[Riceviamo per la pubblicazione questo contributo di Adriano Teso, già apparso su Libertates, che volentieri ospitiamo. N.d.D.]
La sola “politica” per permettere di uscire dalla sempre più profonda crisi nella quale l’Italia è precipitata e che vedrà la situazione peggiorare ancora per i prossimi 12-24 mesi, è quella liberale.
Per cosa intendiamo per “politica liberale”, i non addetti ai lavori possono consultare i siti di Studi Liberali, dell’Istituto Bruno Leoni, di Fermare il Declino, di Libertates, di Rivoluzione Liberale, solo per citarne alcuni.
Quindi la gran parte degli italiani che sa cosa vuol dire lavorare seriamente, che non vuole privilegi, che paga le tasse, che odia i farabutti e desidera aiutare con le sue tasse solamente i deboli e bisognosi, dovrebbe volere le cose che questi Think Tank spiegano e promuovono. Una gran parte degli italiani e dei politici di quasi tutte le aree si dichiara liberale. Ma poi la politica liberale non viene praticata o votata. Prevalgono le “clientele” e gli interessi particolari e di partito.
Ecco allora che solamente un 35% degli italiani voterebbe un partito veramente liberale, ma non lo trova. Il PDL , che avrebbe dovuto essere il partito liberale di massa, è caduto in molte contraddizioni ed errori e quindi un’ importante parte di tali elettori cerca altro. Così come cercano altro i liberali che hanno votato a sinistra, turandosi il naso, solo perché non hanno trovato di meglio.
Esiste quindi lo spazio elettorale per un partito veramente liberale, che può raccogliere anche un 15% di voti ed essere così condizionante nella formazione di un Governo e di un piano di sviluppo dell’occupazione e del benessere per le famiglie.
Ma chi oggi può creare questo partito (definizione che io preferisco, perché indica un qualcosa di strutturato, anche se leggero e non costoso, invece che “movimento” o “lista elettorale”)?
Potrebbero farlo gruppi di persone capaci e perbene che fanno capo a Costituente Liberale (politici di recente o lunga militanza, esperti ed organizzati), Fermare il declino (con economisti di talento e la dinamica comunicazione di Oscar Giannino), Italia Futura (associazione organizzata, Montezemolo a parte che non si capisce bene cosa voglia fare), Zero+ (con centinaia di giovanissimi politici coordinati dall’esperto Piercamillo Falasca) e vari altri, parlamentari seri compresi, con gli “antichi”, ma ancora organizzati, PLI e PRI.
Ma occorre che i loro rappresentanti si siedano intorno ad un tavolo con le opportune deleghe e fissino le regole dello stare insieme, scelgano un nome e una decina di esponenti nazionali che raccontino a giornali e televisioni chi sono e cosa vogliono fare. Mettendo in cantina piccoli dissapori e distinguo poco utili al risultato finale, così come i loro “marchi” e statuti ormai obsoleti. E che lavorino per una causa comune, senza i ricercatori di un “taxi” che li porti in Parlamento non importa con chi o gli one-man-show o chi si crede l’ombelico del mondo. Senza gli altri, nessuno ha i “fondamentali” per presentarsi da solo alle elezioni. Ed i veri liberali, diluiti in altre formazioni, non incidono come sarebbe auspicabile.
“Ce la faranno i nostri eroi”? Sono tutti amici o vecchie buone conoscenze. Io ci sto provando a dare una mano. Chi può aiutare è il benvenuto.
© Rivoluzione Liberale

Il contributo di Adriano Teso è importante, non solo per le riflessioni che fa e che in buona parte condivido, ma anche, e soprattutto, per la sua proposta conclusiva.
Posso affermare che la disponibilità del PLI ad incontrare i liberali di tutte le osservanze e senza alcuna precondizione, c’è sempre stata, e semmai, sono mancati gli interlocutori con cui discutere; e quindi, non dico nulla di nuovo se confermo che questa disponibilità permane.
E sarei ben lieto se lo stesso Adriano Teso si facesse promotore di una iniziativa in tal senso.
Per quanto mi riguarda, sono a disposizione.
Liberali contiamoci per contare!!!
L’appello di Adriano Teso è del tutto condivisibile come quelli da altri lanciati in questi mesi.
