Un impudente Barack Obama è riuscito lunedì sera, durante il terzo e ultimo dibattito televisivo, a 15 giorni dalle elezioni presidenziali il cui risultato è ancora incerto, nel suo intento di rendere un immagine negativa del suo avversario Repubblicano Mitt Roney, facendone risaltare i tratti di incompetenza e indecisione in politica estera.

“Ogni volta che avete espresso una vostra opinione, avete avuto torto”, ha lanciato il Presidente uscente in un faccia a faccia pungente, a volte persino teso, durante il quale ha sempre sostenuto lo sguardo del suo  avversario. “Avete detto che saremmo dovuti intervenire in Irak, anche se non c’erano armi di distruzioni di massa. Avete sostenuto che dovremmo avere sempre dei soldati di stanza in Irak”, ha aggiunto Obama, che può vantare di aver mantenuto la promessa fatta in campagna elettorale di ritirare i soldati da quel Paese nel 2011. Questa strategia offensiva sembra aver funzionato, a sentire i primi sondaggi. Per il 53% delle persone “indecise” interrogate dalla CBS, il Presidente è uscito da questo confronto vincitore ( contro il 23% di Romney), mentre gli elettori sentiti dalla CNN davano ad Obama un vantaggio più leggero  (48%-40%). Tuttavia, per alcuni esperti, Romney è riuscito a mostrare che non era il conservatore pericoloso e scatenato che Obama cercava di dipingere. Questo potrebbe aiutarlo negli Stati dove “deve” vincere, la Florida e l’Ohio.

Ad onore del vero, spesso i due candidati si sono trovati anche d’accordo, come quando si sono eretti in difensori di Israele e hanno messo in guardia l’Iran riguardo al suo programma nucleare. Durante i 90 minuti di dibattito, l’argomento Europa non è mai stato affrontato, e l’Africa è stata citata quasi per sbaglio. Mostrandosi in sintonia con Obama su alcuni punti fondamentali di politica estera, Romney ha sicuramente giocato la carta della prudenza e provando a spostare la conversazione su argomenti di economia per i quali si sente più forte, sperava di avere la meglio. Ma Obama non gli ha lasciato molta possibilità di movimento.

Obama e Romney sono molto vicini nella maggior parte dei sondaggi nazionali, anche se il candidato Democratico e Presidente uscente mantiene il vantaggio in diversi Stati dove Romney deve trionfare se vuole sperare di insediarsi alla Casa Bianca. Vantaggio minimo, che fa prevedere una fine corsa spietata. Obama ha accusato il suo avversario di voler “reimportare le politiche degli anni ‘80”, ricordando al pubblico che Romney aveva definito la Russia “il più grande nemico degli Stati Uniti”. Ha anche messo in discussione i suoi voltafaccia repentini sulla questione afghana. Il Presidente ha inoltre portato parte del pubblico dalla sua parte quando, con grande ironia ha risposto alla critica di Romney che rimproverava all’Amministrazione uscente di aver ridotto il numero di navi da guerra. Gli Stati Uniti hanno anche “meno cavalli e baionette”, ha dichiarato con foga per illustrare l’evoluzione delle priorità militari.

Da parte sua, Romney ha espresso forti dubbi sulla strategia di Obama. “Mi felicito con lui che abbia eliminato Osama Bin Laden e aver combattuto la direzione di Al qaeda. Ma non ne usciremo uccidendo soltanto”, ha affermato. Ha anche ripreso la diatriba sulla “debolezza” di Obama all’estero, in particolare nei confronti dell’Iran. “Dobbiamo sostenere i nostri alleati. Penso che le tensioni tra Israele e gli Stati Uniti siano deplorevoli”, ha rilanciato. “Finché sarò Presidente, l’Iran non avrà la bomba nucleare”, ha replicato Obama, assicurando anche che se Israele fosse attaccato, gli Stati Uniti non lo lascerebbero solo.

I due candidati si sono incontrati lunedì sera per l’ultima volta in questo ciclo elettorale all’università Lynn di Boca Raton, a 75 chilometri a Nord di Miami. Prossimo appuntamento il 6 Novembre.

© Rivoluzione Liberale

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