai più ricchi. Negli ambienti vicini al Presidente uscente,  nessuno dice “ricordare” nella storia politica americana un candidato alle presidenziali che abbia preso così in giro gli aventi diritto al voto su argomenti cardine del programma elettorale. Alcuni media specializzati nella “verifica” delle informazioni, hanno in effetti notato che Romney aveva fatto alcune asserzioni azzardate, ma non  per questo hanno esonerato Obama da qualsiasi “peccato”. Quella sera la trasparenza è stata latitante, da entrambe le parti.

Mentre Obama parlava in Colorado e Wisconsin, forte del suo successo, Romney si è recato nella parte rurale Virginia con il suo vice Paul Ryan. “Lui ed io difendiamo visioni diverse, lui vuole un piano di rilancio economico, vuole assumere più persone, vuole maggiori investimenti pubblici, e certamente vuole aumentare le tasse”, ha spiegato a 10.000 persone, una folla eccezionale per quei luoghi. La sua squadra si è mostrata soddisfatta per la prima importante performance televisiva, ma ha riconosciuto che questo non bastava a modificare la curva dei sondaggi. Qualche minuto prima,la potente National Rifle Association (NRA), la più importante lobby pro-armi degli Stati Uniti, aveva ufficialmente chiamato i suoi a votare per il duo repubblicano, un annuncio che non ha destato nessuna sorpresa, ma che rafforza il credo conservatore di Romney. E i dubbi dei Democratici sulla veridicità dei propositi espressi dall’avversario Repubblicano in televisione.

Ma al di là delle analisi politiche, di quello che è stato e quello che succederà, per ora il vero vincitore del dibattito televisivo tra Romney e Obama non è forse quello che molti credono. In una manciata di minuti, il personaggio Big Bird star della trasmissione cult Sesame Street è diventato, in America, l’eroe della Rete. E ha  dato vita alla serata. Colpa di Mitt Romney che, durante il dibattito che lo vedeva opporsi ad Obama, ha minacciato di tagliargli i viveri. Se i commentatori hanno ritenuto che il Repubblicano si sia dimostrato più incisivo del suo avversario, la vera stella quella sera è stata, almeno su Internet, quello strano volatile giallo. Big Bird, uno dei personaggi principali di “Sesame Street”, una trasmissione molto famosa trasmessa dalla rete pubblica PBS, ha infiammato gli animi durante il momento chiave del dibattito. Il motivo? La minaccia da parte dell’araldo della “destra” americana di tagliare i fondi alla televisione pubblica. “Non sovvenzionerò più la PBS, anche se amo Big Bird, perché non voglio più prendere in prestito soldi dalla Cina per pagare cose non essenziali”, ha affermato davanti  milioni di telespettatori. Tempo un battito d’ali e il grande pulcino giallo si è ritrovato simbolo sacrificale dei tagli di bilancio appoggiati dai Repubblicani. Gli internauti sono diventati pazzi per lui e per un dibattito televisivo che fino a quel momento languiva per scarsità di argomentazioni che potessero veramente coinvolgere l’elettorato di entrambe le parti. Nei minuti che hanno seguito la proposta di Romney, gli account che glorificavano Big Bird sono spuntati come funghi sulla rete di micro-blogging Twitter. Tutti insieme contavano 50mila abbonati. Il movimento a sostegno dell’intoccabile Sesame Street – la trasmissione esiste dal 1968 ed è una istituzione per gli americani – ha contribuito a fare di questo primo dibattito tra Obama e Romney l’evento politico americano più commentato della storia di Twitter. Se non ci sono state gaffe eclatanti, l’attacco al dolce Big Bird potrebbe diventare un boomerang pericoloso per Romney. La rete non dimentica e finora è stata grande alleata di Obama.

Le Presidenziali americane sono una maratona che si corre fino all’ultimo secondo.  Romney aveva bisogno di riacquistare credibilità e “presidenzialità” e ci è riuscito, mostrandosi più centrista (ma dovrà chiarire a molti dei suoi fino a dove vuole spingersi). Obama voleva probabilmente tenersi un gradino più in alto delle banali dispute e fare di Romney una caricatura. Anche lui è riuscito nel suo gioco. Il prossimo dibattito sarà incentrato sulla politica estera. Obama come Presidente uscente dovrebbe avere questa volta partita facile. Dovrebbe, “soprese” a parte.

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