Ovviamente il PLI, che è promotore di una Costituente Liberale da diversi mesi e che ha spedito il proprio appello al dialogo a molte forze liberali (o tali dichiaratesi e/o apparenti), non può che essere, ancora una volta, pronto e disponibile. Già alcuni movimenti hanno aderito e stanno valutando il progetto.
Per cui anche io mi unisco alla disponibilità del Presidente Nazionale ad un dialogo franco, sincero e costruttivo come auspicato da Adriano Teso.
La mia disponibilità è totale per studiare le regole dello stare insieme e vedere se, alla fine, ci riusciremo.
Appello da raccogliere senza ritardi. Un “marchio” liberale puó avere molte possibilitá di successo, in un panorama tanto desolato dove vecchie sigle e partiti dei moderati sono allo sbando. E oggi il problema della comunicazione, un tempo costosissima, é in gran parte ovviato dalla possibilitá di comunicare attraverso internet e le reti sociali. Un PLI che riesca a riunire un gruppo di giovani volontari e disponga di una buona rete internet puó fare arrivare il suo messaggio a milioni di elettori che non aspettano altro. Ma un messaggio semplice: serietá, competenza, onestá, merito, Europa.
Ritengo importante e degno di evidente nota l’articolo di Adriano, io, come socio fondatore della Associazione per la Costituente Liberale, non posso che applaudire a questi obbiettivi!
Ma credo ancor di più che il sano mondo Liberale abbia un concreto minimo comun denominatore, in contro tendenza con l’antipolitica che oggi dilaga, la voglia reale di ridare al cittadino la Politica , quella fatta dai programmi costruttivi per la gente, per l’economia, per l’impresa . Insomma, la Politica con la P maiuscola , quella di cui non bisogna vergognarsi di farne parte, quella Politica che è stata negli ultimi anni nominata invano , abusata e calpestata da chi di Politico ha poco.
Allora, a questo proposito, ogni ambizione personale in Politica e’ lecita, non è lecito l’arrivismo e spesso, negli ultimi anni, proprio quest’ultimo e’ stato causa della degenerazione e del vilipendio verso la Politica da parte dei cittadini.
Posto anche qui, quanto ho postato su “Libertates” all’articolo di Adriano Teso.
“Anche se lo stesso articolo è stato ripreso e pubblicato da Rivoluzione Liberale, preferisco commentare qui, perchè mi piacerebbe avere una risposta dell’autore dell’articolo, in merito a quanto mi appresto a dire.
Premesso che sono un militante del PLI, più precisamente vice segretario regionale della Siclia del PLI, ho sempre molto letto del richiamo all’unione dei “Liberali”, ma ho sempre visto molta poca volontà da parte di tutti i movimenti che si definiscono liberali.
In molte interlocuzioni sia istituzionali e sia private che abbiamo Noi del PLI con questi movimenti, ci sentiamo sempre rispondere che preliminarmente il PLI per sedersi ad una tavolo tecnico, debba sciogliersi, mentre Noi del PLI, in vari documenti ufficiali usciti dalle nostre assemble istituzionali, non abbiamo mai posto pregiudiali di sorta verso nessuno.
Detto questo per onore della cronaca e per parlare di cosa avviene veramente, chiaramente l’appello lanciato, e come detto in premessa rilanciato da Rivoluzione Liberale, organo di stampa ufficiale del PLI, dall’amico Adriano Teso, è da accogliere con calore e con il cuore pieno di speranza.
Intelligentemente parla nell’articolo di strutturare i “Liberali Uniti” in forma di partito e quindi a tale scopo perchè non sfruttare un partito che già esiste?
E’ chiaro che il PLI non ha una visibilità tale da poter essere coagulante dentro di se di tutti i movimenti citati nell’articolo, cosa che invece hanno molti dei predetti movimenti ed associazioni o loro esponenti, quindi questa potrebbe essere un ottima base su cui poter iniziare a costruire la casa di tutti i liberali.
Infine dico che i vari personaggi di spicco presenti sia nel PLI che nei vari movimenti e/o associazioni, dovrebbero e potrebbero, rappresentare non già il vecchio che ritorna, ma il vecchio che ispira e forma, una nuova classe dirigente di liberali, così da poter far nascere questa casa comune di tutti i liberali, di cui questo paese ha un tremendo bisogno, se ancora vogliamo dare speranza di libertà e felicità, alle generazioni future.”
