Digitalizzare la Pubblica Amministrazione conviene. È questo il messaggio della ricerca presentata allo SMAU di Milano dall’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.

Secondola Scuoladi alta formazione, una PA 2.0 registrerebbe una performance più che positiva nel medio lungo periodo (tre anni) con un risparmio di oltre 20 miliardi di euro e un incremento degli introiti di altri 5 miliardi.

Gli spazi di intervento individuati sono numerosi e tutti molto convenienti sotto il profilo economico.

Ben sette miliardi di euro, per esempio, potrebbero essere risparmiati semplicemente ricorrendo al cosiddetto e-procurement: l’approvvigionamento elettronico di beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione

La fatturazione elettronica e il pagamento digitale di quanto dovuto alla PA consentirebbero poi un risparmio di oltre due miliardi di euro con beneficio anche per i privati che potrebbero abbattere i costi e incrementare la produttività.

Infine, il tema dei pagamenti elettronici nel retail garantirebbe 5 miliardi di euro di maggiori entrate nelle casse dello Stato. Quest’ultimo dato conferisce importanza “monetaria” a uno degli obiettivi più volte ribaditi dal superministro Passera: l’introduzione dell’obbligo di pagamento elettronico per acquisti sopra i 50 euro. Una misura che ha anche risvolti etici poiché rappresenterebbe un’arma per contrastare evasione fiscale e corruzione.

Purtroppo però coi buoni propositi non si va da nessuna parte. È infatti difficile immaginare un’Amministrazione Digitale se mancano i servizi di base. L’infrastruttura tecnologica di cui disponiamo è piuttosto limitata e si registrano significative differenze nelle diverse zone del Paese.  I cavi di fibra ottica e la banda ultralarga sono le nuove autostrade che dobbiamo costruire se vogliamo far ripartire l’Italia.

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