La cronaca di questi giorni ha comprensibilmente acceso i riflettori sul Disegno di Legge di Stabilità. O meglio, su una parte dei provvedimenti varati: aumento di un punto percentuale dell’IVA da giugno 2013 (in realtà si tratta di un dimezzamento) e taglio alle spese detraibili e deducibili dai cittadini.

Il tutto è però reso meno “fastidioso” e più accettabile grazie alla riduzione di 1 punto (da23 a22% e da27 a26%) delle aliquote sui primi due scaglioni di reddito (0-15.000-28.000 euro).

Ma diciamolo chiaramente, il DDL non interviene esclusivamente sulla materia fiscale e tributaria. Il testo contiene, infatti, le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato e il disegno di legge contenente il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015.

L’obiettivo è quello di razionalizzare la Spesa Pubblica in modo da evitare l’aumento di due punti percentuali dell’IVA a partire da giugno 2013, finanziare i nuovi incentivi per l’aumento della produttività e prevedere garanzie per gli esodati.

Le nuove misure di spending review si basano su un censimento di spesa “aggredibile” pari a circa 50 miliardi: 11 miliardi per l’acquisto di farmaci, 7 miliardi per i dispositivi medici e 32 miliardi di acquisti per gli investimenti. E ancora, si prevedono tagli alle uscite dei singoli Ministeri, riduzione dei costi in materia di giustizia, ridefinizione dei trasferimenti agli enti territoriali, contenimento della spesa per il pubblico impiego.

Infine va evidenziata l’introduzione di una Financial Transaction Tax (FTT) dello 0,1% sulle transazioni finanziarie relative a azioni e titoli e dello 0,01% sulle transazioni che riguardano derivati. Una versione italiana della tanto nominata Tobin Tax, la tassa sulle operazioni finanziarie che prende il nome dal premio Nobel per l’economia James Tobin, che la propose nel 1972.

Prosegue dunque il rigoroso lavoro di controllo, razionalizzazione e messa in sicurezza dei conti pubblici da parte del Governo, cui si accompagnano, nei limiti di quanto consentito dalla difficile situazione congiunturale, elementi di equità e tentativi di ridurre la pressione fiscale che grava sui cittadini.

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