Si, ma chi si prende l’onere di unire? Basta indire una riunione convocare 20 persone che rappresentino veramente qualcosa nell’area e poi chi ci sta ci sta. E’ finita l’ora delle chiacchiere se qualcuno ha veramente a cuore il progetto di un soggetto politico unico dei liberali si faccia avanti e indica questa riunione. Magari proprio chi avrà successo in questa iniziativa potrà esserne il leader o uno dei leader.
Un’altra strada è quella di indire le primarie del mondo liberale per stabilire leader, pesi e per contarci. Comunque c’è bisogno di qualcuno con le palle, se mi passate il il termine. Parlo a nome di Base Liberale, ma penso anche di parlare a nome di molti militanti e dirigenti del PLI, il cui sogno si trasformerebbe in realtà.
Alessandro Piergentili
Coordinatore Nazionale Base Liberale
Da una settimana sto instancabilmente lavorando per verificare, fra quanti conosco, segretari di partito compresi, la possibilità di realizzare il progetto che ho indicato. Non è una cosa nuova. Già quattro anni fa con PLI, PRI ed altri politici di area, insieme, ci avevamo provato. Ma i tempi non erano maturi. Ora pare che molti, fra quanti ho citato, siano consapevoli che vi è una occasione unica. Ma i tempi sono strettissimi, fra un mese i giochi saranno fatti e si chiuderanno tutti gli spazi che ora ci sono. Sto preparando una traccia di “lettera di intenti ” che chi ci starà rielaborerà con i propri “vertici”, per poi firmarla e così verificare chi farà sul serio. E poi ci sarà da costruire il tutto , unitariamente e scientificamente.per essere vincenti.
E’ facile per me che non ho mai fatto parte di organizzazioni di partito, raccomandare che nessuno si porti dietro le “liti” che inevitabilmente ci sono state nelle antiche formazioni. Ma se non lo si fa , non si va da nessuna parte. Una volta fatto ciò, si costituisca uno snello Direttivo unitario e il resto sarà una conseguenza logica tattica ed operativa.
Mi fermo qui. Gli approfondimenti ed i dettagli sarebbero e saranno moltissimi ma se sarà ben chiaro l’obiettivo e si lavorerà con persone serie ed in buona fede, non potremo che essere vincenti.
A scanso di equivoci: non cerco cariche, candidature o favori.
Voglio semplicemente vivere, io ed i nostri figli, in una Italia migliore, con connazionali che abbiano meno insicurezze, e sapere che potrò, lavorando bene, produrre le mie vernici in modo competitivo e non sentirmi dire che un collega americano da 5 miliardi di € di vendite dice: non comprerò mai più una azienda in Italia .
Adriano Teso
E grazie ai tantissimi che qui sopra, su FB, sui commenti di altri siti, e con le moltissime email, hanno espresso la loro approvazione a tutti noi che lavoriamo in questa direzione.
Perfetto era quello che volevamo (non è un plurale maiestatis, ma un auspicio liberale e collettivo).
Qualcuno autorevole che prendesse un’iniziativa del genere.
Incrociamo le dita.
Adriano Teso ha ragione, i tempi sono strettissimi. E quindi, attendo di leggere la lettera di intenti e sono certo che vi troverò tutte le motivazioni per procedere rapidamente nella direzione indicata dai commenti che precedono.
Molto sinteticamente:
> oggi, come dice Adriano Teso, sussistono le condizioni per aggregare l’area liberaldemocratica, essendo stato superato – purtroppo nel contesto di disastro epocale per il nostro Paese – il bipolarismo muscolare che impediva l’affermazione di un’area liberale moderna,innovatrice, con una precisa identità valoriale assolutamente attuale nel mondo occidentale;
> la scommessa da non perdere è unicamente riconducibile alla volontà di avviare il processo organizzativo senza riserve mentali e con una precisa volontà costruttiva, tenendo presente che la stima potenziale di un Partito liberaldemocratico và ben oltre il 15%;
> l’unico problema da affrontare in un tavolo tecnico di prima analisi è, a mio avviso, quello di condividere e formalizzare un metodo organizzativo per la costituzione del soggetto politico.
Salvatore Buccheri
Ritengo che il momento sia giunto affinché il progetto lanciato da Adriano Teso si realizzi. Mi associo dunque al coro dei commenti finora apparsi. In quanto al metodo organizzativo da adottare restiamo in attesa della lettera di intenti, come suggerisce bene il nostro Presidente Palumbo, certa anche io di trovare termini condivisibili.
