E’ difficile negare il fatto che, sotto molti aspetti della vita politica ed economica, l’Italia sia rimasta sostanzialmente immobile, nell’ultimo ventennio. Finalmente oggi, un passo dopo l’altro, sembra che sia finalmente destinata ad approdare nel nuovo millennio. Perlomeno, le promesse ci sono tutte, e sono contenute nel secondo Decreto Crescita, che prevede una serie di normative chiare, e al contempo ambiziose, per promuovere a tutto campo la digitalizzazione di questa nostra analogica Nazione.

Dal documento elettronico unico alla digitalizzazione delle notifiche e delle comunicazioni giudiziarie, dal fascicolo universitario elettronico alle ricette mediche digitali, la transizione posta in atto riguarda da vicino tutti i cittadini.

Con il piano finanziario per l’azzeramento del divario digitale sulla banda larga e le semplificazioni previste per la posa della fibra ottica potremmo finalmente abbandonare l’ultimo posto nella classifica dei Paesi europei in quanto a diffusione di internet.

Con la digitalizzazione della pubblica amministrazione, il cosiddetto e-government, potremmo avere significativi risparmi in termini di spesa e il tanto agognato aumento dell’efficienza nel settore pubblico.

Con le misure predisposte per agevolare le start-up, potremmo creare l’ambiente adatto per supportare un nuovo ecosistema di imprese, che portino lavoro – e perché no – anche la crescita di cui tutti parlano e che nessuno vede mai.

La defiscalizzazione delle opere strategiche, infine, potrebbe stimolare l’afflusso dei grandi capitali esteri senza incidere sui costi statali, perché riguarderebbe opere aggiuntive che altrimenti non sarebbero state eseguite.

Si tratta insomma di una serie di misure puntuali, quelle contenute nel nuovo DL Crescita 2.0, che sommate a quelle del primo decreto e unite al disegno complessivo denominato Agenda per la Crescita, lasciano sperare nel balzo innovativo così a lungo sognato.

Sia chiaro, questi provvedimenti non costituiscono altro che un supporto, un buon modello di scarpe da corsa, mentre il muscolo dovremo comunque mettercelo noi cittadini, con le nostre idee e la nostra inventiva, che tanta grandezza ci ha donato in passato.

Le misure non si tradurranno in una miracolosa e spontanea crescita, ma nella predisposizione di un ambiente ad essa idoneo. A volte basta anche questo – poter correre sull’erba anziché nel fango – per stimolare un circolo virtuoso che possa essere in grado di trainarci fuori dalla lunga stasi in cui siamo rimasti per troppo tempo. 

© Rivoluzione Liberale

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