Ecco la risposta che mi aspettavo da Adriano Teso. La reputo soddisfacente e propositiva e concordo sia con Teso che con il Presidente Palumbo che i tempi sono stretti ed io aggiungo, anche a mò di buon auspicio, maturi.
condivido lo spirito e la lettera di quanto Giuseppe Stella ha commentato.
L’iniziativa capace di riunire i Liberali Italiani deve nascere al più presto, la prospettiva che in questo momento si ha non può essere lasciata sfuggire.
La base ringrazia: si attendeva da anni un’occasione così, purtroppo propiziata dallo sfascio del Paese! Personalmente condivido e penso che si debba iniziare a lavorare al più presto in tale direzione, a partire dal livello locale
La volontà di unire le forze, e la necessità di farlo, dovrebbe esserci in tutti coloro che si reputano liberali. Di sicuro c’è da parte del PLI e lo posso testimoniare personalmente. Purtroppo finora ci è stato risposto “scioglietevi e venite nel nostro movimento (partito), perché solo noi siamo il futuro”. A parte il fatto che nella galassia liberale nessuno è un gigante, mi pare che anche lo stesso movimento di Giannino sia dato da qualche sondaggio intorno al 2%, ma non mi pare comunque questo lo spirito giusto per unire. C’è chi ha lottato e lavorato duramente per sopravvivere al bipolarismo forzoso di questi anni ed è degno di rispetto a prescindere dalle percentuali nei sondaggi. Io credo che l’atteggiamento che può portare risultati è solo quello del rispetto reciproco, della pari dignità e del dialogo.
Non posso che condividere l’iniziativa di Teso, anche solo perché altrimenti sarebbe stato velleitario ospitare questa sua sorta di “appello” sul nostro giornale.
Allora – al di là e al di sopra dei “ricercatori di taxi”, degli “one man show” e degli “ombelico del mondo” di jovanottiana memoria – lancio una provocazione nell’intento aggregante di questo mondo liberale che in definitiva esprime un unico obiettivo politico, un liberalismo reale e non da salotto: iniziamo creando un comune soggetto politico federativo dei liberali italiani.
Mi fa un po’ impressione vedere sull’organo ufficiale del PLI, con grande evidenza, un titolo che chiede “Si farà il partito dei liberali?”. Mi pare che almeno noi, che ne facciamo parte, dovremmo credere che il partito dei liberali esiste già ed è il PLI , che magari è addirittura, come chiede Adriano Teso, “un partito veramente liberale”, altrimenti che cosa ci stiamo a fare?. Se poi fosse vero che “solamente (SIC!) un 35% degli italiani voterebbe un partito veramente liberale, ma non lo trova”, si tratterebbe soltanto di farglielo vedere (lo so, non è facile e soprattutto non è gratis…). Quindi a questo partito dovrebbero aderire e sostenerlo quanti ne condividono le idee e i programmi, invece di tentare di dar vita a nuovi “soggetti”, che, come è successo ai tanti che sono sorti come funghi dopo lo sciagurato scioglimento del PLI dovuto al terrore di “mani pulite”, si estingueranno miseramente o si ridurranno ai minimi termini. Oppure confluiranno in altri partiti più grandi e redditizi…Esorto perciò la direzione ad esaminare con la massima attenzione la proposta, lodevole e incoraggiante, di Adriano Teso, ma senza prevedere in alcun caso il secondo suicidio del Partito Liberale Italiano.
Caro Rampichini, abbiamo ospitato l’intervento di Teso proprio nello spirito della nostra linea editoriale che si propone di dare alla Testata una connotazione da giornale d’opinione dell’area liberale e non solo un semplice “house organ” interno al PLI (funzione a cui è invece destinato il sito del Partito) di cui francamente non se ne percepisce più l’attualità giornalistica. Dai commenti che riceviamo, ritengo che l’iniziativa del giornale sia condivisa da molti.
Continui ad essere, come notiamo con soddisfazione, tra i nostri più assidui lettori.
Caro Mario,
già quattro anni fa era ben chiaro che il PLI avrebbe fatto meglio se “fuso” con il PRI e raccolto non pochi parlamentari liberali, ma militanti in altre formazioni, proprio perché né PLI né PRI da soli avevano i fondamentali per incidere sul Governo. Ci abbiamo lavorato per mesi, ma poi…
Ora, la situazione per i singoli, compresi i nuovi nati in area liberale, è ancora peggio. Tante voci che sconcertano l’elettore e fondamentali debolissimi.
La proposta che ho rifatto, è l’unica che conosco per avere un decoroso successo. Qualcuno ha idee migliori e migliori capacità di coagulo? Si faccia avanti. Ma se ognuno continua a rivendicare solo meriti o immagini storiche, è fuori dalla realtà e dal tempo. Da soli, PLI compreso, PRI compreso, Giannino compreso, io compreso, non si va da nessuna parte.
Se il PLI dirà “no grazie”, io andrò, scoraggiato ma interessato, a vendere un po’ di più le mie (ottime) vernici. Lasciando i gallettini liberali milanesi, ma non solo, a fare i giochini del quartierino e delle tessere. Se ci si diverte così… io no, grazie.
E non sarebbe il suicidio del PLI, ma la sua lenta morte per invecchiamento e mancanza di energia, insieme al fallimento di quanti, liberali, vorrebbero un Italia migliore.
Potrei fare tanti altri commenti, ma non sono un “interno” del PLI e capisco perché è ancora più necessario varare il partito dei liberali (o come vorrà essere chiamato) con tutti che facciano un passo indietro.
Caro Adriano,
l’importante è il risultato e sembra che la tua proposta sia avviata al successo che tutti auspichiamo. Se il varo di un nuovo partito è la condizione necessaria e, sperabilmente, sufficiente per richiamare tante importanti adesioni, non lo considererò un suicidio ma una reincarnazione e sono pronto a collaborare con tutte le mie residue forze.
Caro Mario,
non dubitavo che fosse questo il tuo spirito. Se ce la facciamo a Roma , poi le sedi locali avranno anche loro il bel daffare a “unificarsi” con i non pochi individualismi che conosciamo, anche a Milano. Ma , se vuoi , ci lavoreremo insieme.
Carissimo Adriano, benché ci siamo visti solo una volta in occasione di un incontro a Milano, devo dire che, da anni, sostengo che vada creato un nuovo PARTITO LIBERALE che riunisca tutte le anime, da anni sostengo che tale partito non può chiamarsi PLI perchè gisto o sbagliato, esso viene identificato come il “vecchio” dalla gente e, anche la parola “Liberale” abusata, come tu hai confermato, praticamente da qualunque formazione politica, non possa avere un successo elettorale in quanto, scopo di un partito è prendere i voti. Noi siamo una piccola formazione di Liberali che, da anni cerchiamo il modo di riunire tutti sotto un unico tetto, ma senza successo, perchè ogni formazione ha la pretesa che tutti gli altri aderiscano alla loro sigla. Confermo quindi che LIBERALITALIA è disponibile a formare un nuovo partito con un nuovo nome nel quale, a parità di diritti aderiscano tutti gli individui e i soggetti Liberali, ma che siano REALMENTE LIBERALI, non solo a parole, che sostengano quindi un GOVERNO LIBERALE che non è certo quello delle tasse di Monti o quello delle panzane di altri esponenti di spicco, siamo disponibili a un partito NUOVO che non vada alla ricerca spasmodica “dell’uomo forte” ma di idee nuove e compatibili con la realtà. Per questo, nel nostro piccolo, abbiamo cercato un incontro (e lo cercheremo anche nel prossimo futuro) con il PLI di Stefano de Luca, con Costituente Liberale e con altri soggetti, di contro noi porteremo come contributo quel minimo di organizzazione territoriale costruita con tanta fatica e senza mezzi in questi anni.
Siamo comunque felici di questa tua lettera che, in fondo, ci da qualche speranza.
Bene: nessuno e’ contrario. Ci possiamo muovere? Si vota tra pochi mesi!
Cordialmente
Mi pare che questa sia la migliore sintesi.
Per quanto mi riguarda, LA settimana prossima si deve stringere un accordo definitivo e formaliizarlo. Tanti importanti ed autorevoli “SI” personali ci sono. Vedremo un documento.
Sono un ingegnere e faccio il manager. Quando mi rileggo, talvolta mi rendo conto di essere troppo brusco. Deformazione professionale. Me ne scuso.
Il punto e’ che non si partecipa alle elezioni per partecipare, ma perche’ si ha l’ambizione di vincere. Riunire i Liberali (quelli veri) e’ l’unica possibilita’ di farcela. Occorre essere pragmatici, formare una coalizione e una lista unica; altrimenti si fa come i comunisti alle ultime elezioni: divisi, sconftti ed estromessi dal parlamento.
Mi unisco anch’io vecchio Liberale di periferia, che ha avuto sempre il pregio di stare tra la gente e sentirne le pulsazioni,i bisogni, le ingiustizie, in una realtà sociale sempre più in de- cadenza, mi unisco al coro di adesione a quanto esplicato da Teso, perchè ritengo che abbia ascoltato e riassunto i sussurri (e le grida) dei Liberali sparsi di quà e di là.
Mi sembra,però, che anche recentemente gli amici del PLI abbiano insistito per il superamento
di alcune diversità di impostazione dirigenziale manifestate, purtroppo, con eccessi e banalità prodotte da antipatie e dal non rispetto delle regole democratiche.
Nel citare tre frasi indicate dal Segretario del Partito in una lettera di grande apertura: autonomia ed intransigenza dei principi morali, presidio storico e culturale, entusiasmo nella libertà, ritengo
che possano essere condivisibili da tutti i Liberali nel sostantivo e non nell’aggettivo, più volte
emesso dalla bocca degli stolti ad usum delphinii per avere visibilità e “poltroncine”.
Basta ora con il vizio di essere a tutti i costi diversi (sta bene solo nei concetti). Riprendiamo a
far conoscere alla gente idee e valori ma anche proposte in un cammino di attenzione e di equità sociale affinchè il popolo possa essere presente,partecipe,protagonista.
I cittadini italiani sono incazzati per ciò che la classe politica e dintorni e l’intervento poi dei
cosidetti soloni (esperti,periti,e quantaltro, non rappresentanti del popolo) hanno prodotto senza equità e considerazione. Quel modo di rappresentare i cittadini (moltissimi non sono
ricchi,agiati,imbroglioni, evasori e lecchini) e di amministrare il bene comune è davvero la
antipolitica, e non la protesta,talora anche dura, dei lavoratori a reddito fisso,dei pensionati,
dei sottoccupati, dei malpagati,dei tartassati dai pubblici poteri che li condiziona e li fa scivo-
lare verso la povertà ed il vittimismo come se non fossero figli della stessa Patria..
Non lasciamoci sfuggire il momento, il rilancio della politica degli ideali, ma anche di sostanza
aldilà dei limiti mentali sorti in tanti anni di malgoverno; cerchiamo di contribuire per la nostra
parte alla ripresa del Paese con onestà di intenti, con programmi seri, con la formazione di
laboratori politici fatta da competenti, in altre parole da un classe di guida nuova che possa
tracciare per il futuro un cambiamento con la C .
Infine debbo esprimere un appello, per quanto detto sopra, alle giovani generazioni, che
guardino al passato per riportare le esperienze positive utili alle sfide di oggi e di domani
( così suggeriva un certo Benedetto Croce).
I Liberali non sono reazionari, ma non siano conservatori liberisti stupidi, ma siano riformisti
ed anche rivoluzionari, così come tanti anni fa un giovane, rimasto imperituro giovane, un
certo Piero Gobetti auspicava una classe dirigente, democratica,popolare,illuminata.
A volte la politica è il modo più facile per complicare le cose. Per dire cose ovvie o rendere le cose semplici bisogna non essere un politico. Soltanto uno dall’esterno può riuscire in questa crociata sacrosanta. Vai avanti Adriano anche se sarà come fare la quadratura del cerchio dei Liberali, e non si capisce perché visto che i soggetti chiamati a rapporto la pensano e la vedono allo stesso modo, e che alleanze omogenee sono indispensabili, qualunque sia la legge elettorale, per ottenere un volume di consensi che abbiano un peso sostanziale per diventare attori e non comparse nell’attuale quadro politico.
Cari tutti,
ribadisco il mio plauso alla “sensibilità” di Adriano Teso così come ribadisco la mia disponibilità a lavorare al progetto. Sensibilità che, mi preme ribadire, il PLI manifesta ormai da tanto tempo.
Mi permetto di suggerire a tutti che, però, l’approccio mi pare fuorviante e tipico dei fallimenti di “riunione” dei Liberali degli ultimi vent’anni, anni nei quali comunque sarebbe bene, quantomeno per onestà storica, riconoscere al PLI di aver preservato un intransigente, costoso e, mi sia consentito, gobettiano, presidio liberale vero e con un minimo di organizzazione (non gratuita e costruita sull’enorne sacrificio del volontariato). Se si continuano a porre precondizioni solo per sedersi attorno ad un tavolo e ad un documento, quale che sia, continuiamo a sbagliare; ed il PLI sono mesi che mostra la massima apertura senza mai parlare di precondizioni (senza ovviamente volersele vedere imposte). Quando ci si siede si parla, si valuta, si legge, si scrive, si discute e, se possibile e voluto, si trova una sintesi nella quale tutti si sentano degnamente inclusi. Nessuno può chiedere, aprioristicamente e senza valutazioni reciproche, multilaterali ed incrociate, niente a nessun altro. Vogliamo fare questa rivoluzione? Bene, iniziamo a rivoluzionare il nostro modo di concepire noi stessi ed il nostro agire. Conoscere per deliberare, diceva Einaudi; conoscersi per migliorare, mi permetto sommessamente di aggiungere io. Un caro saluto.
Come Presidente dell’associazione Rinascita Liberale Antiproibizionista (RL), associazione nata 12 mesi fa, siamo pronti a raccogliere le firme per la presentazione di una lista liberale con il PLI per le elezioni regionali lombarde. Crediamo in una buona affermazione e se riuscissimo a coagulare i molti movimenti che si riconoscono nelle battaglie liberali potremmo pensare anche a un buon risultato finale. Abbiamo già allertato decine di ragazzi lombardi al fine di organizzarsi per raccogliere le firme appena sarà possibile farlo, cioè dopo lo scioglimento del Consiglio regionale.
Un caro saluto a tutti.
Adriano ,metti attorno ad un tavolo soggetti giuridici liberali ,singole personalità liberali ,associazioni,movimenti ,circoli,enti che vogliono offrire al paese una opzione liberale ed i liberali organizzati nel PLI sono pronti a fare la loro parte.a mio modesto avviso ,una buona e veloce partenza sarebbe quella di costituire una federazione di tutti i soggetti liberali disponibile a realizzare questo tuo/nostro ambizioso progetto.Mettere al servizio del paese Italia una robusta offerta politica Liberale ,in questo momento storico ,sarebbe molto apprezzato dai cittadini .buon lavoro ed in bocca al lupo.
Condivido la provocazione di Marco ,diamo subito vita ad una federazione dei liberali ,strumento idoneo per velocizzare il tutto.Offrire ,in questo momento particolare di antipolitica per responsabilità della cattiva politica ,una opzione politica autenticamente liberale numericamente significativa sarebbe ,sicuramente,molto apprezzata dagli Italiani e sostenuta .adriano i liberali del PLI ti chiedono di farti promotore a mettere a torno un tavolo tutti i soggetti liberali disponibili.buon lavoro ed in bocca al lupo
Purtroppo credo che non si farà un partito dei liberali. Credo invece che ci sarà il Partito Liberale Italiano che si rafforzerà e sarà sempre di più la sola forza politica, organizzata e coerente che riporterà una voce liberale in Parlamento.
Degli altri , solitari egocentrici, opportunisti personali, consociativi per utilità, liberali a metà, immaturi o velleitari, avremo modo di vederne le gesta perdenti.
Ma il PLI sta lavorando con energia, rinnovato slanco e viene riconosciuto come punto di vera attrazione liberale organizzata. Io comincio a credere sempre di più che dopo la confusione di tanti nuovisti, rottamatori, separatisti sarà solo il PLI l’unico vincente in area Libarale .
Se tutti i militanti del PLI “ci daranno dentro” senza nemici in casa.
La conclusione di Adriano mi sembra ineccepibile; nel PLI c’è posto per tutti i veri liberali, per quelli della diaspora e per quelli delle nuove generazioni.
Con una avvertenza: bisogna remare tutti insieme nella stessa direzione, con tutta la forza che ciascuno di noi possiede. Se invece si rema in direzioni diverse, si finisce per stare fermi o per avvitarsi su sè stessi ed andare a fondo.
Tra veri Liberali ci si riconosce, sempre.